Festival della Peste 4 – 7 ottobre 2018 Milano, ingresso libero a tutti gli eventi
Peste! significa aprirsi alle possibili contaminazioni del mondo;
camminare sui confini, forzare il limite con ironia e divertimento,
provare a combinare assieme logica e immaginazione, approccio scienti co ed emozioni,
investigazione inflessibile e coraggio creativo. Peste! significa promuovere una riflessione
sui processi di cambiamento e trasformazione individuale e collettiva.
Fondazione Il Lazzaretto
Una riflessione “pestifera” sul concetto di femminile, oltre gli stereotipi e i ruoli imposti: attraverso la contaminazione di forme e linguaggi di arte e cultura è questo l’obiettivo della prima edizione del Festival della Peste!, promosso dalla Fondazione Il Lazzaretto di Milano, che, dal 4 al 7 ottobre, animerà gli spazi de Il Lazzaretto con un programma di talk, workshop, concerti, proiezioni, installazioni e performance. La Fondazione Il Lazzaretto nasce e agisce nell’area dell’antico lazzaretto della città. Un luogo che stimola suggestioni e soprattutto approcci alla realtà e alla produzione culturale e che, in occasione del Festival, si apre eccezionalmente al pubblico.
“Contemplare la possibilità del femminile in una chiave non necessariamente di genere quanto di approccio offre così l’opportunità per un’indagine dubitativa e, insieme, analitica del mondo, nel tentativo di uscire da una contrapposizione statica e limitante che non oppone sessi ma persone, con strategie sempre più flessibili ed empatiche – spiega Linda Ronzoni, direttrice del Festival e della Fondazione – Del femminile, del resto, intuiamo più facilmente i pesi (i pregiudizi, le stereotipie, le sdolcinature, le banalizzazioni) che il valore. Un approccio che si staglia contro lo sfondo di un processo storico-culturale noto, ma progressivamente sempre più propenso a mettersi in discussione, anche in Italia.”
La contaminazione è il filo conduttore del programma di Peste!, che mette insieme arti visive, cinema, arti performative, musica e cura del sé. Il suo cuore è costituito da Rosso Pestifero – Tabù e rossetto, mostra a cura di Maria Elena Colombo e Il Lazzaretto, che trasforma il rossetto da oggetto a lente attraverso la quale guardare noi stessi e la nostra voglia di mostrarci o, piuttosto, nasconderci. L’apertura della mostra inaugura la quattro giorni del Festival, giovedì 4 ottobre alle ore 18:30.
Altro appuntamento previsto per la prima serata di Festival è il concerto di concerto Nina Madù e le Reliquie commestibili intitolato per l’occasione Pestifero concerto per giaguare urbane e che vedrà il gruppo al completo in formazione da camera.
Teatro delle Moire, ph Michela di Savino
Nina Madù e le Reliquie commestibili
Venerdì 5 ottobre vede in programma la classe di bioenergetica condotta da Chiara Ronzoni per proseguire con Beatrice! Dante e il femminile, un talk dello scrittore Gianni Vacchelli che così lo racconta: “Il femminile è al centro dell’esperienza e della visione del mondo di Dante. In questo Dante è se non un unicum certo una rarità nella tradizione occidentale, per lo più maschista e patriarcale. Il femminile in Dante non è sentimentale, romantico. Ma costitutivo.”
L’ora dell’aperitivo è animata da Private Pattering, una performance musicale aperta, con Gianluca Codeghini ai samples, noise, oggetti e conchiglia, e Marco Mariani alla tromba, una sequenza di forme sonore in un rapporto mai consumato tra oggetto e suono, in cui ascolti quello che vedi e vedi quello che non ascolti. Il momento è anche occasione per l’annuncio del vincitore del premio per l’arte emergente Lydia!, promosso dalla Fondazione e curato da Anna Maria Cimoli e Maria Chiara Ciaccheri.
A seguire il film Ça brule di Claire Simon (Francia, 2005), presentato dalla giornalista cinematografica Cristina Piccino (Il Manifesto), prima di un ciclo di proiezioni a cura di Luca Mosso: un percorso cinematografico in tre serate che assume a guida la peste per guardare dentro le forze più misteriose che agitano l’animo umano. Il desiderio, la passione, l’amore si diffondono come una malattia desiderata che trasforma chi ne è affetto insieme a chi ne è destinatario. Una piccola rivoluzione personale da apprezzare, coltivare, governare che passa tra i personaggi, esce dallo schermo, avvolge gli spettatori.
Sabato 6 ottobre il programma si espande all’intera giornata che parte con Nicoletta Cinotti, nome di riferimento in psicologia, pscicoterapia, mindfulness, e bioenergetica, dal titolo Le donne raccontate agli uomini e gli uomini raccontati alle donne, diario semiserio di una psicoterapeuta.
Si prosegue con la classe di La forza guerriera delle dee, condotta da Jolanda Maggiora Vergano, per scoprire potenzialità e limiti, superarli, elaborarli e ritrovare il coraggio creativo, il laboratorio Confini Sconnessi, il disegno come processo esplorativo condotto dall’artista Gianni Moretti, in collaborazione con Chiara Ronzoni nel quale il disegno è strumento di esplorazione del paesaggio umano che si inscrive in ogni volto, mezzo di conoscenza e definizione del limite (entrambi con prenotazione a info@illazzaretto.com, fino ad esaurimento posti), e il talk dell’attivista e scrittrice Lorella Zanardo, dal titolo Dove sono le donne?, una domanda che parte da una considerazione: le donne invadono i media ma al contempo le donne reali nei media non ci sono.
Mostra “Rosso pestifero. Tabù e rossetto”
L’aperitivo è occasione per le visite guidate con i curatori della mostra Rosso Pestifero – Tabù e rossetto, seguito dallo spettacolo del Teatro delle Moire Vous êtes pleine de désespoir, presentato
a Milano per la prima volta nel dicembre del 2016, getta ora la sua spora, al pari di un muschio tenace o di un lichene preistorico, negli spazi de Il Lazzaretto e presenta uno dei materiali di studio che l’hanno generato, orientato e nutrito. Si tratta del noto affresco di Piero della Francesca Madonna del Parto (1455-65), riproposto in forma di installazione performativa e riportato alle ragioni e alle tensioni profonde dell’opera che ha poi originato (richiesta prenotazione).
The Addiction di Abel Ferrara (USA, 1995) è il film selezionato da Luca Mosso e presentato da Giulio Sangiorgio, critico e direttore di FilmTv.
Domenica 7 ottobre si apre con la classe di bioenergetica condotta da Chiara Ronzoni e prosegue con l’attesissimo laboratorio del Teatro delle Moire, momento di condivisione di alcune delle pratiche che hanno portato alla creazione dello spettacolo Vous êtes pleine de désespoir: attraverso semplici esercizi, cercheremo di approfondire la percezione del corpo e del movimento nelle loro manifestazioni più sottili e profonde. La resa, l’abbandono, l’offerta di sé allo sguardo dell’altro, il movimento lento saranno alcuni dei temi che affronteremo durante questo laboratorio (entrambi gli appuntamenti con prenotazione).
Sessismo, sesso e violenza nell’era dei social, sono al centro del talk della sociologa e docente Emanuela Abbatecola, seguito dal Carosello Pestifero, un dialogo a quattro voci sul rapporto tra vita professionale e genere, tra l’artista Beatrice Catanzaro, la dottoressa specialista in ostetricia e ginecologia Alessandra Kustermann, l’avvocatessa Daniela Gasparin e il curatore Diego Sileo, a cura di Maria Chiara Ciaccheri e Anna Chiara Cimoli.
L’aperitivo della domenica è accompagnato da Punteggiatura, dell’artista Muna Mussie, nata
in Eritrea e residente a Bologna. L’artista concepisce la creazione condivisa di un libro di stoffa
un “tessuto sociale” che si costruisce grazie al dialogo con un nucleo di donne di differenti provenienze – Nigeria, Camerun, Iran, Somalia, Albania, Ghinea, Algeria, Cina, Russia, Eritrea, Etiopia, Marocco, Brasile, Argentina, Palestina, Italia, Regno del Congo, Moldavia – presentando per il festival una tappa inedita di tale processo di creazione collettiva. Chiude il festival una doppia proiezione ad alto contenuto erotico e che vede protagonista la figura della celebre pornostar Valentina Nappi. Si tratta del cortometraggio Queen Kong (2016) e del lungometraggio Io sono Valentina Nappi (2017) di Monica Stambrini, con la partecipazione dalla regista, presentata da Luca Mosso.
L’artista Lydia Silvestri e il suo atelier negli spazi de Il Lazzaretto
Premio Lydia!
Il premio è rivolto ad artisti under30 e premia con 5.000 euro la realizzazione di un’idea progettuale dedicata al tema del ‘femminile’, senza limitazioni di tecniche e linguaggi. Prendere il concetto di ‘femminile’, svuotarlo degli stereotipi e dei cliché e sperimentarne altri possibili significati che possano davvero descrivere il presente e le sue trasformazioni.
Da queste intenzioni nasce il bando Lydia!, lanciato dalla Fondazione Il Lazzaretto di Milano, intitolato alla memoria di Lydia Silvestri e ora in fase di selezione. La giuria è composta da rappresentanti degli enti promotori e da professionisti del mondo della cultura e dell’arte di comprovata esperienza: Edoardo Bonaspetti, curatore; Maria Chiara Ciaccheri e Anna Chiara Cimoli, curatrici dell’area arti visive de Il Lazzaretto; Francesca Kaufmann, gallerista (Galleria Kaufmann Repetto); Damiana Leoni, consulente per l’arte contemporanea (VIP Representative Italy-Art Basel); Adrian Paci, artista; Paola Ugolini, critica d’arte e curatrice indipendente.
L’opera del vincitore, dedicata alle tematiche promosse dal Festival, sarà presentata e fatta vivere negli spazi de Il Lazzaretto il prossimo 22 novembre in occasione di una maratona di curatela con studenti provenienti da accademie e scuole d’arte e curatori professionisti tra i quali: Katia Anguelova, Edoardo Bonaspetti, Lucrezia Cippitelli, Alessandra Pioselli.
Il Lazzaretto e la sua storia
Negli anni ’50 una signora appartenente alla borghesia lombarda illuminata, proprietaria dell’edificio un tempo sede dell’antico lazzaretto di Milano, decide di darlo in gestione a Lydia Silvestri, scultrice allieva di Marino Marini e cara amica di famiglia. L’ex lazzaretto diventa quindi l’atelier di Lydia, ma non solo. Questo luogo ha un ruolo importante nella storia della famiglia proprietaria. Per anni figli e nipoti hanno frequentato lo studio per imparare l’arte e molto altro: al lazzaretto si sperimenta che rompere gli schemi ed ‘essere pestiferi’ può essere positivo perché un modo per trasformarsi e trasformare la realtà intorno in modo giocoso. La peste che aveva segnato la storia dello spazio come luogo della cura e della separazione dal resto del mondo diventa quindi un modo di giocare con la trasformazione.
La Fondazione
Il Lazzaretto nasce da questa storia e trasforma la ‘piccola ribellione’ dei bambini pestiferi stimolati da Lydia Silvestri nel proprio atelier in un modo di intendere l’arte e la cultura come campi all’interno dei quali si possono rompere gli schemi e giocare con gli stereotipi senza ‘farsi male’.
La missione della fondazione è quella di favorire processi di trasformazione collettiva e individuale, percorsi di cambiamento e crescita, attraverso ricerche e iniziative, dove arti visive, pratiche psico-fisiche e arti performative si contaminano.
Peste! il Festival
Dal 4 al 7 ottobre
INGRESSO GRATUITO
Via Lazzaretto 15 – 20124 Milano
Tel. +39 0245370810
info@illazzaretto.com