Irpef Milano sopra i 21mila euro: spiegazioni, info su come pagare, delibera scaricabile
Ci eravamo lasciati lo scorso 24 ottobre 2013 con una certezza ed un dubbio. La sicurezza era rappresentata dalla rimodulazione, a sfavore dei cittadini, dell’addizionale Irpef del Comune di Milano; l’aspetto non chiaro, invece, riguardava l’esenzione equivalente a franchigia. Ora il quadro è definito: doppia mannaia sul ceto medio che si trova a pagare più di prima e con un’esenzione a 21mila euro che non equivale a franchigia. Facciamo chiarezza soprattutto su quest’ultimo punto.
L’ADDIZIONALE COMUNALE IRPEF 2013 – Con un Consiglio Comunale fiume, e dopo diverse settimane di propaganda su quanto fosse necessario rimodulare l’addizionale Irpef, la troupe di Pisapia il 21 ottobre ha deliberato di modificarne radicalmente l’impianto.
– Con 27 voti favorevoli e solamente 8 contrari, il Consiglio Comunale ha ridotto la soglia di esenzione a 21.000 euro lordi annui rispetto i precedenti 33.500 euro lordi annui, fissando un’imposta unica pari allo 0,8%.
IL DUBBIO RISOLTO – L’unico aspetto che non era stato ancora chiarito riguardava se il limite di 21mila euro dovesse essere, o meno, considerato come franchigia.
– La risposta è arrivata da poco. E’ sullo stesso sito del Comune di Milano che si legge “L’esenzione non equivale a franchigia e dunque non si applica nei casi in cui il reddito complessivo sia superiore a € 21.000,00”.
– Ergo: se si dovessero superare i 21mila euro lordi annui, l’addizionale comunale Irpef la si deve pagare non solamente sulla parte eccedente, bensì sull’intero importo del proprio reddito lordo annuo.
– In precedenza, oltre alla soglia esente a 33.500 euro annui lordi, erano previste diverse fasce che andavano dallo 0,10% fino a 15.000 allo 0,70% per redditi annui lordi sopra i 75mila euro.
IL CETO MEDIO: L’UNICO VERO OBIETTIVO – ‘Mungere’, il più possibile, chi non può fare a meno di farsi ‘mungere’. Sembra essere questo l’imperativo di fondo della rimodulazione dell’addizionale Irpef del Comune di Milano.
– E’ sufficiente fare qualche esempio per comprendere come questa misura colpisca, in maniera esponenzialmente maggiore, il ceto medio.
REDDITO ANNUO LORDO (€) | PRIMA (€) | OGGI (€) | AUMENTO (%) |
20.000 | 0,00 | 0,00 | – |
22.000 | 0,00 | 176,00 | + 176,00 € |
34.000 | 52,50 | 272,00 | 418,10 % |
50.000 | 100,50 | 400,00 | 298,01 % |
80.000 | 250,50 | 640,00 | 155,49 % |
300.000 | 1.790,00 | 2.400,00 | 34,08% |
– Davvero notevole l’aumento di pressione fiscale per chi guadagna poco più di 21mila euro. Si pensi ad un reddito lordo annuo di 22mila euro: se in precedenza non si doveva versare nulla in quanto la soglia di 33.500 non veniva superata, ora si dovrà pagare lo 0,8% di 22mila, ossia 176,00 euro.
– Stesso dicasi per chi ha un reddito annuo lordo di 34.000 euro; in precedenza il contributo era ‘minimo’: lo 0,10% di 15.000 più lo 0,15% di 13mila (28.000-15.000) più lo 0,30% di 6.000 (34.000-28.000). Ora, invece, il calcolo è molto più ‘pesante’: 0,80% di 34.000. Un aumento del 418%. Non male se lo si confronta con il + 155,49% di chi ha un reddito di 80mila euro.
UNA MISURA SEMPLICE, FIN TROPPO – Viene quasi da stupirsi pensando che sono state necessarie settimane intere per elaborare una misura di questo tipo.
– La rimodulazione dell’addizionale Irpef è l’esempio più concreto della tanto osannata semplificazione legislativa.
– Peccato che in questo caso la semplificazione vada a danneggiare i cittadini, soprattutto quelli appartenenti al ceto medio. I soliti ad essere tartassati e vessati.
LE INFORMAZIONI PRATICHE PER PAGARLA – Ricordiamo che l’addizionale comunale Irpef è dovuta al Comune in cui la persona fisica ha il domicilio fiscale e non, quindi, la residenza.
– I versamenti vanno effettuati esclusivamente tramite il modello F24 indicando, per il Comune di Milano, il codice ente F205.
SCARICA LA DELIBERA – Per scaricare la delibera del 21 ottobre 2013 CLICCA QUI
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Matteo Torti