Nuova viabilità piazza Castello Milano, il no di residenti, negozianti e lavoratori
La nuova viabilità è iniziata: dal 22 aprile 2014 piazza Castello è diventata zona pedonale.
LA NUOVA IDEA DI MARAN – La delimitazione di area pedonale di piazza Castello, tra via Quintino Sella a via Minghetti, è stata ideata e proposta dall’assessore alla Viabilità di Milano, Pierfrancesco Maran.
LO SCOPO DELLA GIUNTA: “PROMUOVERE AZIONI PER MIGLIORARE LA QUALITA’ DI VITA DEI CITTADINI”. DAVVERO? – Come riportato nella delibera n.556 del 21 marzo 2014, “obiettivo dell’Amministrazione Comunale è promuovere azioni dirette a migliorare la qualità della vita dei cittadini [….]” anche attraverso “l’estensione della rete delle aree pedonali”.
COSA CAMBIERÀ: DOPPI SENSI, SENSI UNICI, NUOVE CORSIE, SEMAFORI – La pedonalizzazione si estenderà su un’area di 15.000 metri quadrati, andandosi ad affiancare all’introduzione di Area C e alla creazione delle “Zone 30” instaurate dalla giunta arancione. Da martedì 22 aprile, pertanto, piazza Castello verrà chiusa al traffico per la posa dei paracarri, con la realizzazione di:
– il doppio senso di marcia nel tratto tra via Lanza e via Gadio,
– il senso unico di marcia in via Lanza,
– la corsia riservata ai mezzi pubblici in viale Gadio e piazza Castello (tra Gadio e Sella),
– una terza corsia su Foro Buonaparte a partire dall’altezza del civico 70.
– Sono stati inoltre modificati il sistema della sosta e i semafori agli incroci di Gadio/Buonaparte, Buonaparte/Lanza/Tivoli, Mercato/Pontaccio e Castello/Lanza.
INDIRIZZO COMITATO-RESIDENTI E RACCOLTA-FIRME: OLTRE 400 I “NO” ESPRESSI FINO AD ORA – Proprio in merito al “miglioramento della qualità di vita dei cittadini” si sono pronunciati i residenti del quartiere, affermando la netta contrarietà al nuovo assetto logistico della piazza.
– Il “Comitato Castello” ha infatti indetto una raccolta-firme aperta a tutti i cittadini, non solo residenti dei piazza Castello, che vogliono esprimere la propria contrarietà alla pedonalizzazione dell’erea.
– Al momento, le firme raccolte sono circa 400 e, tutti gli interessati, possono recarsi in Foro Buonaparte 76 (a pochi metri dal Decathlon di piazza Cairoli), per siglare la propria adesione alla protesta.
I PUNTI PRINCIPALI DELLA PROTESTA – Tra i punti principali della protesta:
1) – Arrivare in piazza Castello: da ora è possibile solo a piedi o con i mezzi – Come suggerito dalla stessa giunta comunale, per chi ha la necessità di raggiungere la zona di piazza Castello per fare una passeggiata, per far visita ad un parente o per andare tutti giorni in ufficio a lavorare, da adesso il consiglio è quello di “lasciare l’auto in uno dei tanti parcheggi, convenzionati o pubblici, e raggiungerla poi con i mezzi pubblici”. Nel dettaglio, il Comune indica i garage nelle seguenti vie: Pontaccio,Giacomo Puccini, Luigi Albertini, via Statuto, Quinto Alpini, San Marco e corso Magenta.
– Il parere dei negozianti: Tale obbligo, hanno spiegato alcuni negozianti di zona, porta uno “scoraggiamento alla frequentazione della zona, a causa del costo che dovrebbero sostenere i cittadini per accedere a piazza Castello. E’ il caso ad esempio – spiegano – delle famiglie chi vogliano fare una passeggiata con i figli, in pomeriggio: perché dovrebbero lasciare l’auto distante, per sobbarcarsi poi anche il costo dell’autobus o della metro, magari portandosi dietro un passeggini o bambini piccoli da controllare a vista, soprattutto in metropolitana?”
– “Chi varcherà le telecamere di Area C, inoltre – specificano altri commercianti –, dovrà pagare il ticket, lasciare l’auto in un parcheggio e poi pagare pure i mezzi pubblici: in un periodo di crisi come quello che stiamo attraversando, venire a fare una passeggiata in centro per mangiare un gelato, verrà a costare troppo. E i cittadini ci penseranno 2 volte prima di farlo. Il problema, però, è che esistono tante piccole attività oltre a bar e ristoranti dove i turisti ‘ci cadono dentro quasi per forza’. L’unico risultato, quindi, è che i piccoli negozi continuano e continueranno a chiudere”.
– il parere dei residenti: Nonostante la delibera specifichi che la pedonalizzazione è volta a “favorire la fruizione dell’insieme […], equilibrando le relazioni fra residenti, commercianti, lavoratori, turisti etc che, abitualmente o occasionalmente, si trovano a frequentare l’ambito”, i residenti precisano come tale delibera comporti, concretamente, solo la problematizzazione della vita quotidiana.
– Ad esempio, nell’area risiedono molti anziani che da sempre ricevono visita da figli e parenti che abitano in altri quartieri di Milano. “Come farà mia figlia a venirmi a prendere? – osserva un’anziana residente. – E non parlo di andare a fare una passeggiata insieme alla domenica, ma del fatto che ho bisogno di essere accompagnata per andare dal medico.”
– Difficoltà similari sono ravvisate anche dagli altri residenti: “Con che coraggio possiamo invitare a farci visita amici o parenti? Già ci hanno messo il pagamento del pedaggio dell’Area C, ora dobbiamo anche obbligarli a lasciare giù l’auto e proseguire a piedi o con i mezzi. E quando vanno via? Devono prendere la metro di notte? E se sono ragazze, studentesse o giovani mamme con bambini? Dove sono le garanzie per la loro sicurezza?”
– il parere dei lavoratori che hanno l’ufficio in piazza Castello – “Lavorare qui sta diventando sempre più difficile. E sempre più costoso – spiega il titolare di uno studio della zona. – Ogni volta che dobbiamo ricevere dei clienti, già dobbiamo metterli in guardia davanti alle multe di Area C, in certi casi arrivando addirittura a pagarla noi. Ora dovremo anche provvedere a mandarli direttamente a prendere i mezzi, perché non possono più entrare nella piazza con le loro auto? Dobbiamo spiegare a colleghi o delegazioni straniere che l’unico modo per raggiungerci è prendere il tram, o sborsare altri soldi per un taxi? E tutto questo per decine di clienti ogni settimana: ma ci ha pensato il Comune, a quanto ci costerà? La crisi c’è per tutti, e buttare via i soldi non favorisce certo la ripresa, anzi. Incattivisce sempre di più chi lavora 15 ore al giorno per cercare di pagare l’affitto e i dipendenti”.
2) La deviazione del traffico – La pedonalizzazione, si potrebbe dire, parte già con il piede sbagliato, poiché la giunta arancione l’ha varata con profilo “sperimentale” (nella foto, la situazione del traffico in Foro Buonaparte, durante la prima giornata di attivazione dell’ordinanza).
– Cittadini usati come cavie – I cittadini si trovano quindi, loro malgrado, ad essere usati ancora come cavie, dovendo affrontare un progetto non già strutturato in tutti i suoi punti, ma che fin dal principio ammette criticità solo secondariamente risolte (in merito, paradigmatico quanto già combonato dalla giunta Pisapia con Area C, presentata anch’essa come ‘progetto sperimentale’ e varata, ad esempio, senza tener conto che 40 vie del centro storico prevedevano un senso unico obbligatorio abbinato al varco delle telecamere. I residenti di tali vie, quindi, erano obbligati a consumare ogni volta uno dei 43 accessi ‘omaggio’, senza che la giunta avesse minimamente pensato al problema e incrudelendo fino al ridicolo la beffa di dover pagare per tornare a casa propria).
– Le valutazioni di Amat: – Lascia perplessi anche il parere formulato da Amat (Agenzia Mobilità e Ambiente del Territorio) sull’impatto che la pedonalizzazione avrà sul traffico della zona. Tale studio è stato condotto su richiesta dello Stesso Comune di Milano e, il primo parere espresso, è stato decisamente negativo. L’Agenzia, infatti, ha valutato il progetto facendo riferimento entrambe le ore di punta quotidiana, mattutina e serale. Amat ha quindi tracciato tre ipotesi per incrociare i dati di rilevamento del traffico attuale, le simulazioni e lo scenario che effettivamente potrebbe verificarsi:
Prima ipotesi: Amat ha considerato la creazione di due corsie in Foro Buonaparte, verso largo Cairoli, con il tram in promiscuo sulla corsia più centrale. In merito, lo studio ha prospettato una “situazione di sofferenza” per il traffico, specialmente per l’ora di punta mattutina. Questo frangente rappresenterebbe infatti un momento di crisi, con un aumento del 180% della lunghezza della coda media in largo Cairoli (la massima addirittura raddoppierebbe). Le conseguenze per il trasporto pubblico sarebbero fortemente negative con, scrive l’Amat, “aggravio dei parametri prestazionali, con forti decrementi delle velocità medie ed un aumento sensibile dei tempi per compiere il tragitto”.
Seconda ipotesi: Il secondo scenario ha valutato invece, sempre in foro Buonaparte, due corsie, di cui una riservata a tram e autobus. Tale scenario è stato categoricamente bocciato da Amat poiché, ha sottolineato l’agenzia, determinerebbe “notevoli accodamenti” su Foro Buonaparte, con ricadute negative anche sul trasporto pubblico.
Terza ipotesi: La terza fattispecie, infine, ha ponderato la realizzazione di tre corsie, di cui una riservata a tram e autobus. Tale scenario sarebbe migliore dei precedenti, poiché l’Agenzia vedrebbe in tale soluzione “meno criticità”, anche se si renderebbe necessario operare alcuni interventi di compensazione circa il percorso della pista ciclabile.
– La valutazione è super partes? – A seguito del parere ricevuto, il Comune avrebbe operato le prime modifiche al progetto, ottenendo quindi un secondo parere, che ne ha valutato la sostenibilità. Tra favorevoli e contrari, tuttavia, c’è chi si dice perplesso circa l’origine della valutazione del progetto presentato dal Comune, poiché eseguita da un ente, Amat, che dal 2009 è di proprietà esclusiva del Comune stesso.
– Si legge infatti sullo stesso portale amat-mi.it che “Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio (Amat, ndr) è una struttura tecnica voluta dal Comune di Milano nel 2000. Dal 2009 la società è diventata di proprietà esclusiva del Comune, per conto del quale svolge servizi specialistici”.
3) Eliminazione dei parcheggi – Il provvedimento ha comportato l’eliminazione di numerosi posti contrassegnati sia da righe gialle (residenti), sia da righe blu (sosta a pagamento).
– piazza Castello: eliminati tutti i parcheggi per residenti lungo il marciapiede che dalla fontana di largo Beltrami si snodavano per tutta la piazza Castello, in direzione Triennale. Eliminati anche i parcheggi (sempre per residenti) davanti ai civici 9 – 15 e trasformati in soste per motorini le linee gialle davanti ai civici 7 – 3.
– Via Ricasoli: le righe blu sono state sostituite dalle gialle, sebbene i posti per residenti sono stati cannibalizzati dalle soste riservate al car sharing, ai vicini uffici di Atm, al carico-scarico merci e alle auto con conducenti. Gli spazi effettivamente utilizzabili dagli abitanti, pertanto, si contano sulle dita di una mano.
– Foro Buonaparte: La situazione di maggiore disagio è per i residenti di Foro Buonaparte, dove sono stati installati cartelli di divieto di sosta e fermata. “Come facciamo a scaricare la spesa?” chiedono esasperati alcuni residenti. “E dove dovremo sostare per poter tornare a casa? – aggiungono altri. – Prima ci hanno messo il pedaggio per tornare alle nostre abitazioni, ora non possiamo neanche lasciare giù l’auto!”
CASI “CURIOSI” – In tutto ciò, non mancano anche “bug” ad ora totalmente trascuranti dalla Giunta. Un esempio, il caso dei cittadini che sono proprietari o affittuari di posti-auto all’interno dei cortili dell’area, ma non hanno la residenza: “Come faremo ad accedere al nostro posto? Lo paghiamo, non è gratis! Ci impediranno di usarlo perché non siamo residenti e, quindi, non possiamo più accedere alla piazza?”
DEROGHE – Le uniche deroghe al divieto di transito, attivo 24 ore su 24 e per 7 giorni su 7, sono previste con le seguenti modalità:
– transito e sosta nei controviali di piazza Castello: residenti, velocipedi, mezzi di soccorso e di Polizia, veicoli di supporto a manifestazioni o eventi (previa autorizzazione del competente Comando di Zona della Polizia locale)
– solo transito: veicoli adibiti a pulizia e manutenzione stradale, e mezzi pubblici (in questo ultimo caso, è previsto il passaggio di autobus di linea nei controviali riservati ai residenti, con prevedibili intasamenti data l’esiguità della sede stradale).
E IL COMUNE? – Per ora, i residenti hanno dichiarato battaglia. Ciò che si aspettano, è almeno un confronto con il Comune. In attesa di un raffronto, l’invito del Comitato Castello è quello di votare: “Anche se non cambierà nulla, non accetteremo passivamente decisioni che danneggiamo, e di molto, la nostra vita quotidiana”
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Di Redazione