Allarme Legionella a Milano – Niguarda e Bresso, sintomi, rischio contagio, rimedi, precauzioni e info pratiche
Solo dieci giorni fa l’allarme era scattato in quel di Bresso, nell’hinterland milanese. Questa volta è toccato al quartiere Niguarda: il capoluogo meneghino sembra essere sempre più a rischio legionella e si prepara ad accogliere un intervento innovativo per debellare il batterio in 350 abitazioni che, secondo le analisi dell’Asl, sarebbero a rischio di questo pericolosissimo batterio. L’intervento si concentrerà sugli impianti idrici poi, casa per casa, si procederà ad accertare che gli agenti chimici abbiano raggiunto tutti i rubinetti. Un’iniziativa senza precedenti, di solito utilizzata solo negli ospedali. Ma cerchiamo di capire meglio cosa si intende per legionella analizzandone i sintomi, il rischio contagio, i rimedi e le precauzioni per evitarne la diffusione.
TUTTO SULLA LEGIONELLA – La legionella è un’infezione causata da batteri; può manifestarsi con una febbre (Febbre di Pontiac) o, nei casi più critici, con una polmonite (Malattia dei Legionari).
– Il nome ‘legionella’ deriva dall’epidemia di polmonite verificatisi, nel 1976, all’interno di un gruppo di veterani della America Legion, riuniti in un albergo di Filadelfia. Su 221 contagiati morirono in 34. Solo in seguito si scoprì l’esistenza di questo nuovo batterio, che aveva dilagato nell’impianto di condizionamento dell’hotel.
DOVE SI ANNIDANO I BATTERI? – I batteri della legionella sono presenti soprattutto negli ambienti acquatici e artificiali, come le sorgenti termali, i fiumi, i laghi, i vapori e i terreni.
– Da tali ambienti naturali, i batteri si spostano poi a quelli artificiali tramite, ad esempio, le condutture idriche.
– Studi hanno evidenziato che i batteri della legionella hanno una forte resistenza in acqua a temperature comprese fra i 5,7 e i 55°C e sono in grado di proliferare nel pieno delle loro forze a temperatura dell’acqua tra i 25 e i 42°C.
SINTOMI ED ESAMI – Febbre, brividi, tosse secca o grassa; ma anche dolori muscolari, mal di testa, stanchezza, perdita di appetito e, occasionalmente, diarrea. Sono questi i sintomi principali di chi viene affetto da legionella. Sintomi comuni ad una influenza che, in certi casi, nasconde un malfunzionamento renale o polmoniti.
– Per capire se in presenza di questi sintomi si sia stati effettivamente contagiati dai batteri della legionella sono necessari test specifici; generalmente si isola il batterio con un test su saliva o urina.
– Una volta compreso che si tratti effettivamente di legionella, sono due i possibili scenari. La Febbre di Pontiac, che causa un innalzamento della temperatura corporea e dolori muscolari, ma non la polmonite (in questo caso l’incubazione è di pochi giorni). Discorso diverso quando la legionella assume i sintomi della polmonite (Malattia dei Legionari): qui l’incubazione varia da 2 a 10 giorni.
IL RISCHIO CONTAGIO – Escludere a priori una categoria di soggetti dal contagio della legionella è impossibile, ma è evidente che i batteri colpiscono più facilmente gli anziani, i fumatori e le persone affette da condizioni polmonaricritiche. A rischio anche chi è affetto da cancro, Hiv, insufficienza renale, diabete o tossicodipendenza.
– Tra le categorie da monitorare rientrano in particolare i fumatori, in quanto il loro sistema respiratorio risulta essere compromesso e quindi non svolge più quella funzione di filtro di agenti estranei nei polmoni.
– Questo poiché la legionella si trasmette essenzialmente in due modi: inalazione di aerosol contaminati e ispirazione diretta di aria o acqua contaminata che passa nel sistema respiratorio per errore.
– Per tale motivo è molto importante intervenire direttamente sulle condutture idriche dell’abitazione o del locale pubblico contagiato.
QUALCHE CONSIGLIO PER EVITARE RISCHI – Cosa fare, quindi, per ridurre al minimo il rischio di contagio da legionella?
– Partendo dal presupposto che i batteri si sviluppano e proliferano in ambienti ricchi di acqua, anche stagnante, è buona pratica prevedere una disinfezione dell’impianto idrico con prodotti specifici, ma anche pulire l’impianto di condizionamento e deumidificazione, al fine di sorprendere eventuali ristagni di acqua o formazione di calcare.
ATTENZIONE AGLI IMPIANTI IDRICI – Per quanto riguarda gli impianti idrici si raccomanda di:
– evitare tubazioni con terminali ciechi o senza circolazione;
– evitare formazione di ristagni;
– evitare lunghezze eccessive di tubazioni;
– evitare contatti tra acqua e aria o accumuli in serbatoi non sigillati;
– prevedere una periodica e facile pulizia;
– scegliere con cura i materiali (è stato rilevato che le tubazioni di rame riducono la proliferazione della legionella)
– evitare la scelta impiantistica di torri evaporative in favore di soluzioni alternative, come i sistemi water spray system, pozzi geotermici;
– prevenire la formazione di biofilm e incrostazioni.
TRATTAMENTI DA EFFETTUARE – Di seguito i principali trattamenti da effettuare per rimuovere le incrostazioni:
– Trattamento termico: si mantiene l’acqua a una temperatura superiore ai 60 °C, condizione in cui si inattiva la legionella;
– Shock termico: si eleva la temperatura dell’acqua, generalmente per mezzo di scambiatori di calore, fino a 70-80 °C per almeno 30 minuti al giorno per tre giorni, fino ai rubinetti;
– Iperclorazione continua: si introduce cloro nell’impianto sotto forma di ipoclorito di calcio o di sodio, fino a che la concentrazione residua del disinfettante sia compresa tra 1 e 3 mg/l;
– Iperclorazione shock: si mantiene una concentrazione di 50 mg/l per un’ora oppure 20 mg/l per due ore;
– Biossido di cloro: consente una disinfezione continua, con valori modesti di cloro residuo, mantenendo la potabilità dell’acqua, rimuove il biofilm (habitat naturale della legionella) e costituisce un’azione molto prolungata sia nel tempo sia nella distanza dal punto di iniezione; i valori consigliati sono di 0,2-0,4 mg/l; non produce sottoprodotti (tipo i THM), viene prodotto in loco con appositi generatori con capacità di produzione adeguate all’impianto da disinfettare; con le concentrazioni sopra dette non produce aggressioni alle tubazioni;
– Monoclorammina: le monoclorammine sono più stabili del cloro libero, hanno un maggior potere residuo, non danno origine a trialometani e penetrano meglio nel biofilm. Dosaggi ottimali per l’eradicazione della legionella sono 2-3 mg/l;
– Raggi ultravioletti: la luce UV (254 nm), generata da speciali lampade, uccide i batteri;
– Ionizzazione rame-argento: si producono ioni generati elettroliticamente fino a una concentrazione di 0,02-0,08 mg/l di Ag e 0,2-0,08 mg/l di Cu;
– Colloidi rame-argento: a differenza della ionizzazione, molto instabile, si utilizzano nano particelle ognuna delle quali ha oltre 6 milioni di ioni in superficie, che sono i veri biocidi;
– Perossido di idrogeno e argento: si sfrutta l’azione battericida e sinergica tra l’argento e una soluzione concentrata di perossido di idrogeno (acqua ossigenata).
– Ozono: L’attività germicida dell’ozono si fonda sulla elevata capacità di ossidante diretto; grazie a questa qualità, tutte le strutture macromolecolari delle cellule (muffe, batteri acetici, eterolattici, lieviti apiculari, ecc.) vengono profondamente alterate e inattivate;
– Filtri terminali: applicati direttamente al punto di prelievo, formano una barriera meccanica (0,2 μm) al batterio ma devono essere sostituiti con una certa periodicità. Solitamente vengono applicati in abbinata al biossido di cloro, nei punti ad altissimo rischio (docce per grandi ustionati, docce per neonatologia, ecc.).
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Matteo Torti