Cultura e Società

Stop alle modelle magre. La prossima sarà l’avvistamento del Bigfoot?

modaSi tratta di uno di quei momenti ricorrenti all’inizio di ogni fashion week, nazionale o internazionale: un flashback mitologico che a volte ritorna e, per una frazione di secondo, porta tutti noi a pensare che sì, magari questa è la volta giusta. Poi basta fare una passeggiata per le strade, o guardare l’ultimo servizio del tiggì, e si capisce di esserci cascati un’altra volta: chi mai ha visto una modella che non sia magrissima e, anzi, anche solo vagamente vicina al concetto tanto sbandierato di “donna vera”, pure sana e in buona salute?
Appunto. E le modelle XL, pardon, curvy, non c’entrano nulla.
Ora il mito ritorna: alla vigilia della settimana della moda milanese, le maison parigine più importanti (vale a dire  Lvmh e Kering, i due maggiori colossi mondiali del fashion che, nei rispettivi portafogli, annoverano brand come Christian Dior, Fendi, Loro Piana, Louis Vuitton, Gucci, Saint Laurent e Bottega Veneta), sono state cristalline, e ai blocchi di partenza ci sarebbe una vera e propria carta per “tutelare la salute di modelle e modelli”, e non solo. Insomma, una volta per tutte, basta alla super magrezza, che da sempre si esige (e si invidia) ma non si dice, e già che ci siamo basta pure alle baby top perché un’adolescenza dignitosa, e gli impegni scolastici, sono cosa buona e giusta.
In cima al glam revolution, dunque, posto d’onore al “ritorno delle forme”, e poco importa se questa frase l’abbiamo già sentita 2 milioni di volte, più della “gita fuori porta a Pasqua” e “i rincari del carburante a inizio estate”. Ma tant’è. E per perseguire sempre quel concetto di “donna reale”, la carta stabilisce in primis che, d’ora in poi, in sfilata non saranno più accettate taglie sotto la 38. Vale a dire: le modelle dovranno avere “almeno” una 38..  perché chi non riconosce la potenzialità dell’esempio negativo che possono rappresentare indossatrici scheletriche? E su questo, ovviamente, siamo tutti d’accordo e vade retro anoressia.
Ora: nonostante la buona volontà di stilisti & Co, gli scettici potrebbero obiettare che ammettere in passerella “almeno” una “taglia 38” non collimi proprio a perfezione con il concetto di “donne vere e reali”, le quali normalmente sono ben lontane dall’avere una 38.
Tuttavia, alla fine è bello pensare che da adesso, finalmente, aprendo un rivista o guardando una pubblicità non saremo più perseguitati da fianchi ossuti e pance concave; guance emaciate e seni fantasmatici. Modelle in carne oltre che ossa, insomma, “donne vere” con tanto di certificato medico a dimostralo.
Sì, è bello crederci e mette di buonumore: come l’avvistamento del Bigfoot o dei dischi volanti.
(foto: Loquax)

VP

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