Come nasce l’amore? Ecco i segreti della chimica: nulla accade per caso
A differenza di letteratura, filosofia e psicologia, secondo la scienza il “mistero dell’amore” è presto svelato: si tratta di una reazione chimica veicolata da neurotrasmettitori. Fine. E tanti saluti al buon vecchio romanticismo.
I “luoghi del delitto”, infatti, sono quelle zone del cervello dove, come buoi allo stato brado, impazzano le emozioni e gli istinti più inconsci. Al verificarsi di determinate condizioni, tali impulsi entrano in comunicazione con le aree cerebrali di livello cosciente, e vengono da esse rielaborati e trasformati in veri e propri pensieri, scatenando ciò che tutti noi conosciamo: la sciaguratissima “tempesta ormonale”, che ci travolge ogni volta con momenti di super-fanta-iper felicità, e successive mazzate che ci stendono ko per 6 mesi.
Detto questo, ciò che accade è un’azione a delinquere tra reazioni chimiche e neurotrasmettitori che, attraverso le emozioni, comunicano alla coscienza un’inclinazione erotico-sentimentale verso uno specifico soggetto. In poche parole: oddio, ci siamo innamorati un’altra volta!
Il ruolo, in tutto questo, della vo-lon-tà dell’individuo, è assolutamente nullo, proprio come “nullo” sarà il livello di autocontrollo mentale esercitato da un soggetto in balia della summenzionata tempesta. Ma, per il piacere della Bridget Jones che è in ognuno di noi, da adesso in poi potremo finalmente affermare che, in verità, la colpa non è delle nostre facoltà intellettive, improvvisamente regredite a plancton primordiali… Bensì, è da imputare alle deleterie sostanze imprescindibilmente prodotte dal nostro corpo.
In proposito, facciamo subito qualche esempio pratico: chi di noi, in presenza della persona desiderata, non ha mai assistito al tragico fenomeno della desertificazione salivare, rendendosi conto con orrore di non riuscire più a spiccicare parola? La causa, come anticipato, non è da ravvisarsi nell’istantanea atomizzazione delle facoltà intellettive: si tratta soltanto di un tipico effetto dell’ormone prodotto dalle ghiandole surrenali, la “noradrenalina”, responsabile tra l’altro anche degli sgradevolissimi sbalzi di sudorazione che, soprattutto durante il primo appuntamento, possono trasformarsi in veri e propri disastri biologici!
Ora, Grande Fratello della noradrenalina è un neurostrasmettitore noto anche come “molecola dell’agitazione”: la famigeratissima “adrenalina”. Quante volte abbiamo sentito l’espressione “Ho le farfalle nello stomaco”? Bene, adesso sappiamo che non dipende dalla peperonata mangiata la sera prima e, sempre all’adrenalina dovremo ricondurre anche la tipica sensazione, connaturata al momento dell’innamoramento, di invincibilità contro tutti e contro tutto.
Ovviamente, questa convinzione è a dir poco delirante e, solitamente, presto smentita dagli accadimenti più umilianti (vedi scoprire che Lui si sta per sposare e ha scelto noi come sordida scappatella prematrimoniale, Lui ha già una famiglia con 8 figli, Lui stava solo facendo una scommessa con gli amici del Calcetto e doveva fornicare con un numero X di donne in un mese o, infine, Lui è semplicemente Satana).
Come se non bastasse, a questo punto ci pensa la terza delle Tre Grazie, la “dopamina”, a infliggere il colpo finale alla nostra dignità. E se normalmente, dopo terrificanti figure barbine in presenza dell’agognato, potenziale partner, la conseguenza più saggia sarebbe la migrazione verso paesi lontanissimi, proprio grazie alla dopamina l’imperativo che verrà pompato al nostro cervello sarà quello di “desiderare e desiderare e desiderare ancora”.
Risultato: per provare nuovamente (l’illusorio) piacere provato stando accanto al nostro (spregevole) Lui, la spinta biologica ci porterà a reiterare qualsiasi azione (cioè suicidio sociale), pur di vederlo ancora, parlargli ancora, sfiorarlo ancora. Ancora, ancora e ancora!
Grazie al cielo, il salvifico riequilibrio psicologico avverrà quando, oramai ridotte allo stato semi-ferino dalla cachessia mentale, il nostro (sciagurato) organismo deciderà di mandare in circolo una dose per rinoceronti di “serotonina”, il cui salvifico effetto sarà quello di sedare le follie della passione d’amore, ristabilendo finalmente una parvenza di raziocinio.
E arrivate a questo inestimabile traguardo, la conclusione è soltanto una: l’amore, in realtà, è come l’influenza. Basta prendersi cura di sé e prima o poi passa!
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