Incendio via Iglesias Milano, pensionata costretta alle candele perché non può pagare la corrente, è gravissima
Storia di un dramma della povertà nella città di Milano, capitale della moda dove imperversano le polemiche sull’apertura di un nuovo super store del lusso in Galleria Vittorio Emanuele, e attorno a Palazzo Marino si trovano ristoranti dove un tiramisù in bicchierino costa 22.00 euro, 8 pezzetti di sushi addirittura 40,00.
In tutto questo, purtroppo, c’è anche chi non ha i soldi per pagare l’elettricità e per questo ogni giorno, al calar del sole, è costretto a rischiarare la propria modesta abitazione accendendo la fiammella di una candela.
Questa, ad esempio, la vita della signora A.C., 64 anni, pensionata, che divideva il tetto coniugale con il marito, custode in un’autorimessa.
Una vita fatta di piccoli lavoretti per guadagnare qualche spicciolo in più, tanti sacrifici e i tagli a tutto il superfluo per arrivare a fine mese, anche se “il superfluo” non è una borsa griffata da 500 euro, bensì la corrente elettrica.
Durante l’assenza del coniuge, purtroppo, la tragedia: nella piccola abitazione in via Iglesias 38, zona viale Monza, ieri è scoppiato un incendio, forse proprio a causa di quelle candele, e il fuoco è divampato ingoiando tutto quanto incontrato, avvolgendo anche la pensionata.
La morte della donna è stata impedita dal coraggioso intervento di un vicino di casa, V.T, 42 anni, romeno: lo straniero, notando del fumo uscire dall’appartamento e non avendo ricevuto risposta quando ha chiamato la vicina, senza esitare ha sfondato la porta recuperando una pentola con la quale ha gettato acqua sulla pensionata, fino a salvarla dalle fiamme.
Nel frattempo sono giunti anche i vigili del fuoco, che si sono prontamente occupati dell’incendio.
L’intervento del romeno è stato provvidenziale e profondamente encomiabile, e fa davvero piacere poter parlare di un tale gesto compiuto dal rappresentante di un’etnia spesso citata per atti negativi.
Sopraggiunti anche i volontari del 118, la signora è stata immediatamente ricoverata al San Raffaele di Milano.
Purtroppo, il 45% del suo corpo ha riportato ustioni; in più sono sopraggiunte aggravanti all’apparato respiratorio e, le condizioni della signora, sono gravissime.
Non si può che sperare con tutto il cuore che la signora ce la faccia e che, intervenendo le Autorità preposte alle politiche sociali di Milano, tali drammi della povertà non si debbano più ripetere.
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di Redazione