Racket caro estinto Milano video Sos Racket e Usura
L’associazione Sos Racket e Usura si è infiltrata nelle camere mortuarie dell’Ospedale Humanitas di Rozzano e di San Donato Milanese, dove con una microcamera nascosta hanno ripeso gli infermieri addetti alla camera mortuaria nell’atto di mettere in contatto i finti parenti con precise Imprese di Pompe Funebri, allo scopo di organizzare i funerale di una finta parente in stato terminale. Il vergognoso commercio dei morti, venduti alle Imprese di Pompe Funebri dagli infermieri di insospettabili ospedali, quindi continua, nonostante nell’ottobre del 2008 la Procura di Milano abbia arrestò 41 persone.
GLI ARRESTI DEL 2008 –
- Solo nel 2008 erano state arrestate 41 infermieri che lavoravano nelle camere mortuarie degli ospedali, Pio Albergo Trivulzio, San Paolo, San Carlo, Sacco, Policlinico, San Giuseppe, Niguarda e la Clinica Santa Rita: vendevano i “defunti” dietro compenso di denaro a numerose imprese di Pompe Funebri: i tariffari andavano dai 30 ai 400 euro circa.
- Tra i coinvolti Alcide Cerato ed i figli Massimo ed Andrea, titolari delle Imprese di Onoranze Funebri San Siro, Riccardo D’Antoni, titolare della Varesina e un suo dipendente Vito Lo Verde, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione.
COSA STABILISCE LA LEGGE –
- Le linee imposte dalla Regione Lombardia in tutti gli ospedali prevedono il divieto assoluto alle imprese di Pompe Funebri di offrire i propri servizi all’interno dell’ospedale. Nessuna impresa ha esclusive o appalti di servizio con l’Ospedale.
- La vestizione della salma è affidata esclusivamente al personale della camera mortuaria, come è obbligatorio segnalare alla Direzione Sanitaria interferenze o sollecitazioni finalizzate alla scelta dell’impresa.
L’INCHIESTA DI SOS RACKET E USURA –
A due anni di distanza, Sos Racket e Usura è stata contattata nei mesi scorsi da due Imprese di Pompe Funebri che hanno confidato che il sistema non è cambiato: i morti vengono ancora venduti, e nelle camere mortuarie di molti ospedali milanesi e dell’ hinterland, tutto funziona come prima.Da qui l’inchiesta di verifica effettuata personalmente dall’associazione, che ha documentato quanto ancora accade girando due video con telecamera nascosta. Il primo video documenta la situazione all’Humanitas di Rozzano, il secondo quella di San Donato.
HUMANITAS DI ROZZANO, il racconto degli operatori dell’associazione
- Con una micro telecamera abbiamo documentato come dalla camera mortuaria dell’Humanitas di Rozzano, il solerte infermiere, ci ha indirizzato verso un’impresa di Pompe Funebri.
- “Ho mia zia che ha 42 anni, in reparto ci hanno avvisato che il decesso è imminente, purtroppo ha un tumore. Non siamo di qui, veniamo da Varese, non sappiamo come muoverci, ci potrebbe indicare un’impresa a cui rivolgerci?”.
- L’esca è lanciata e l’avvoltoio in camice bianco facendoci entrare nella stanzetta riservata agli infermieri, prontamente ci dà il telefono di cellulare di Giuseppe, responsabile dell’Impresa di Pompe Funebri Maggiore. “Chiamalo subito, – ci dice -, così vi potete mettere d’accordo e dirgli di venire qui in camera mortuaria”. L’avvoltoio si premunisce di essere presente quando dopo cinque minuti un responsabile dell’impresa arriva. L’aggancio è fatto e a quel punto trattiamo il prezzo del funerale: “Dai tre ai quattromila euro – ci dice Giuseppe – dipende dalla cassa, dai fiori, dal tipo di funerale. Pensiamo a tutto noi. “Intanto l’avvoltoio in camice bianco, ci dice “per la vestizione della salma ci penso io, se mi vuole offrire un caffè lo accetto volentieri”.
- Con una stretta di mano ci congediamo, mentre “loro” aspettano una nostra telefonata quando la nostra parente sarà deceduta.
OSPEDALE DI SAN DONATO MILANESE, il racconto degli operatori dell’associazione
- Qualche ora dopo ci rechiamo alla camera mortuaria dell’Ospedale di San Donato Milanese, dove “inventandoci la stessa storiella”, il responsabile addirittura ci accompagna, all’impresa di Pompe Funebri, togliendosi il camice ed abbandonando il proprio posto di lavoro.
- Ci dice “vede qui a San Donato Milanese ci sono solo due imprese che hanno l’appalto con l’Ospedale, solo loro che sono del Comune di Milano possono fare i funerali”.
- E ci presenta al responsabile dell’impresa di Pompe Funebri Galazzi, posizionata di fronte all’Ospedale, dove mentre arriviamo già ci aspetta sulla porta un loro referente.
- “Pensiamo a tutto noi ci dice non vi preoccupate, ci occupiamo anche della vestizione della defunta, perché gli infermieri non sono abilitati a farlo, portateci i suoi vestiti”. Il costo del funerale ? “Dipende dal servizio, ma penso che con 2.500 / 3.000 euro, facciamo tutto noi, fiori e trasporto compresi.”
- La conversazione si chiude con l’ennesima stretta di mano ed uscendo vediamo il solerte infermiere avvoltoio, in camice bianco, che aspettava fuori. Il contatto era avvenuto.
L’APPELLO DI FREDIANO MANZI, PRESIDENTE ASSOCIAZIONE SOS RACKET E USURA – “Rivolgiamo un appello a tutte le persone che hanno avuto dei propri cari deceduti negli ospedali, a segnalare prontamente all’Autorità Giudiziaria oppure alla nostra Associazione, qualunque comportamento anomalo ed invadente da parte del personale infermieristico e/o da estranei all’ambiente ospedaliero”, dice Frediano Manzi, presidente dell’Associazione Soso Racket e Usura.
LE RICHIESTE DELL’ASSOCIAIZONE, AVANZATE DAL PRESIDENTE MANZI – “Alla luce di questi gravissimi fatti da noi documentati l’Associazione S.O.S. Racket e Usura:
- chiede con forza all’Autorità Giudiziaria di aprire un’inchiesta al fine di verificare quanto da noi denunciato. Ci mettiamo sin da ora a disposizione per consegnare tutto il materiale raccolto in nostro possesso, e documentare come sia diffusa l’abitudine da noi riscontrata, anche in altre strutture ospedaliere di Milano e hinterland, di segnalare i nominativi di Imprese di Pompe Funebri compiacenti e colluse con il personale interno alla struttura ospedaliera.
- Chiediamo alla Direzione Sanitaria degli Ospedali Humanitas e San Donato Milanese di sospendere sin da ora i due infermieri coinvolti, aprendo un’inchiesta che accerti la verità.
- Chiediamo anche l’intervento immediato dell’Asl e dell’Assessore alla Sanità della Regione Lombardia, Luciano Bresciani.
- Chiediamo anche al Comune di Milano di intervenire tempestivamente sulle due Imprese di Pompe Funebri coinvolte, nel diffidarle ad operare ancora nei pressi degli ospedali, Humanitas di Rozzano e San Donato Milanese.
- Chiediamo infine alle Direzioni sanitarie della Regione Lombardia di attuare i più rigidi controlli affinché fatti così gravi non si ripetano più nel rispetto soprattutto di chi ha perso un proprio caro, evitando che diventi ostaggio di “avvoltoi in camice bianco”.