Seveso esondato Milano, zona Niguarda ancora in tilt. Punto della situazione in Lombardia
Non cessa la pioggia e, il Seveso, è esondato ancora, mettendo nuovamente in ginocchio la zona Niguarda.
MILANO – In via Valfurva sono al lavoro le squadre della Protezione civile;
– MM ha provveduto a far aprire da Servizi idrici tutti i chiusini per il deflusso dell’acqua;
– Le pattuglie della Polizia locale cercano di tenere sotto controllo la viabilità.
– In zona Isola gli ambulanti del mercato rionale di piazzale Lagosta sono stati invitati ad anticipare il disallestimento dei banchi lasciando libere piazza Minniti, via Garigliano e via Sebenico.
– Presso la stazione della M2 Famagosta, inoltre, momentaneamente e a scopo precauzionale, è stata interrotta la circolazione fino ad Assago Forum, per il quale sono previsti bus sostitutivi. Rimagono per ora chiuse le stazione di Zara (M3 ed M5), Istria (M5) e Marche (M5) per l’impossibilità di uscire in superficie in condizioni di piena affidabilità. In via precauzionale è poi sospesa la tratta tra Centrale (M3) e Maciachini (M3), per la quale sono stati messi in campo bus sostituvi.
EMERGENZA PO – Il Centro Funzionale Monitoraggio Rischi, intanto, ha emesso un aggiornamento di Avviso di criticità, il numero 148, per rischio idraulico localizzato sul fiume Po.
– Il colmo di piena è in transito nella sezione di Borgoforte, con valori intorno agli 8,1 metri.
– I livelli del fiume Po pertanto continueranno a crescere nel tratto terminale lombardo, rimanendo al di sopra della soglia di elevata criticità almeno per le prossime 24 ore.
– Le intense precipitazioni registrate e che interesseranno il territorio regionale anche nel pomeriggio di oggi, sabato 15 novembre, porteranno l’ingresso di una nuova onda di piena.
3 SETTORI A RISCHIO – Tre zone ben identificate lungo il corso del Fiume Po diviso in aree che variano da ordinaria a elevata criticità. Nello specifico:
– il settore che ha come punto di riferimento Ponte Valenza, il PO1 (Pavia) che va dal Po al Tanaro, l’avviso prevede un livello di moderata criticità con possibilità di peggioramento;
– per il tratto Tanaro-Ticino che include il Ponte della Becca, il PO2 (Pavia), livello di moderata criticità tendente a peggioramento;
– nel tratto Ticino-Lambro identificato con Spessa Po, il PO3 (Pavia) il bollettino segnala ordinaria criticità con tendenza a peggioramento;
ORDINARIA CRITICITA’ – per la sezione PO4 (Lodi e Cremona), che interessa anche Piacenza, il livello è di ordinaria criticità con tendenza stabile;
la zona identificata come PO5 (Cremona), con la città del torrone come riferimento, ha una moderata criticità con possibili miglioramenti.
MONITORAGGIO SPECIFICO – A richiedere un monitoraggio più specifico sono i settori 6, 7 e 8:
– Il settore PO6 (Cremona e Mantova), che ha come riferimenti Casalmaggiore e Boretto, è a elevata criticità con una tendenza a moderata;
– anche per la sezione PO7 (Mantova), identificata con Borgoforte, è a livello di elevata criticità con segnali di lievi miglioramenti;
– la sezione PO8 (Mantova), con riferimento Sermide, registra elevata criticità con possibili peggioramenti.
– A valle di Casalmaggiore, dove i livelli hanno raggiunto l’elevata criticità, in considerazione della prolungata permanenza di livelli medio-alti, sarà importante, anche per i comprensori golenali ‘non a rischio sormonto’, assicurare un’attenta attività di monitoraggio delle arginature al fine di prevenire/intervenire prontamente su eventuali fenomeni di filtrazione/sifonamento.
MASSIMA ATTENZIONE DA PARTE DELLE AUTORITA’ COMUNALI – In particolare, si invitano le autorità locali di protezione civile a verificare insediamenti ed attività produttive e ricreative (cascine agricole, ristoranti, maneggi, agriturismi, strutture ricreative e sportive) che possono risiedere anche in golene chiuse che non sono state oggetto di consolidamento/sovralzo dopo la piena del 2000 in quanto non sono da escludere fenomeni di sifonamento.
– Le amministrazioni comunali, che garantiscono la migliore conoscenza dei residenti e delle attività presenti in tali aree, potranno assicurarsi che, nei casi più a rischio (in presenza di franco di sicurezza inferiore al metro) le attività vengano sospese e le persone non permangano nelle golene in corrispondenza della massima piena.
– Non è neppure da escludere che fabbricati disabitati in golena siano stati abusivamente occupati e, pertanto, è opportuno verificare che ciò non sia avvenuto.
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Di Redazione