Cronaca

Multe cancellate Milano, 3 vigili indagati

L’indagine era in corso da vari mesi; l’oggetto concerne il sogno che tutti noi abbiamo fatto almeno una volta della vita: far “sparire” quella multa che proprio non ci va di pagare. Il “sogno” in questione, però, è diventa reato nella dimensione reale nonché incubo vero e proprio per i tre agenti risultati coinvolti in un affinato meccanismo di corruzione, volto alla cessione di danaro sottobanco in cambio della cancellazione delle famigerate multe.

 

I TRE VIGILI ACCUSATI – Secondo l’accusa, coordinata dal sostituto procuratore Grazia Colacicco, i principali accusati sono:

  • Damiano Borchielli, 50 anni, in servizio all’Ufficio Cosap (ufficio concessioni suolo aree pubbliche) di piazza XXV Aprile;
  • Giulio Bergamasco, 42 anni, in servizio al Settore procedure sanzionatorie, ufficio esposti e ricorsi del Comune di Milano, in via Friuli;
  • Danilo Lorini, 62 anni, commissario aggiunto in forza sempre in via Friuli.

 

IL MATERIALE PROBATORIO E LE ACCUSE – Le perquisizioni effettuate hanno portato al sequestro, avvenuto nelle abitazioni e negli uffici dei tre indagati, di computer, materiale informatico e contanti. I tre vigili sono accusati a vario titolo di:

  • corruzione,
  • abuso d’ufficio,
  • truffa,
  • falso ideologico.

 

IL MECCANISMO PER FAR “SCOMPARIRE” LE MULTE” – In base a quanto ricostruito:

  • l’accusa di concorso per abuso d’ufficio imputata a Lorini, sarebbe collegata al fatto che l’uomo avrebbe evitato a un amico del collega Borchielli il pagamento di un verbale di oltre 4mila euro attribuito per l’affissione abusiva di una  pubblicità non autorizzata dal Comune.
  • La condotta illecita di Burchielli e Bergamasco, invece, è stata ravvisata nel fatto che entrambi avrebbero chiesto la cessione del 30% dell’ammontare dei verbali che, al fine di far cadere in prescrizione o smarrire, avrebbero volontariamente  inserito in ritardo all’interno del sistema informatico, facendoli quindi letteralmente scomparire.

 

IL FILONE DEI FALSI PASS PER INVALIDI – Compreso nelle attività illecite vi era anche un giro di falsi pass per invalidi, realizzati al fine di eludere i verbali per divieto di sosta. In questo caso la dinamica si reggeva su una dichiarazione fittizia dove si spiegasse di aver accompagnato un invalido in un determinato luogo, equivalente al luogo dove era stato attribuito il verbale. A questo punto ci pensavano gli indagati ad attribuire il falso pass, e far “scomparire” quindi la relativa sanzione.

 

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Di Redazione

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