“La gioia di danzare” di Nicoletta Manni alla Reggia di Monza
L’artista leccese, tra le stelle più luminose della scena internazionale, parlerà del suo amore sconfinato per il ballo e della sua carriera, fatta di fatiche, sacrifici e successi, in un incontro aperto al pubblico. Ingresso libero con prenotazione
MONZA – È in programma domenica 18 febbraio, nella Sala degli Specchi della Reggia di Monza, la presentazione del libro “La gioia di danzare” di Nicoletta Manni, dallo scorso autunno étoile del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala di Milano (la nomina fu annunciata dal sovrintendente Dominique Meier sul palcoscenico della Scala al termine della seconda rappresentazione del balletto Oneghin). Grazie a questa iniziativa si uniscono idealmente, attraverso l’Arte, le eccellenze architettoniche delle città di Milano e Monza progettate dall’architetto folignate Giuseppe Piermarini: il Teatro della Scala di Milano e la Villa Reale di Monza.
Realizzato dalla Reggia di Monza e dalla scuola Studio Danza Monza insieme all’associazione culturale Musicamorfosi e all’editore Garzanti, l’incontro è il primo evento collaterale della rassegna “Prodjgi”, la manifestazione scattata a inizio febbraio proprio alla Villa Reale di Monza con l’obiettivo di promuovere e valorizzare i giovani talenti del jazz italiano. L’appuntamento è previsto alle ore 16.
Del resto, non ci sono dubbi sul fatto che Nicoletta Manni, classe 1991, sia stata un talento precoce prima di diventare un autentico prodigio: come si legge nella sua autobiografia, nella prima fotografia che la ritrae con le scarpette da ballo l’étoile non aveva ancora compiuto tre anni. La madre Anna, insegnante di danza, da sempre la porta con sé al lavoro, così che l’abitudine di esercitarsi alla sbarra entra nella vita di Nicoletta con la naturalezza di un gioco.
Il libro, corredato di immagini, racconta le tappe e gli incontri che hanno segnato il suo percorso e la sua carriera, fino a proiettarla tra le stelle più luminose della scena internazionale: l’infanzia trascorsa a Santa Barbara di Galatina, in provincia di Lecce, l’ammissione all’Accademia del Teatro alla Scala, l’esperienza allo Staatsballett di Berlino; e poi la collaborazione con Carla Fracci e Alessandra Ferri, l’amicizia con Roberto Bolle, la complicità con il collega e marito Timofej Andrijashenko.
Senza tacere la fatica e i sacrifici, “La gioia di danzare” è però innanzitutto l’espressione di un amore sconfinato per il ballo, inteso come autentico atto di libertà e come intimo, inesauribile viaggio alla scoperta di sé. Alzando il sipario su un’arte che da sempre affascina e incanta, Nicoletta Manni dà voce alla propria storia attraverso le molte vite che ha vissuto sul palcoscenico: dal Lago dei cigni allo Schiaccianoci, dalla Bella addormentata nel bosco a Giselle, le grandi protagoniste del repertorio classico hanno infatti contribuito a fare di lei l’interprete che oggi tutto il mondo applaude.
Domenica 18 febbraio Nicoletta Manni converserà con la giornalista Cristina Bertolini e risponderà alle domande del pubblico. Come detto, l’evento è realizzato insieme a Studio Danza Monza, scuola di danza attiva nel capoluogo brianteo dal 2013. Attualmente questa realtà accoglie circa 300 allievi di diverse fasce di età, con un’attenzione particolare alla formazione dei piccolissimi (3/4 anni) e dei più giovani.
L’incontro gode del patrocinio della Reggia di Monza e del Comune di Monza. Arianna Bettin, assessora comunale al Parco e alla Villa Reale, alla Cultura e all’Università, ha dichiarato: «È un onore ospitare a Monza Nicoletta Manni, splendido esempio di dedizione e passione, senza cui il talento difficilmente riesce a esprimersi. Come per i grandi atleti o i musicisti, il percorso di vita di personalità come Manni ci rivela che, dietro a ogni movimento eseguito con apparente facilità e naturalezza, c’è un lavoro quotidiano e una tenacia straordinari».
«Per chi non vive dentro questi mondi, il grado di impegno mentale e fisico richiesto è lasciato perlopiù all’immaginazione, il che porta talvolta a sottovalutarlo, a ricondurlo esclusivamente a qualità innate – che pure sono importanti -, creando fraintendimenti rispetto a cosa voglia dire realmente essere professionisti in certi campi. A costo di dedicare la vita alla propria passione, si diventa straordinari, non si nasce tali. Anche per questo motivo poter ascoltare la viva voce dell’étoile della Scala può essere di grande ispirazione: è la testimonianza di una figura che, con fatica e amore per ciò che fa, ha realizzato e continua a realizzare nel proprio percorso, passo dopo passo, la sua straordinarietà».