Appello dei Missionari Cappuccini di Milano
In Eritrea si muore per mancanza di acqua potabile. Appello dei Missionari Cappuccini di Milano: “A rischio 2.250 abitanti del villaggio Tuguliti ”
Il progetto riguarda gli abitanti di Tuguliti, nella regione Gash Barka, dove ogni giorno donne e bambini fanno chilometri a piedi, più volte, per fare scorte di acqua da un pozzo a cielo aperto.
E l’acqua impura causa gravi malattie.
Ogni anno in ottobre si celebra il Mese Missionario e nell’occasione il Centro Missionario dei Cappuccini lancia un progetto di sostegno ad una realtà missionaria in Eritrea.
Il mondo è in guerra, in ogni continente ci sono popolazioni vessate da violenza, povertà, ingiustizie, dittature e portare aiuto direttamente è la migliore strategia specie se ispirata da profonde motivazioni spirituali.
I Frati Cappuccini, da oltre 450 anni, sono al servizio dei più poveri e bisognosi, riconoscendo in loro Gesù e trasformano la donazione di sé completa e gratuita in un mezzo privilegiato per la diffusione della pace e dell’amore. Dove passano i Frati Cappuccini Missionari nascono conventi, centri di formazione alla vita religiosa, parrocchie, scuole, strutture sociali, ospedali, lebbrosari, centri di accoglienza, cooperative di lavoro, e nella gente ritorna la speranza.
A Milano, il Centro Missionario di Piazzale Cimitero Maggiore 5 si occupa del sostegno alle missioni e coordina l’attività di animazione missionaria della Provincia dei Frati Minori Cappuccini di Lombardia, che conta oltre un centinaio di missionari in Sudamerica, Africa e Asia. I Frati italiani missionari sono circa 20 e gli altri sono originari dei Paesi di missione.
Tra questi, in Eritrea, vi è Mons. Thomas Osman Ofmcap, Vescovo di Barentù, nella regione Gash Barka, che lancia un appello per gli abitanti del villaggio Tuguliti, rimasti senza acqua potabile.
Si tratta di 2.250 tra adulti e bambini divisi in 450 famiglie, a 34 km da Barentù. Al momento queste persone, per reperire l’acqua, devono percorrere chilometri muovendosi con asini e dromedari o portando i fusti sulle spalle anche più volte al giorno. Anche sotto il sole più caldo, si vedono colonne di donne, magari incinte, e di bambini, che fanno continuamente la spola. L’acqua è quella di pozzi a cielo aperto batteriologicamente impura, che causa malattie e infezioni intestinali gravi, specie nei più piccoli.
Quattro anni fa, era stato trivellato un pozzo di 50 metri con una capacità di getto di 4 lt al secondo. Di seguito, erano iniziati i lavori per un’ulteriore conduttura idraulica di 300 metri, ma poi è mancato il finanziamento per ultimarla.
Ora il progetto proposto da Mons. Thomas Osman Ofmcap prevede la fornitura di nuove pompe elettriche, la costruzione di una vasca su un’altura, e 3 punti diversi di distribuzione, per favorire l’approvvigionamento dei vari insediamenti.
Siccome le pompe a mano si rompono facilmente lasciando per lungo tempo senza acqua la popolazione, Mons. Thomas per l’alimentazione delle pompe vorrebbe installare dei pannelli solari, costosi, ma garanzia di efficienza e durata nel tempo.
Il materiale per l’esecuzione del lavoro è reperibile in Eritrea, con risparmio dei costi di spedizione. La Diocesi concorrerà alla fornitura di tubi in PVC. Per il resto si confida nella generosità dei lombardi, sulla base di un preventivo di € 25.2813, ovvero 411.650.08 Nafka, moneta locale.
“Sorella acqua”, pregava San Francesco, tra i santi più amati non solo dai Cristiani.
Ora tocca ai milanesi riconoscersi fratelli anche di questi popoli lontani, per aiutarli a vivere dignitosamente nella loro terra.
L’Eritrea è un territorio relativamente piccolo e fertile, situato nella parte settentrionale del Corno d’Africa, sul Mar Rosso e confina con l’Etiopia, da cui ha ottenuto l’indipendenza 32 anni fa, nel maggio 1991, e il Sudan, una situazione che favorisce situazioni bellicose, a scapito dell’economia, e di un sano sviluppo. Contribuisce alla sofferenza della popolazione il governo in mano a una dittatura militare. Tant’è che l’UNHCR nel 2020 contava ben 511.900 rifugiati eritrei su una popolazione di circa 3.684.000 abitanti.
La Missione dei Frati Minori Cappuccini in Eritrea è iniziata nell’era moderna nel 1894 ed era stata affidata ai Frati Cappuccini della Provincia di Roma; poi, dal 1911 è entrata a far parte della Provincia di Lombardia per poi diventare Provincia autonoma il 7 gennaio 1975.
Il Centro Missionario di Milano ha però sempre mantenuto il legame con quella realtà, rispondendo puntualmente alle richieste di aiuto. Un legame profondo lega inoltre la comunità dei frati italiani di Piazzale Cimitero Maggiore proprio a Mons. Thomas Osman Ofmcap offrendo adesso a tutta la città, su cui veglia la Madonnina, di poter partecipare a questo vincolo di solidarietà, che supera mari ed emisferi, unendo i cuori da un continente all’altro, nell’amore vero.
In questa ottica anche il noto critico d’arte moderna e curatore di esposizioni internazionali, Dott. Luigi Sansone, organizzerà a fine mese un’asta di opere d’arte di autori moderni per sostenere il progetto, negli ambienti di Opera San Francesco in Via Kramer a Milano.
Per le donazioni:
Missioni estere Cappuccini onlus – Iban: IT IBAN: IT 41 Q 03069 09606 100000119289 oppure dal DONA ORA del sito internet www. missioni.org. Causale: Pozzi in Eritrea