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Emergenza sicurezza Lorenteggio Milano, intervista di CronacaMilano a Massimo Girtanner di zona 6 e Gaetano Bianchi di Ascoleren: 10 negozi hanno già chiuso

Negli ultimi mesi il quartiere Lorenteggio – Giambellino di Milano è stato scenario di una nutrita serie di atti di criminalità. Ormai esasperati dai continui furti e rapine a mano armata, a marzo 2012 i commercianti della zona hanno organizzato un presidio istituendo una raccolta firme da consegnare al Prefetto, al fine di segnalare la gravità della situazione e richiedere più sicurezza. A distanza di quasi due mesi dall’iniziativa, e in seguito all’incontro avvenuto qualche giorno fa con gli assessori Marco Granelli (Sicurezza, Coesione sociale e Polizia locale) e Franco D’Alfonso (Commercio e Attività produttive), sentiamo che cosa hanno raccontato ai microfoni di CronacaMilano il consigliere Pdl ed ex presidente del consiglio di zona 6, Massimo Girtanner, e il presidente di Ascoleren Unione del commercio, Gaetano Bianchi.

 

DA FEBBRAIO BOOM DI RAPINE A MANO ARMATA – “Ci sentiamo alla mercé dei rapinatori.”

– E’ con queste parole che esordisce Gaetano Bianchi, titolare dell’omonima gioielleria in via Lorenteggio e presidente di Ascoleren Unione del commercio.

– Nel mese di febbraio, nel quartiere di Lorenteggio – Giambellino è iniziata infatti una serie di rapine a mano armata anche in esercizi commerciali per così dire “nuovi” a questo genere di furti, come farmacie, panifici, piccoli supermercati e outlet di tappeti.

– Molti negozi della zona sono stati costretti a installare impianti di telecamere a circuito chiuso e tuttora lavorano con le porte chiuse a chiave;

– Come rileva Confcommercio Milano, dalla seconda metà di febbraio nella zona sono state segnalate almeno dieci rapine.

 

LE PROTESTE DEI COMMERCIANTI: IL PRESIDIO PER LA LEGALITÀ E LA RACCOLTA FIRME – I negozianti della zona, guidati dall’associazione di Ascoleren Unione del commercio, hanno quindi deciso di scendere in piazza e, nel mese di aprile 2012, hanno organizzato un “presidio per la legalità” tra via Lorenteggio e via Tolstoj, con tanto di raccolta firme da consegnare al Prefetto.

– In quell’occasione, i commercianti hanno protestato anche spegnendo le luci e abbassando le serrande dei negozi mezz’ora prima della chiusura effettiva.

– L’obiettivo era quello di sensibilizzare sulla gravità del problema e chiedere al Sindaco Pisapia di riportare i militari sulle strade (nel luglio scorso è infatti saltato il patto fra Comune di Milano e Governo, che garantiva la presenza dei militari sul territorio, ndr);

– Come racconta Bianchi, questa protesta ha portato ad un primo riscontro attraverso l’Unione, che ha organizzato un incontro con gli assessori Granelli e d’Alfonso.

– A questo primo appuntamento ne è seguito un secondo avvenuto lo scorso 20 aprile, quando i due assessori hanno ribadito di aver già iniziato un’operazione di monitoraggio del quartiere.

– Il 12 aprile 2012 tale operazione, grazie all’intervento dei Carabinieri e delle Forze di Polizia, avrebbe portato all’arresto di 20 delinquenti su 60 persone fermate (“Bisogna andare a monte e cambiare le leggi perché fermano le persone, ma li liberano poco dopo averli arrestati” – dice Bianchi, chiedendosi che fine abbiamo fatto i 20 delinquenti visto che dal 12 aprile il numero di furti non è affatto diminuito);

– Fra quattro mesi i commercianti di via Lorenteggio potranno incontrare nuovamente l’assessore Granelli al fine di presentargli le proprie rimostranze e verificare se, durante il lasso di tempo trascorso, gli interventi effettuati siano stati realmente efficaci nel contrasto alla criminalità, oppure no.

 

NONOSTANTE LE PROMESSE, IL PROBLEMA PERSISTE: ABBIAMO BISOGNO DI UN RAPPORTO DIRETTO CON LE ISTITUZIONI COMUNALI – “Vogliamo qualcosa che vada al di là del buon rapporto che abbiamo con le Forze dell’Ordine”.

– Ciò che manca, secondo il presidente di Ascoleren, è il rapporto con le istituzioni comunali che, solo dopo gli innumerevoli episodi di criminalità, si sono interessate del problema e hanno deciso d’incontrare le associazioni dei commercianti della zona;

– All’appello di Bianchi fa eco Massimo Girtanner, consigliere Pdl ed ex presidente della zona 6, secondo il quale “diventa difficile rapportarsi con un’amministrazione che nega categoricamente che ci sia un problema alla sicurezza”.

– Secondo Girtanner, infatti, i due incontri con gli assessori erano solo “proforma” e, nonostante la presenza di carabinieri e vigili di quartiere (“i vigili di quartiere sono fondamentalmente pagati per fare multe e, quindi, salvo rari casi, non è di certo nel loro interesse rischiare la vita di fronte ad un rapinatore armato”), la situazione non è affatto migliorata, ma peggiorata;

– Girtanner spiega infatti che la giunta Pisapia ha sciolto due corpi speciali, come quello che faceva interventi d’indagine sul territorio anche contro l’abusivismo. In più, l’ex presidente sottolinea che sotto la precedente giunta esisteva un rapporto diretto tra l’assessore alla Sicurezza (Riccardo De Corato) e il presidente della commissione Sicurezza della zona 6, con la vigilanza: “De Corato si recava dal Prefetto una volta sì, una volta no”.

 

CAPITOLO COSAP, FESTE DI QUARTIERE A RISCHIO – Il malumore che serpeggia fra i commercianti del Lorenteggio è dovuto anche all’aumento record della COSAP, il canone per l’occupazione di spazi e aree pubbliche, approvato dall’Esecutivo di Palazzo Marino lo scorso 18 novembre;

– “A causa della COSAP – dice Bianchi – più della metà delle feste di quartiere sono saltate, inclusa quella di via Giambellino. Probabilmente, se non si abbasseranno i costi, anche quella di via Lorenteggio farà la stessa fine”.

– Il rincaro della tassa di occupazione del suolo pubblico ha, inoltre, “costretto molti bar a rinunciare a dehors e tavolini all’aperto”, riducendo così l’attrattività delle vie del quartiere. Le feste di quartiere, inoltre, non solo muovono l’economia di zona, ma costituiscono anche momenti di aggregazione per famiglie e residenti”.

 

LE RICHIESTE DEI COMMERCIANTI DI VIA LORENTEGGIO – “Vorremmo che le istituzioni ci dessero una mano a sopravvivere, a sopravvivere noi, la via e, quindi, la città, perché una città è viva se i negozi sono aperti e non chiusi, cosa che sta succedendo in questa via” afferma Bianchi. E aggiunge: “Da settembre a oggi sono stati chiusi dieci negozi e ogni luce che si spegne è un po’ la via che muore”;

– La richiesta di Ascoleren Unione del commercio, alla quale si unisce anche il consigliere Massimo Girtanner, è quindi che la giunta Pisapia provveda a ridurre l’importo della COSAP e renda la sicurezza effettivamente visibile, “intensificando i controlli e la presenza della polizia locale”.

“Noi – conclude Bianchi – abbiamo bisogno di un rapporto diretto con una persona in zona e non con il portinaio o segretario del Comune, un presidente di zona che sia realmente presente e sensibile ai problemi del quartiere”.

 

SCRIVETECI – Se avete da segnalare quartieri con problemi di sicurezza, degrado, spaccio, schiamazzi notturni o altri disagi, non esitate a scriverci all’indirizzo redazione@cronacamilano.it

– Il nostro Staff presterà la massima attenzione ad ogni caso, per mettere in luce i problemi dei cittadini dando direttamente voce a chi li vive ogni giorno

 

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Francesco Tempesta

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