Trasferimento Accademia Brera, gli studenti rispondono tramite la Rappresentante del Corpo Studentesco Silvia De Rosa
Dopo numerose battaglie, scontri e progetti, è stato firmato l’accordo per trasferire l’istituto presso l’ex Caserma Magenta di Pagano. A nulla sono valsi gli sforzi, incontri, sit-in, petizioni, per risvegliare le coscienze e bloccare questa vergognosa operazione che vede un prestigioso istituto confinato in un luogo non suo al fine di museificare il complesso teresiano.
Il 19 luglio, in piena estate e lontano dalla sede storica, è stato siglato quello che pare essere il capitolo conclusivo di questa storia. Nessuno conosce le clausole dell’atto, tantomeno gli organi dell’Accademia, ma il 5 luglio, mentre si teneva l’incontro con il Direttore Generale per il Ministero dei Beni Culturali Mario Resca presso la sede di Brera, siamo venuti a conoscenza, come rappresentanti degli studenti, di alcuni particolari preoccupanti che fanno eco al triste episodio dell’Accademia di Venezia:
- I 20.000 mq destinati alla nuova sede sarebbero in realtà divisi in due lotti, dati in tempistiche differenti distanziate da circa 5 anni a partire dal 2011.
- Gli edifici all’interno dell’area assegnata, usati fino ad ora dal Ministero della Difesa, necessitano di sostanziali modifiche per essere idonei alla didattica accademica.
- I fondi stanziati per la “Grande Brera”, circa 84 milioni di euro, non sarebbero sufficienti a completare l’intera operazione che comprende il restauro di Palazzo Brera, Palazzo Citterio e degli edifici della caserma.
- In seguito alla riunione del 5 luglio, si è venuti a conoscenza che potrebbero essere proprio i privati a finanziare l’operazione entrando di fatto in questioni che riguardano istituzioni pubbliche influenzandone l’operato.
- In ultimo, il progetto ideato riguarda esclusivamente l’ampliamento della Pinacoteca di Brera e non la nuova sede dell’Accademia, per la quale non è stato fatto alcun bando e pertanto è difficile ipotizzarne i costi e la realizzazione.
- Il patrimonio che vanta l’Accademia, parzialmente inventariato, rischia, come già annunciato in un’intervista dalla Dott.ssa Caterina Bon Valsassina Direttore regionale per i Beni Culturali e paesaggistici della Lombardia, di essere incluso nel catalogo della Pinacoteca. Nel caso in cui questa ipotesi venga scartata, esiste l’eventualità di perdere parte delle opere non inventariate o depositate presso sedi esterne.
Non ignorate ciò che sta accadendo, non giratevi dall’altra parte pensando di non poter far nulla o peggio di non essere coinvolti in questa storia, perché ognuno di noi, nel bene o nel male, ne ha deciso il destino.
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