Limiti velocità Milano-Meda: la Provincia Monza e Brianza contro quella di Milano
Uno degli argomenti principali di queste ultime settimane, di grande impatto per gli abitanti di Milano e della neo provincia di Monza e Brianza, è la riduzione del limite di velocità sulla Milano-Meda. Ogni giorno sono molteplici i nuovi particolari che arricchiscono e rendono colorita questa vicenda, che inizia ad assumere connotati anche politici.
Ora la novità è rappresentata dal comunicato emesso dal presidente della Provincia di Monza e Brianza Dario Allevi che, sul sito web dell’Istituzione che dirige, usa parole forti verso la Provincia di Milano, che a suo dire pecca ancora di mancata trasparenza data la mancanza di comunicati sul proprio spazio web: “La Milano-Meda è una strada che al 90% è da considerarsi brianzola: basta guardare i flussi di traffico che in diversi punti supera i 100.000 veicoli al giorno, per capire l’importanza di questa arteria per la nostra Provincia e per i tanti pendolari che, loro malgrado, la percorrono tutti i giorni”.
Inizia così il comunicato di Allevi, che prosegue: “Spero solo che la Provincia di Milano non venga a chiedere a noi le risorse per mettere in sicurezza la strada, come è già accaduto in altri casi, dopo che già incassa gli introiti delle multe, quale ente proprietario”.
“Non è la prima volta che Milano difetta in comunicazione, ma sono certo che con un po’ di buon senso questa storia si chiuderà velocemente – conclude il Presidente Dario Allevi. – Bisogna garantire sicurezza ed efficienza a questo importante asse viario, insieme a limiti di velocità degni di una strada ad altissima percorrenza. Credo che i 90 km/h possano essere un limite frutto di un saggio compromesso”.
Per capire meglio il volore di tali affermazioni, ricostruiamo in breve la vicenda: la Provincia di Milano ha in carico la manutenzione dei primi 17 chilometri di supestrada, da Cormano a Meda.
A seguito di un sopralluogo estivo è emersa la necessità di rifare l’asfalto che, secondo Giovanni de Nicola Assessore ai Trasporti, è pieno di buche e rappresenterebbe “un pericolo per la sicurezza di automobilisti e centauri”.
Il costo dell’opera di rifacimento dell’asfalto è circa 6 milioni, che ovviamente non ci sono; si decide così di applicare ciò che ha reso celebre Ponzio Pilato, non intervenendo a risolvere il problema ma semplicemente abbassando i limiti di velocità per i veicoli in percorrenza.
Ciò ha reso ancor più palese l’incongruenza dovuta al fatto che su alcune curve (quella di Paderno o quelle di Meda) il limite di velocità è addirittura maggiore (90 chilometri orari) rispetto a quello presente nei diversi rettilinei che si percorrono tra Seveso-Varedo e tra Seveso-Meda (70 chilometri orari).
Nei giorni scorsi l’Assessore alle infrastrutture e mobilità della Provincia di Milano è quindi intervenuto per dar vita ad un compromesso storico, 80 chilometri orari sull’intera tratta della Milano-Meda, che lascia dunque aperti due “inconmprensibili” dubbi:
1) se il fondo stradale è effettivamente così dissestato e pericoloso, perché alzare il limite che è stato precedentemente abbassato?
2) Viceversa , se il manto stradale non è poi così dissestato, perché si è ridotto il limite?
Ai lettori la facoltà di esprimere la propria opinione!
Matteo Torti