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Mappa degrado e criminalità Milano disegnata sulle segnalazioni dei nostri lettori, continuate a scriverci

mappa-milanoMilano capitale della lettura; Milano città più smart d’Italia; Milano città con il più alto tenore di vita; Milano città più visitata del Paese. Milano, insomma, che fa incetta di primati. Ma all’ombra di una città che nell’ultimo anno ha conquistato i titoli dei giornali a suon di freddi indicatori che tutto dicono ma nulla spiegano, esiste una Milano – sempre più evidente – del degrado, dell’indigenza, della violenza e della malavita. È la Milano delle periferie (ma non solo, considerando gli accoltellamenti in piena pausa pranzo ai piedi del Castello Sforzesco e quanto accade attorno a via Montenapoleone o piazza Duomo), dimenticata e abbandonata dalle ultime due  amministrazioni, come si fa con un brutto abito nascosto nell’armadio. Abbiamo provato a ricostruirla con le segnalazioni inviate dai lettori di CronacaMilano nel corso dell’ultimo anno, a redazione@cronacamilano.it. Solo alcune delle decine che ogni mese inondano la nostra email: il termometro di un malcontento che ha dato vita a una mappa cittadina dai contorni arcinoti ma altamente preoccupanti,  e che è bene riproporre, affinché chi ci amministra – al di là delle solite promesse elettorali – si senta in dovere di ridisegnarla.
GENNAIO: BISCEGLIE (ZONA 6) – Gli episodi di degrado o delinquenziali caratterizzano ciascun quartiere a seconda della sua vocazione. Quello di Bisceglie (in zona 6) ha aperto il 2016 proponendo, ancora una volta, la questione dell’ex cava Calchi Taeggi, da anni in stato di totale abbandono. L’area era finita nuovamente nell’occhio del ciclone lo scorso gennaio per la presenza di un campo rom abusivo che obbligava gli abitanti “a convivere con puzza di pattumiera, topi, fumo dei fuochi e ricorrenti furti nelle auto posteggiate”, raccontava una lettrice. Oltre a una serie di numerosi episodi di furto di cavi di rame. Sgomberati a fine marzo, i 300 mila metri quadri di quest’immensa discarica a cielo aperto (dove negli anni sono stati interrati 1 milione e 800 mila cubi di rifiuti urbani e industriali), a oggi continua a essere un’enorme distesa vuota, in attesa di destinazione d’uso e  di una bonifica attesa da ormai troppo tempo.
FEBBRAIO-MARZO: MECENATE-FORLANINI (ZONA 4) – Ai primi di febbraio l’appello di una residente di via Zante, tra le arterie Mecenate-Forlanini (zona 4), ribadiva le gravissime lacune in materia di sicurezza che contraddistinguono il quartiere.  Una situazione sfuggita letteralmente di mano  negli ultimi 5 anni, anche per via della folta presenza di rom che ha messo sul piede di guerra gli abitanti. In questo caso, protagoniste della segnalazione di alcuni interessati, le abituali “spaccate” ai danni dei box dei residenti (che si sarebbero riproposte nuovamente a marzo, con 32 garage “visitati” in una sola notte), forzati e depredati.
– Il 24 febbraio, a rimarcare lo stato d’emergenza di questo quadrante cittadino, c’era stata la brutale aggressione di un farmacista da parte di due malviventi armati, nella vicina piazza Ovidio, tra l’indifferenza generale. Il parco giochi della stessa piazza, solo tre settimane fa è stato segnalato dal Comitato sicurezza di quartiere al municipio 4 quale “punto di degrado e frequentazione di soggetti dediti all’accattonaggio, e per tale motivo out, soprattutto, per i bambini del quartiere”. La speranza è quella di una sua riqualificazione, affinché venga restituito ai residenti con le finalità per cui era stato creato: luogo di incontro, aggregazione e svago per grandi e piccini.
APRILE: PIAZZALE CUOCO (ZONA 4) – Poco distante dal quartiere Mecenate-Forlanini, nel mese di aprile il noto mercato domenicale del vicino piazzale Cuoco scatenava gli strali di un gruppo di abitanti, esasperati dalla gravissima situazione di illegalità, nel totale disinteresse di Palazzo Marino. “Degrado, risse e l’impossibilità di accedere al parco Alessandrini”, spiegavano i residenti, nonostante le mille promesse mai mantenute del Comune di porvi rimedio. Inutile dirlo, il mercatino è ancora lì, con centinaia di abusivi che ogni domenica mattina invadono il piazzale con i loro banchetti sovraccarichi di merce di dubbia provenienza. Solo un mese fa, tanto per capirci, in un’unica giornata sono stati sequestrati dalle forze dell’ordine circa 10 mila utensili professionali che erano stati messi in vendita a prezzo stracciato, per un ammontare di oltre 500 mila euro.
MAGGIO: CRESCENZAGO-QUARTIERE ADRIANO (ZONA 2) – A maggio, invece, il furto di un catalizzatore da un’auto posteggiata in zona Crescenzago, portava un’altra lettrice a chiedersi dove fosse finita la legalità in una zona (la 2), al centro di un decadimento senza fine. Una condizione che coinvolge, oltre all’ormai famigerata via Padova – teatro di numerose tensioni fra stranieri dall’epilogo spesso cruento – il vicino quartiere Adriano, mortificato dal vergognoso racket delle occupazioni abusive, da furti, vandalismo e un generale lassismo da parte dell’amministrazione comunale. Solo un paio di mesi fa, a settembre, ricorderete il pericoloso incendio divampato all’interno di un’abitazione abbandonata proprio in via Adriano, all’angolo con via Mulas.
MAGGIO: ROGOREDO-SANTA GIULIA (ZONA 4) – Ancora a maggio, l’ennesima situazione disperata, nella flagellata zona 4, legata nuovamente all’incuria e al degrado. A farne le spese l’immagine di Rogoredo-Santa Giulia, un quartiere al centro di una lunga querelle per la nota vicenda relativa a vicende ambientali e frodi edilizie e ora in balia di ratti, cumuli di immondizia, palazzi abbandonati rifugio per sbandati, accattonaggio molesto, spaccio (tra le via Orwell, Pestagalli e le vicine aree abbandonate a ridosso di via Medici del Vascello) e accampamenti abusivi. Il tutto, nel rimpallo generale di responsabilità, nonostante “i numerosi appelli a carabinieri, polizia e istituzioni cittadine”, sottolineava la lettrice. Soprattutto, in barba alle mille promosse degli assessori competenti interpellati di volta in volta. La questione Rogoredo sarebbe tornata d’attualità in estate, questa volta per i continui furti e la cospicua presenza di senzatetto tra piazza Mistral e via Cassinis.
GIUGNO: SAN SIRO (ZONA 7) – Se a Rogoredo-Santa Giulia se la passano male, in zona San Siro, dall’altra parte della città, “non si vive più”. Lo affermava a giugno un’inquilina delle case Aler, accusando l’ex sindaco Giuliano Pisapia di  aver fatto  campagna elettorale promettendo agli abusivi “non vi cacceremo mai dalle vostre case”. E poi, invece, dopo che per “4 anni nulla è stato fatto per impedire le nuove occupazioni (‘In certe circostanze  occupare una casa è legittimo’, avrebbe detto Pisapia, n.d.a.), quel cambio di rotta repentino nell’autunno 2015, con sgomberi a catena a cadenza giornaliera. A farne le spese? Gli onesti cittadini, “noi, poveretti che paghiamo l’affitto tutti i mesi, magari rinunciando al caffè al bar perché anche il caffè costa”, vittime di una politica “schizofrenica”, che non ha fatto altro “che aumentare i conflitti sociali nel quartiere”.
LUGLIO: SAN GOTTARDO-NAVIGLI (ZONA 5) – Problema case popolari e sgomberi anche in via Gola-via Picchi, a due passi dal centralissimo corso San Gottardo (zona 5), e all’insegna di un degrado sempre più trasversale. A luglio, un’altra mail denunciava le gravi condizioni in cui vivono i residenti regolari. “Più volte abbiamo chiamato Aler, vigili, polizia per segnalare le occupazioni abusive ai danni di residenti che, ad esempio, sono stati ricoverati solo temporaneamente in ospedale”. La reazione delle istituzioni? “L’Aler usciva solo se uscivano anche i carabinieri, questi uscivano solo se chiamati dall’Aler. E così via”. L’esito di tanta cialtroneria era inevitabile: stabili decorosi a due passi dalla sbandierata Darsena-riqualificata (a suona di milioni) “diventati suk a cielo aperto”.
SETTEMBRE: NAVIGLI (ZONA 5) – La pausa agostana non serviva ad altro che ad acuire alcune note problematiche del quartiere Navigli. A settembre, a finire sotto i riflettori via Conca del Naviglio, popolata da “ubriachi e tossici che si bucano a tutte le ore.  “Basta!”, invocava una residente, portando alla luce una “situazione al limite della pericolosità” nel vicino parchetto, dove vi sono “persone che si bucano poco distante dai bimbi che giocano”.
SETTEMBRE: VIE CAIANELLO-BROZZI (ZONA 9) – Sporcizia e rifiuti, invece, sembrano essere il biglietto da visita di alcune strade della zona 9, settore Nord della città che raggruppa i quartieri periferici di Comasina, Affori, Niguarda, Bovisa e Fulvio Testi ma anche la centrale Porta Nuova. “Sono 3 anni – ci faceva sapere ancora a settembre l’ennesimo cittadino deluso – che scrivo al Comune di Milano, all’Amsa e alla Polizia municipale per segnalare la situazione di degrado in cui versano le vie Caianello e Nino Besozzi, ma ognuna di queste istituzioni rimbalza la palla all’altra”. Alberi non curati, rifiuti abbandonati, discariche abusive, escrementi di ogni tipo, marciapiedi rotti “sono la normalità”, precisava il lettore. Una mancanza acuita dalla vicinanza di un grosso complesso scolastico, con conseguente “pericolo per la salute dei bambini oltre che degli adulti e anziani”.
E LE ALTRE ZONE – Rimanendo a nord della città non si può non menzionare anche la zona 3. Negli ultimi anni vaste aree dei quartieri Lambrate e Rubattino sono passate di mano a rom, accattoni molesti e, cosa ancora più preoccupante, a una diffusa microcriminalità. La medesima che interessa anche altri municipi non menzionati, come la zona 8 (nord-ovest della città), per esempio, quella che ingloba Porta Volta, l’ex Fiera, il Gallaratese e Quarto Oggiaro, che annovera tutta una lunga serie di episodi legati a furti e scippi. Senza contare l’immancabile prostituzione dell’area Cenisio-Cimitero Maggiore, presente anche in alcune arterie più centrali come viale Abruzzi-via Piceno, tanto per citarne una.
E IL CENTRO CITTÀ COME SE LA PASSA? – Ma se la periferia e le zone più decentrate annaspano, anche in centro non va meglio. Rimanendo ai fatti di cronaca più recenti, qualche giorno fa, alle 4.30 di giovedì 10 novembre, in piazza Sant’Eufemia, a due passi dalla fermata Missori, una ragazza italiana di 26 anni è stata vittima di una brutale aggressione a colpi di forbice.  L’aggressore un marocchino di 23 anni che, dopo averla fermata fuori da un locale in via Meda, più tardi le aveva chiesto dei soldi. Finché la storia non è degenerata.
– Una settimana prima (il 1° novembre), una ragazza di 18 anni era stata palpeggiata da un 51enne polacco nel centralissimo  corso Vittorio Emanuele, in pieno giorno.
– Per non parlare della rissa con spari scoppiata il 6 ottobre tra polizia e un gruppo di nordafricani, nei pressi del campo da basket del Parco Sempione, nell’ambito di alcuni controlli. Uno dei giovani aveva addirittura cercato di rubare il fucile a uno dei militari dell’Esercito che affiancavano i poliziotti nell’operazione. E via di questo passo. Un elenco lunghissimo ed estremamente variegato che rischierebbe di occupare pagine e pagine.
LA PROMESSA DI SALA – Preferiamo lasciarci con una promessa (l’ennesima?). Quella della giunta Sala da poco insediatasi a Palazzo Marino: “I progetti per le periferie sono un elemento su cui abbiamo il dovere di mostrare che le cose si fanno, bene e in fretta, perché il malessere c’è e dobbiamo sottolinearlo”. Bene e in fretta. Varrebbe la pena segnarselo. Nella speranza di non rimanere delusi anche questa volta.

S.P.

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