Superstizioni e matrimonio, le usanze più curiose legate al giorno del “Sì”
Per iniziare il cammino verso il vagheggiato “E vissero insieme felici e contenti”, non è male agire d’anticipo e cominciare a propiziarsi le forze celesti. Le teorie, in merito, sono pressoché infinite, e “chi ben comincia è a metà dell’opera”.
Da principio ci sono le solite banalità: durante la celebrazione, la sposa deve indossare qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa di regalato e qualcosa di blu… E fin qui son bravi tutti. In realtà, però, i dettagli che fanno la differenza sono ben altri.
Ad esempio: cosa succede se nell’abito della neo-sposa si ritroverà un piccolo rametto, rimasto distrattamente impigliato tra le innumerevoli balze bianco meringa? La risposta è più che altro un monito per l’incauto neo-maritino: un uomo “avanti con l’età” farà una corte sfacciata alla giovane consorte. In proposito, dunque, attenzione: sottovalutare il pronosticato rivale a causa del divario anagrafico, non s’ha da fare e, in questo senso, l’intramontabile ultrasettantenne Sean Connery docet!
Ancora riguardo alla flora e alla fauna che gravitano sempre, non si sa come, attorno al Vestito, è considerato invece di ottimo auspicio se tra le preziose pieghe viene rinvenuto un delizioso insettuccio con 8 zampe e 3 paia di occhi. No, ovviamente non è una farfalla, e nemmeno una simpatica coccinella… è un ragno. Sposa aracnofobica avvisata, sposa aracnofobica mezza salvata!
Tra l’altro, rispetto alle signorine più agitate, sempre sull’orlo dell’iperventilazione e del collasso nevropatico, un altro consiglio: prima della cerimonia, sigillatevi i condotti lacrimali, e lasciatevi andare a un bel diluvio liberatorio solo dopo aver pronunciato il fatidico “Sì”! Il motivo? Secondo una leggenda popolare antichissima, piangere dopo la cerimonia proverà che la mogliettina non è una strega, poiché se lo fosse stata, non sarebbe riuscita a cavarsi più di 3 lacrime dall’occhio sinistro!
In più, mentre si è in chiesa, sguardo sempre inchiodato alle fedi: se dovessero cadere o, ancora peggio, smarrirsi, disastro: l’imperitura relazione inizierebbe già funestata dalla malasorte. Ad ogni modo, poiché “fatta la legge, ecco il cavillo”, nel caso in cui davvero accadesse, dovrà essere solo ed esclusivamente il sacerdote officiante a raccogliere gli anelli da terra: una bella bacchettata per chiunque altro allungasse la mano!
Per non farci mancare proprio nulla, non dimentichiamo anche l’interessante arte della gemmologia: tra le pietre preziose, l’acquamarina è garanzia di fedeltà coniugale. Tuttavia, per conservare non solo la fedeltà, ma anche l’affetto, non dimentichiamo di regalare al coniuge un bel diamante che, oltre a essere “gradito omaggio” soprattutto per la parte al femminile della coppia, deve essere portato solo sul lato sinistro del corpo (polso o dito che sia).
Infine, ultimo ma non ultimo, affrontiamo un aspetto davvero fondamentale: la data delle nozze.
Tanto per cominciare, mai sposarsi di martedì o di venerdì: il primo appartiene a Marte che, essendo dio della guerra, non è proprio il “padrino celeste” più gettonato in tema di matrimoni. Rispetto al secondo, invece, la Cabala racconta che di venerdì furono creati niente meno che gli spiriti maligni, anch’essi logicamente poco abbinabili a velo bianco e scarpette immacolate.
Però, per chi avesse già combinato il danno, niente panico: secondo una tradizione orale poco diffusa ma “certa”, sposarsi di martedì porterebbe ricchezza sicura. E per quanto riguarda il venerdì, l’appiglio giunge dalla Norvegia, dove il maggior numero di matrimoni si celebra proprio questo giorno, in quanto ritenuto il dì romantico per eccellenza, poiché sotto la protezione di Venere, dea dell’amore e dell’armonia.
Da scartare il giovedì (poiché “recherebbe dispiaceri alla sposa”), mentre tutti egualmente papabili sono il lunedì, il mercoledì e il sabato.
Tra i mesi, assolutamente da evitare maggio e luglio, con un occhio di diffidenza anche per marzo e ottobre. Infine, una volta sopravvissuti indenni all’intero rituale nuziale, un’ultima attenzione: chi afferrerà per primo la mano dell’altro, comanderà in casa.
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V.P.
Vignetta da: www.tisposo.it