Come curare le allergie: vaccini, omeopatia, trattamenti per bambini, adolescenti e anziani. Ecco le risposte del medico
Starnuti frequenti, naso bagnato, occhi gonfi e lacrimanti: sono alcuni dei principali sintomi che purtroppo, per molti, scandiscano la primavera, segnalando la presenza di uno stato allergico d’intensità più o meno grave. Con la consulenza del dr. Angelo Gioria, medico chirurgo specializzato in Pneumologia, scopriamo quali sono le allergie più diffuse del periodo e i consigli per attenuarne gli effetti, con un focus speciale sui vaccini, suddivisi per età anagrafica e modalità di assunzione.
ALLERGIE STAGIONALI: UNA PRIMA CLASSIFICAZIONE – “Le allergie si possono suddividere in due grandi categorie”, esordisce il dr. Angelo Gioria, intervistato da CronacaMilano.
– A seconda del fattore scatenante, si è soliti distinguere le allergie alimentari da quelle ambientali, sicuramente più complesse e difficili da curare. In particolare:
– Le prime derivano, come suggerisce il nome stesso, dagli alimenti che si assumono durante la giornata;
– Le seconde, invece, sono legate all’ambiente domestico.
POLVERE, IL NEMICO SI NASCONDE FRA LE LENZUOLA – L’allergia alla polvere rientra nella seconda tipologia, anche se non è propriamente corretto parlare di “fenomeno stagionale”. Questo perché, come puntualizza Gioria, “la polvere c’è durante tutto l’anno”.
– È però legittimo aspettarsi che la reazione allergica, dovuta alla defezione degli aspargilli (piccoli funghi prodotti dalla polvere), raggiunga la sua massima intensità proprio durante la stagione primaverile, quando si aprono più spesso le finestre per cambiare aria. Ciò comunque non significa che d’inverno si possa stare tranquilli: l’accensione dei termosifoni infatti, contribuisca a muovere l’aria, liberando le sostanze responsabili dell’allergia;
– Tale allergia, comunque, non va sottovalutata, né ricondotta ad un condiviso senso di repulsione e avversione alla polvere: nei casi più gravi, infatti, i sintomi si possono evolvere in asma bronchiale, rinite e congiuntive;
– Il consiglio per alleviare simili manifestazioni è (sembrerà scontato ricordarlo) evitare il più possibile il contatto con gli allergeni (in questo caso la polvere). È buona norma, quindi, pulire a fondo e di frequente la propria abitazione, avendo cura soprattutto di materassi e cuscini, luogo privilegiato per la formazione di acari (di notte avviene il contatto prolungato con gli allergeni);
– Se si è in procinto di portare aria di rinnovamento in casa, inoltre, bisogna rigorosamente bandire dall’abitazione e, soprattutto, dalla camera da letto, moquette, tende, peluches e tappeti;
– Altro piccolo accorgimento è, infine, quello d’indossare una mascherina quando si è intenti a compiere le pulizie domestiche o si sta cambiando il sacchetto dell’aspirapolvere.
PIANTE: L’ALLERGIA DIPENDE DAL PERIODO DI FIORITURA – Fra le allergie tipiche di questo periodo, meritano un discorso a parte quelle inalatorie/respiratorie, che dipendono dai pollini immessi nell’aria dalle piante.
– Concentrandosi sulle cause, occorre distinguere le piante con maturazione:
– Precoce: La fioritura comincia all’inizio della primavera e si protrae per i mesi successivi (“In questi casi, bisogna giocare d’anticipo e cominciare la cura vaccinale almeno a febbraio, in modo tale da arrivare preparati al periodo di massima fioritura” – suggerisce Gioria);
– Tardiva: In questo caso, la fioritura avviene sul finire dell’estate. Un esempio per tutti, l’ambrosia, di cui fino a qualche anno fa in Italia non se ne conosceva nemmeno l’esistenza (ciò spiega l’aumento esponenziale dei casi affetti da questo disturbo).
– Trasversali a queste due macro-categorie, sono poi “le graminacee e le erbe, ossia tutti quegli organismi vegetali che rilasciano spore nell’aria”.
POSSIBILI CURE: OMEOPATIA O MEDICINA TRADIZIONALE? – Prima di addentrarsi nel tema “cure e rimedi”, occorre compiere una doverosa precisazione.
– Difficilmente, infatti, un soggetto è allergico ad una sola sostanza: per effetto delle cosiddette “reazioni crociate”, l’allergia può dipendere da panel complessi di fenomeni (a volte anche molto eterogenei), che per loro natura rendono più difficile l’individuazione della cura. In questi casi, le probabilità di successo diminuiscono sensibilmente (“È molto difficile individuare un vaccino capace di curare due o più sostanze diverse fra loro”). Per individuare il fattore predominante da trattare, non resta che sottoporsi ad un esame diagnostico, che prevede il dosaggio di immunoglobuline E specifiche (RAST);
– Se si è allergici ad una sola sostanza, invece, si può ricorrere ad una terapia desensibilizzante che prevede la somministrazione della sostanza contraria al disturbo (“contraria contrariis curantur”, dal latino “curare i contrari con i contrari”, come nel caso dei vaccini antinfluenzali o antibatterici) o con sostanze simili (“similia similibus curantur”, letteralmente “curare i simili con i simili”, che è il principio dell’omeopatia);
– La terapia desensibilizzante consiste nell’aumentare la soglia di tollerabilità all’allergene individuato come principale responsabile dell’allergia e vede nel vaccino il suo principale strumento;
– In particolare, l’assunzione del vaccino deve essere costante e crescente nel tempo (la prassi prevede che si cominci con piccoli dosaggi). Si tratta di una cura lunga, che dura al massimo 5 anni (“Oltre questo termine non c’è più ragione di proseguire, poiché significa che la terapia non ha sortito gli effetti sperati e, cioè, non è stata in grado di rinforzare le difese immunitarie”) e che prevede dosaggi e sostanze condivise a livello internazionale, dall’intera comunità scientifica.
A CIASCUNA ETÀ LA SUA CURA: IL VACCINO È OK PER BAMBINI E ADOLESCENTI – Le allergie seguono un andamento molto particolare: si manifestano per la prima volta da bambini (solitamente fra i 5 e gli 8 anni d’età) e hanno un crescendo fino ai 24-26 anni, quando sembrano sparire, per poi ripresentarsi in età senile. Com’è noto, infatti, dopo i 60 anni le difese immunitarie vanno in deficit, rendendo così l’organismo più vulnerabile agli allergeni. Nel dettaglio:
– I vaccini vanno somministrati durante l’adolescenza, nel pieno della formazione, quando cioè l’organismo risulta essere più reattivo, mentre sono decisamente da evitare in età adulta, in quanto inutili;
– La somministrazione deve avvenire nelle prime fasi in cui l’allergia si manifesta (anche per valutare le reazioni dell’organismo), presso gli appositi centri di allergologia presenti sul territorio e convenzionati con l’Asl (l’allergologo è l’unica figura medica autorizzata dal Servizio Nazionale Sanitario – SNS a poter prescrivere una vaccinoterapia). Per quanto riguarda le modalità di assunzione (sottocutanea od orale tramite gocce, pastiglie o ancora spray nasali), non esiste alcuna differenza;
– Le tempistiche sono, invece, dettate dal medico con cui si è in cura e dipendono dalla gravità dell’allergia (“Le cure sono più diluite nel tempo rispetto a qualche anno fa e possono essere effettuate comodamente a casa, senza la necessità di doversi recare di continuo nel centro di allergologia” – spiega il medico);
– Qualunque sia la cura prescritta, va precisato che “anche con i vaccini, non si ha mai il 100% delle probabilità di successo”. Seppur minime esistono, infatti, probabilità d’insuccesso dovute a fattori individuali (per esempio, il soggetto è allergico a un mix di sostanze difficilmente curabili con un unico vaccino);
– Il maltempo “pazzo” di questi giorni, inoltre, non deve trarre in inganno, inducendo a pensare che il rischio sia minore (“La primavera meteorologica non è ancora arrivata e questo comporta un ritardo nella fioritura delle piante, oltre a una diminuzione delle occasioni di esposizione, entrambe dovute al rigido calo delle temperature”) e che sia, quindi, possibile interrompere momentaneamente la cura (“Una volta incominciata, la vaccinoterapia non va mai sospesa, salvo diversa indicazione del medico curante”);
– Se, poi, è vero che “la pioggia, per gravità, porta il polline in basso”, è anche vero che il contatto con l’acqua determina la formazione di una miriade di particelle, capaci di mantenere intatto il loro potere allergizzante e di raggiungere con più facilità le vie aeree.
ANTISTAMINICI PER ADULTI E ANZIANI: SI PUò ANCHE “GIOCARE D’ANTICIPO” – Per i pazienti che hanno superato l’età dell’adolescenza, l’unica via possibile è quella di assumere farmaci antistaminici, che bloccano la reazione di tipo allergico (purché, s’intende, i fattori allergici siano sullo stesso piano).
– Per essere efficaci, gli antistaminici devono essere assunti solamente quando è in circolo l’istamina (la sostanza prodotta dai mastociti e responsabile delle manifestazioni allergiche). Tali farmaci non curano il disturbo all’origine ma, quanto meno, aiutano ad alleviarne i sintomi;
– Contro le allergie si può giocare anche d’anticipo, scegliendo di assumere farmaci con effettivo preventivo come per esempio il Chetotifene, che proteggono dalla rottura del mastocita, rendendo più resistenti le pareti di questa cellula. La valutazione finale spetta comunque all’allergologo;
– Quanto al cortisone, il suo uso deve avvenire per via inalatoria e comunque limitarsi ai casi eccezionali (se proprio non se ne può fare a meno).
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Francesco Tempesta