Come si effettua una derattizzazione: i consigli utili
Oltre ad essere veicoli di potenziali trasmissioni di malattie infettive, i ratti possono essere responsabili di gravi danni a mobili e strutture di case, cantine, uffici, depositi e altri locali nei quali possono trovare terreno “fertile” per la loro proliferazione.
Proprio per questo motivo, procedere a una corretta derattizzazione, e in particolar modo a una derattizzazione ecologica che possa avvenire con l’utilizzo di sostanze meno impattanti e meno nocive per l’uomo, costituisce una necessità con la quale è bene prendere subito la giusta confidenza, evitando di sottovalutare alcuni indicatori che potrebbero manifestare la presenza dei ratti (come ad esempio i loro escrementi), e che potrebbero ritardare un intervento professionale per poter salvaguardare la salute dell’ambiente e, dunque, delle persone.
Ma come avviene la derattizzazione? E perché in questi casi è sempre bene affidarsi all’intervento di personale esperto, evitando di cadere nella tentazione del fai da te?
Il primo passo che viene compiuto nel processo di derattizzazione è certamente quello della ricerca dei punti di annidamento, utili per poter prevedere gli spostamenti di questi roditori. Si procederà così alla ricerca di tracce tipiche del loro passaggio e della loro presenza, come i già rammentati escrementi, ma anche le impronte e i “rosicchiamenti”. Una volta che il professionista avrà “mappato” il territorio nel quale i topi e i ratti possono trovare alloggio, potrà altresì ipotizzare quali sono i punti su cui intervenire.
Prima di far ciò, l’esperto di derattizzazione provvederà ad accertare l’infestazione per poter cercare le tracce, partendo dagli escrementi. Si tratta di un’attività preliminare che consentirà di individuare l’obiettivo del proprio intervento: è per questo motivo che l’osservazione della forma, della dimensione e della lucidità degli escrementi costituisce una fase di analisi fondamentale per poter determinare quale specie di roditore ha infestato il locale da derattizzare. A ciò si aggiungerà evidentemente l’osservazione degli altri segnali tipici della derattizzazione, come il rosicchiamento delle tubature e dei cavi.
Una volta che si è avuta la presumibile certezza del tipo di roditore da contrastare, si procederà alla scelta dei punti di annidamento e delle tane. Si tratta quasi sempre di zone poco trafficate, dove vi è una bassa presenza di attività umana e, dunque, dove i roditori possono godere di relativa serenità.
Sulla base del tipo di roditore protagonista dell’intervento di derattizzazione, delle caratteristiche del locale e dell’obiettivo che ci si pone, il professionista effettuerà la scelta del tipo di intervento e di materiale da utilizzare, tenendo naturalmente conto dell’impatto ecologico e delle modalità di servizio, avendo cura della salvaguardia della salute delle persone che vivono o lavorano negli ambienti che hanno subito un’infestazione da topi e da ratti e che ora necessitano di un intervento di derattizzazione.
Considerata la complessità delle iniziative di cui sopra, il nostro consiglio non può che essere quello di rivolgersi autonomamente a una società specializzata.