Sciopero calciatori prima giornata di Serie A, un insulto all’Italia, dettagli
Contributo di solidarietà ed organizzazione da partie dello staff tecnico degli allenamenti dei giocatori, ovvero dei fuori rosa. Sono questi due i punti che separano, ad ora senza possibilità di tregua, la Lega di Serie A e l’Aic (Associazione italiana calciatori). Qualora non si dovesse raggiungere alcun accordo su questi due aspetti la prima giornata della Serie A 2011/12 salterebbe inesorabilmente.
IERI: FUMATA NERA – Da un anno va avanti la querelle tra Lega di Serie A, capitanata da Maurizio Beretta, e l’Associazione italiana calciatori, presieduta da Damiano Tommasi.
- Ieri l’Assemblea di Lega: “Ha respinto a larga maggioranza, 18 contro 2, l’intesa con l’Aic. Il testo firmato dall’Aic non può essere sottoscritto se non c’è l’integrazione dei due punti sui quali già ci eravamo espressi”, ha spiegato Beretta al termine dell’Assemblea. Pronta la replica di Tommasi, ex giocatore della Roma: “Le richieste della Lega sono pretestuose”.
- Sono stati 18 i voti contrari alla proposta dell’Aic; gli unici due club favorevoli a sottoscrivere l’accordo sottomettendosi alle pretese dei giocatori sono stati Cagliari e Siena.
ALLENAMENTI SEPARATI? IL VERO PROBLEMA E’ IL CONTRIBUTO DI SOLIDARIETA’ – Se fino ad un mese fa l’unico aspetto che separava Beretta da Tommasi era il nodo sull’articolo 7, ossia quello che prevede la facoltà dello staff tecnico di suddividere i calciatori in più gruppi per farli allenare su campi diversi, circostanza considerata discriminatoria dai calciatori, ad ora il vero problema sembra il pagamento del contributo di solidarietà.
- “L’extra tassa”, ipotizzata nella Manovra Economica bis, prevede il pagamento di un contributo pari al 5% dei redditi superiori ai 90mila euro e del 10% per quelli superiori ai 150mila euro.
- Uno dei primi dirigenti calcistici ad esprimersi sul contributo di solidarietà è stato, poco meno di dieci giorni fa, l’ad del Milan Adriano Galliani: “Qualunque cosa ci sia scritto sulla manovra del governo sul contributo di solidarietà, anticipo che per noi graverà al 100% sui calciatori. Se non sarà così facciano lo sciopero tutta la vita. E’ un aspetto sul quale non si transige. E’ una tassa che pagheranno loro e non le società. Questa cosa va al di là dei contratti, del netto e del lordo”.
- Proseguendo poi: “Tutti i club che ho sentito sono d’accordo con me e spero che il presidente dell’Aic Damiano Tommasi capisca, altrimenti può anche scioperare per sempre. In caso ci dovranno spiegare perchè certi ‘signorini’ che guadagnano 10 milioni di euro l’anno non vogliono pagare il loro contributo allo Stato”.
- Con il passare dei giorni, l’idea che il contributo di solidarietà sia la questione principale sulla quale i giocatori non sono d’accordo ha preso sempre più piede. È lo stesso presidente della Lega Serie A, Maurizio Beretta, ad avere questo timore: “E’ allucinante: il campionato rischia di non partire perchè lèAssocalciatori non vuole mettere in forma scritta che i giocatori dovranno pagare il contributo di solidarietà e non accetta che gli allenamenti siano organizzati sulla base delle esigenze dei tecnici”.
- Ha poi continuato: “La posizione dell’Aic sul punto 4 del contratto si commenta da sé. Il rifiuto a scrivere che il contributo di solidarietà è a carico dei calciatori autorizza a pensare che con qualche artifizio i calciatori sperano di non pagare”.
ARCHIVIATO IL MERCOLEDI’, OGGI ULTIMO TENTATIVO – Abete ieri aveva dichiarato di voler fare un ultimo tentativo per cercare di siglare la pace tra Lega di Serie A ed Aic.
- E così il Consiglio Federale, riunito oggi, e presieduto da Giancarlo Abete ha deciso di dar seguito ad una proposta tanto ingiusta quanto immorale: accantonamento di un fondo interno alla federazione di 20 milioni di euro per il triennio 2011-2013, destinato unicamente a garantire la Lega di A di fronte ad eventuali contenziosi sul contributo di solidarietà, diventato terreno di scontro tra Lega ed Aic.
- Ovviamente con l’istituzione di questo fondo, coperto con soldi pubblici, nessun calciatore deciderà autonomamente di pagare questo contributo extra allo Stato Italiano.
- E la cosa ancor più scandalosa è che con questo fondo si può risolvere la questione; il vicepresidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio, ha così dichiarato: “’La proposta del presidente federale, Giancarlo Abete, di inserire un fondo di garanzia da 20 milioni di euro e’ importantissima. E’ una mossa che potrebbe aiutare a chiudere la vertenza”.
I SUPERSTIPENDI: ECCO QUANTO PAGHEREBBERO I CALCIATORI – Un’indagine di SkySport evidenzia il contributo che i calciatori dovrebbero versare nelle casse dello Stato.
- Con un monte stipendio netto di 802.500.000 di euro, il contributo di solidarietà che la Serie A dovrà versare è pari a 70.390.987 euro.
- Ibrahimovic con il suo stipendio di 9 milioni di euro netti dovrà versarne poco meno di 800mila; Buffon dovrà pagarne poco più di 500mila, Totti circa 420 e Cavani poco più di 150mila.
- Cifre certamente enormi per i comuni cittadini, ma piccolissime se paragonate agli emolumenti percepiti dai big della nostra Serie A. E non ci vengano a dire che il motivo della discordia è la tutela dei giocatori di squadre minori: nell’Aic, come in tutte le altre associazioni, gli interessi che vengono difesi sono quelli dei big.
TOMMASI & CALCIATORI, MA NON VI VERGOGNATE? – “Erano due punti stupidi e li hanno rifiutati. Non ci possono prendere in giro: invece di comprarsi la barca da 2 milioni di euro, ne prendono una da un milione e 950mila, o fanno come me che ho il gommone”: la dichiarazione dell’ad del Parma, Pietro Leonardi sembra quella maggiormente in grado di sentenziare l’assurda, immorale, vergognosa e non etica posizione dei calciatori e dell’Associazione, in capo a Tommasi, che li rappresenta.
- Si sono sempre fatti paladini dei giocatori minori, quei poveri calciatori che militando nelle divisioni inferiori hanno troppi doveri e pochissimi diritti per poi piegarsi, magari anche prostandosi, alla proposta di un Abete sempre più “pilatesco” del fondo di 20 milioni di euro destinato, solamente e sottolineiamo unicamente alla Serie A.
- In un contesto come quello attuale nel quale tutti i lavoratori sono chiamati a necessari sacrifici economici per evitare un tracollo ancora peggiore, la dignità dei calciatori e di chi li rappresenta si ferma di fronte ad una tassa che potrebbe minare la loro stabilità economica, il loro stile di vita e la loro personalità. Come non dargli torto.
- Vedere i calciatori scioperare per difendere i loro diritti è un qualcosa di improponibile; certo, anche loro devono difendere i loro diritti, ma uno sciopero, per questi motivi, del calcio italiano sarebbe una macchia indelebile nella storia di questo sport che potrebbe essere tranquillamente paragonata a Calciopoli o ai diversi scandali scommesse che si sono susseguiti negli ultimi decenni.
ABETE: LA COLPA E’ ANCHE TUA – Ma non ci sembra giusto addossare l’intera colpa ai calciatori. C’è da dire che un buon 10% è merito anche del presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete.
- È un anno che il contratto collettivo dei calciatori va firmato; dopo lo sciopero scongiurato dello scorso gennaio 2011 era veramente necessario riprendere le discussioni due settimane prima dell’inizio della nuova stagione? Non era forse il caso di parlarne qualche mese prima?
- Ed è inutile sostenere che sono i presidenti delle squadre a voler arrivare alla rottura; i presidenti, veri protagonisti del calcio italiano, sono solamente stufi di essere troppo facilmente ricattati dai calciatori.
CALDEROLI: DA APPLAUSI – “Sono proprio dei testoni i calciatori di serie A, che non vogliono capire che, con il loro atteggiamento, si rendono odiosi di fronte ai tifosi e di fronte al Paese, senza comprendere che tanto, alla fine, pagheranno le tasse come tutti gli altri”.
- Il ministro per la Semplificazione ha poi dichiarato di aver previsto un emendamento nel quale si aggiunge che l’aliquota per i calciatori potrà essere raddoppiata, così come previsto per i politici.
- Calderoli ha poi aggiunto che è disposto a ritirare l’emendamento, solamente qualora vedrà equilibrio e saggezza da parte dei calciatori. Doti, almeno fino ad ora, dimenticate.
SI MUOVE ANCHE SKY – “Non tradite la fiducia dei tifosi” è il monito della pay-tv rivolto ai giocatori ed all’Aic.
- “Non intendiamo interferire sulla trattativa in corso – afferma la tv – ma serve responsabilità e dialogo. Sky Italia auspica che il dibattito sul rinnovo contrattuale collettivo possa essere risolto quanto prima – è l’appello lanciato in una nota – e che non abbia alcun riflesso sul regolare avvio del campionato. Sky, nel pieno rispetto delle trattative in corso e senza voler in alcun modo interferire sul loro andamento, rivolge quindi alle parti coinvolte un forte appello al senso di responsabilità – prosegue il comunicato – e un invito a superare con il dialogo le difficoltà emerse in questi giorni, per non tradire le aspettative di milioni di sportivi e appassionati che seguono dal vivo e in televisione lo spettacolo del calcio e che sono in trepidante attesa dell’inizio di questa nuova stagione sportiva. Rispettare il regolare inizio del campionato – conclude Sky – rappresenta un gesto di attenzione e di rispetto nei confronti di milioni di tifosi, il bene più prezioso del calcio italiano”.
SCIOPERO: LA DELUSIONE DEI TIFOSI – Ed a rimetterci, come sempre accade in queste circostanze, sono i tifosi che grazie alla loro verve ed al loro tifo avevano già acquistato i biglietti per la prima giornata di Serie A.
- L’idea potrebbe essere quella di raccogliere tutti i fondi arrivati alle società di calcio tramite la vendita dei biglietti della prima giornata e destinarli al fondo previsto da Abete: così finalmente i poveri calciatori potranno pagare il contributo di solidarietà ed i loro diritti saranno protamente ristabiliti e tutelati…
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Matteo Torti