Milan fuori da tutti gli obiettivi, l’analisi di queste ultime dieci partite. Seedorf è da esonero?
“L’Europa rimane un obiettivo”. Sono queste le ultime parole di Clarence Seedorf nella conferenza stampa di domenica pomeriggio al termine dell’ennesima disastrosa prova dei rossoneri. Dopo il poker subito dall’Atletico Madrid, anche nell’ultimo turno della Serie A i tifosi rossoneri hanno dovuto assistere ad una imbarazzante debacle. Seedorf è davvero l’uomo giusto? Cosa potrà fare il Diavolo in queste ultime dieci giornate? Analizziamolo assieme.
PARTIAMO DAI NUMERI – 4 vittorie, 1 pareggio e 7 sconfitte. E’ questo il bilancio di Clarence Seedorf nelle dodici partite fin qui disputate dalla squadra rossonera sotto la sua gestione. Un bilancio che certamente non può far sorridere se si conta che l’olandese ha perso due obiettivi stagionali: andare avanti in Coppa Italia e passare il turno in Champions League.
– Udinese ed Atletico Madrid hanno lasciato il Milan al solo campionato, questo già compromesso da una prima parte di stagione altrettanto sottotono. In molti, però, si attendevano una svolta con l’arrivo di Clarence sulla panchina rossonera.
– Svolta che non c’è stata. Anzi, Seedorf non è riuscito nell’intento di migliorare la fase difensiva rossonera, ma è riuscito nell’impresa di peggiorare la fase offensiva. Pur schierando per gran parte dei match una formazione super offensiva, le reti realizzate dal suo Milan sono veramente poche.
– Anche qui sono importanti i numeri: in 12 partite sono 12 i gol realizzati e 19 quelli subiti. Seedorf viaggia a una media di 1,00 gol fatti e 1,58 reti subite a partita. Medie che mostrano l’insufficienza del passo dell’allenatore olandese.
12 PARTITE PER UNA CONCLUSIONE: COSI’ NON VA – Due mesi fa, commentando l’esonero di Allegri e la volontà di dar vita all’avvento Seedorf, su queste pagine commentavamo così: “Chiamare un non allenatore a guidare il Milan in una stagione così delicato rappresenta un azzardo”.
– Queste prime dodici partite hanno dimostrato questo. Se dopo le prime settimane c’era chi parlava di un grande Milan, con un bel gioco e dalle belle prospettive, ora sono tutti concordi nell’affermare che i rossoneri stanno peggiorando di partita in partita.
– Le vittorie contro Verona, Cagliari, Bologna e Sampdoria hanno illuso molti. Forse saremo troppo razionali, ma è opportuno ricordare che contro il Verona si è vinto all’82’ con un rigore trasformato da Balotelli e regalato dai gialloblu; contro i sardi la vittoria è arrivata nel finale, dopo un’angosciante recupero essendo passati in svantaggio; contro i rossoblu i tre punti sono arrivati all’88’ grazie al tiro della domenica di Balotelli; quella contro la Sampdoria, invece, sembra l’unica vittoria degna di questo nome. Insomma, troppo poco.
– Se a questo aggiungiamo le sconfitte brucianti contro Napoli, Atletico Madrid due volte, Juventus, Udinese due volte e Parma vediamo che il Diavolo con Seedorf non è mai partito. Il bel gioco è un vano bagliore dietro cui è inutile nascondersi.
DIECI PARTITE, ZERO OBIETTIVI – Due mesi di Serie A, dieci match ancora da disputare, ma nessun obiettivo. La salvezza sembra raggiunta, ma l’Europa è troppo lontana. Il sesto posto, l’ultimo disponibile per poter accedere all’Europa League, è ora di proprietà del Parma che si trova a quota 46 punti, 11 in più dei rossoneri.
– Quest’anno accederà all’Europa League 2014/15 anche la sesta del campionato perché nella finale di Coppa Italia ci sono due squadre che, con verosimile certezza, già si qualificheranno alle coppe europee per la prossima stagione: Napoli e Fiorentina. La prima in Champions, la seconda in Europa League.
– Che poi, ha veramente senso sperare di arrivare sesti e partire in Europa League ad inizio agosto? Vorrebbe dire iniziare il raduno i primi di luglio, quando i Mondiali saranno ancora in corso. Ed i rossoneri avranno diversi giocatori impegnati nella competizione FIFA.
– Insomma, il gioco potrebbe non valere la candela. E sperare di poter arrivare quinti, per accedere direttamente alla fase finale dell’Europa League è un sogno ancor più inverosimile: sono 12 i punti che separano Milan ed Inter, la quinta della classifica ad oggi.
UN CALENDARIO IN SALITA – L’inverosimilità di poter arrivare in Europa è avvalorata anche dal calendario. Il Milan deve affrontare ancora molte sfide delicate. A partire dai prossimi dieci giorni dove, in serie, affronterà Lazio e Fiorentina fuori casa e Chievo a San Siro.
– Le prime due immischiate, loro sì con certezze, nella corsa all’Europa League. La terza, il Chievo, in piena lotta per non retrocedere visto i 24 punti e l’unica lunghezza di vantaggio sulla terz’ultima.
– L’aprile rossonero sembra facile, ma non lo è per niente. Se la sfida contro il Genoa del 6 aprile è un confronto tra due squadre che non hanno più nulla da chiedere, discorso diverso è per le partite casalinghe contro Catania e Livorno, entrambe in corsa per non retrocedere. Aprile che si chiuderà con la sfida dell’Olimpico contro la Roma, in lotta con il Napoli per il secondo posto.
– Discorso simile per maggio che sarà aperto dal derby, con l’Inter che probabilmente cercherà gli ultimi punti per assicurarsi l’Europa League, e che proseguirà con Atalanta a Bergamo e Sassuolo in casa. Queste potrebbero essere sfide prive di senso visto che i bergamaschi sono già salvi e gli emiliani potrebbero aver già dovuto accettare il verdetto della Serie B o della permanenza in Serie A.
E POI? L’ANNO PROSSIMO? AVANTI CON SEEDORF? – Tutto scorre diceva Eraclito. Sì e anche per il Milan tra poco sarà tempo di archiviare questa deludente stagione e pensare alla prossima. Con i problemi societari noti a tutti, non è facile ipotizzare come si potranno definire le prossime mosse strategiche, a partire dal mercato.
– Una cosa sembra certa: Seedorf sarà ancora sulla panchina rossonera. Un’idea che sta iniziando a piacere sempre meno a sempre più tifosi che iniziano a capire che Clarence non è un allenatore e, proprio per questo, non è adatto a guidare una squadra in una situazione così delicata.
– La permanenza di Seedorf fa brillare gli occhi a qualcuno che giura: Clarence riuscirà a convincere il presidente a fare una grande campagna acquisti. Ci sentiamo di dissentire da questa idea; è molto più verosimile un taglio generale degli stipendi e la vendita di un big, De Sciglio o Balotelli gli indiziati principali.
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Matteo Torti