Elezione Presidente della Repubblica, candidati favoriti, modalità di voto, maggioranza necessaria
Ormai ci siamo. Mancano poche ore alle 15, ora in cui si darà inizio ufficialmente alle votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica. Bisogna decidere il successore di Giorgio Napolitano, dimessosi lo scorso 14 gennaio, quasi due anni dopo dalla sua rielezione svoltasi nell’aprile del 2013. Renzi e Berlusconi sono concordi nel voler chiudere la partita Quirinale prima del lunedì per scongiurare ripercussioni e volatilità sui mercati finanziari; probabilmente la giornata decisiva sarà sabato. Ma chi sono i favoriti? E come si svolgono le elezioni del Presidente della Repubblica? Scopriamolo assieme.
IL SALUTO DI GIORGIO NAPOLITANO – Erano le 10.35 del 14 gennaio 2015 quando tutti i giornali battevano la notizia delle dimissioni di Giorgio Napolitano. Dimissioni nell’aria già da diversi mesi e rese ufficiali solamente dopo la chiusura del semestre italiano di presidenza alla Commissione europea.
– Quasi unanimità nel rendere omaggio a Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica dal 15 maggio 2006 a gennaio 2015. Oltre otto anni e mezzo che l’hanno visto protagonista della scena politica italiana dandogli l’occasione di essere il Capo di Stato più anziano d’Europa e il terzo più anziano del mondo dopo Robert Gabriel Mugabe dello Zimbawe e Abd Allah dell’Arabia Saudita.
– Sono cinque i presidenti del Consiglio dei Ministri nominati da Giorgio Napolitano: Romano Prodi (2006-2008), Silvio Berlusconi (2008-2011), Mario Monti (2011-2013), Enrico Letta (2013-2014) e Matteo Renzi (2014-in carica). Anni turbolenti per via della crisi economica; anni che hanno visto governi di sinistra, di destra, di tecnici e di coalizioni succedersi, con mandati esplorativi anche per Franco Marini nel 2008 e Pier Luigi Bersani nel 2013.
– Ha iniziato con la simpatia esclusiva della sinistra ed ha finito con l’essere uno dei Presidenti della Repubblica più amati della storia italiana.
CI PIACE RICORDARLO COSI’ … – Un evento su tutti. Eravamo nel febbraio del 2013 quando Peer Steinbrueck, candidato cancelliere dell’Spd in Germania, si era così espresso circa la “vittoria” di Berlusconi e Grillo alle elezioni italiane: “Sono inorridito dalla vittoria di due clown”.
– Pronta e decisa la presa di posizione di Napolitano: “Noi italiani rispettiamo la Germania ma esigiamo rispetto. Il presidente della Repubblica ha il mandato di garantire l’unità nazionale, e per me vuol dire anche la dignità nazionale. Si deve essere orgogliosi dell’Italia che lavora, che pensa, che crea, che produce e che dà il suo contributo all’Europa unita e dobbiamo essere orgogliosi dei nostri militari che si fanno sempre onore e che rischiano la vita per conto della comunità internazionale e per conto della Nazione italiana”.
COME SI ELEGGE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA? – Secondo l’articolo 83 della Costituzione “Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri”. Qualunque cittadino italiano che abbia compiuto almeno 50 anni e che goda dei diritti civili e politici può diventare Presidente della Repubblica.
– Presidente che viene votato dal Parlamento riunito in seduta comune, ossia da senatori e deputati assieme. Ai parlamentari si sommano poi i senatori a vita e i grandi elettori che comprendono tre delegati per ogni regione italiana ad eccezione della Valle d’Aosta che ne designa uno solo.
– Al fine di garantire un consenso che sia il più ampio possibile è necessario raggiungere, nelle prime tre votazioni, una maggioranza qualificata dei 2/3, mentre per le votazioni successive è sufficiente la maggioranza assoluta, e quindi il 50% + 1.
LE STRATEGIE DEI PARTITI – Il Partito Democratico per bocca di Matteo Renzi e Forza Italia per bocca di Silvio Berlusconi hanno comunicato di votare scheda bianca alle prime tre votazioni. Sappiamo già, quindi, che la prima data utile per l’elezione del Presidente della Repubblica sarà quella di sabato 31 gennaio.
– Dalla quarta votazione potremmo avere il successore di Napolitano. Il perchè i due principali partiti politici italiani inizieranno a definire un nome dalla quarta votazione è presto detto: evitare di bruciarsi qualche nome nelle prime tre votazioni che sono quelle dove è necessaria la maggioranza qualificata dei 2/3 del Parlamento.
– Nel Pd tutte le attenzioni sono rivolte ai dissidenti, dai seguaci di Pippo Civati ai “bersaniani”. Entrambe le “fazioni” hanno dato pieno appoggio e fiducia al Premier, ma sono soprattutto i primi tra i due a preoccupare Renzi e i suoi fedelissimi. La scottante figura con cui 101 franchi tiratori del Pd impallinarono Romano Prodi nelle precedenti elezioni del 2013 è ancora fresca.
TUTTI I “QUIRINABILI” – Su una cosa sembrano essere tutti d’accordo: il prossimo Presidente della Repubblica dovrà essere un politico di comprovata competenza ed esperienza. Bocciata, quindi, l’idea di un tecnico alla Padoan o di una personalità di spicco della cultura italiana alla Paolo Mieli.
– Se Amato e Prodi sono gli evergreen, il nome principale su cui sinistra e destra si stanno compattando è quello di Sergio Mattarella, classe ’41, più volte Ministro della Repubblica e dal 2011 Giudice Costituzionale.
– Nato a Palermo e laureato in Giurisprudenza, Sergio Mattarella ha iniziato sin da giovane la carriera politica assumendo ruoli di spicco nel corso delle legislature succedute tra la fine degli anni ’80 e l’inizio del nuovo millennio.
– A cominciare dal 1987-1989 quando è stato Ministro per i Rapporti con il Parlamento sotto il governo Goria e De Mita, per poi passare all’essere Ministro della Pubblica Istruzione nel governo Andreotti del 1989-1990. Con D’Alema è stato promosso a Vicepresidente del Cdm, mentre dal 1999 al 2001 ha ricoperto il ruolo di Ministro della Difesa.
– L’altro nome che potrebbe mettere d’accordo destra e sinistra è quello di Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc. Competenza ed esperienza comprovata e una storia politica iniziata con successo nel 1994 come Segretario del Centro Cristiano Democratico.
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Matteo Torti