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Segreto bancario Italia e Svizzera, firmato l’accordo, pronti 5-7 miliardi di euro all’anno per il nostro Paese

Banca Centrale EuropeaUna notizia storica che ha richiesto un lavoro lungo e difficile, concluso dal governo Renzi, ma iniziato praticamente cinque anni fa da Tremonti, l’allora Ministro dell’Economia dell’esecutivo Berlusconi. Lunedì a Milano Italia e Svizzera hanno firmato un importante accordo in materia fiscale: il segreto bancario tra il nostro Paese e gli elvetici ha finalmentre fine. L’annuncio congiunto di Pier Carlo Padoan e del consigliere federale Eveline Widmer-Schlumpf.

 

IL TWEET DI MATTEO RENZI – “Oggi siglato l’accordo con la Svizzera sul segreto bancario: miliardi di euro che ritornano allo Stato  #lavoltabuona #comepromesso”. E’ proprio il caso di dirlo: puntuale come un orologio svizzero, alle 17.41 del 23 Febbraio è arrivato il tweet di Matteo Renzi a salutare l’accordo tra Italia e Svizzera che mette la parola fine al segreto bancario tra i due Paesi.

– “Con questa firma – parola di Padoan – realizziamo un passo in avanti molto importante nelle relazioni fra i due paesi. L’accordo, che ha richiesto un lavoro lungo e difficile ma che si è concluso con pieno successo, prevede due diversi documenti, un primo giuridico sullo scambio di informazioni che ora va all’esame dei parlamenti e uno politico sulla road map da seguire per definire ulteriori questioni come il trattamento fiscale dei transfontalieri e il trattamento di Campione di Italia”.

 

TUTTI I PUNTI DELL’ACCORDO – Ci sono voluti oltre tre anni di trattative e di dialogo, ma alla fine Italia e Svizzera hanno messo la parola fine al segreto bancario. L’accordo prevede uno scambio di informazioni a fini fiscali tra i due Paesi che faciliterà la “voluntary disclosure” da parte dei contribuenti italiani con capitali in Svizzera.

– Sostanzialmente l’Italia potrà chiedere alle autorità svizzere delle informazioni per individuare potenziali evasori che detengono patrimoni nel territorio svizzero; una possibilità che andrà a contribuire in misura decisa sulla regolarizzazione dei contribuenti italiani che, fino a settembre 2015, possono “auto-denunciarsi”.

– Dal momento che l’Italia adotterà questi nuovi standard dal 2017, il primo scambio automatico di informazioni tra Italia e Svizzera ci sarà entro il settembre 2018, con riferimento all’anno 2017. Le informazioni oggetto di scambio saranno relative a conti di custodia, conti deposito e contratti di assicurazione con contenuto finanziario.

 

I FRONTALIERI: COSA CAMBIERA’? – Sino ad oggi per i frontalieri italiani che lavorano in Svizzera era vigente un accordo firmato nel 1974 che prevedeva la tassazione esclusiva in Svizzera con il ristorno del 40% del gettito ai Comuni italiani della zona di confine.

– La novità principale in termini di frontaliera è la reciprocità della misura che prevede che lo stesso principio valga anche per i frontalieri svizzeri che lavorano in Italia. I frontalieri, poi, saranno assoggettati all’imposizione fiscale sia nello Stato in cui esercitano l’attività, sia nello Stato di residenza.

– Allo Stato del luogo di lavoro spetterà al massimo il 70% del totale dell’imposta normalmente prelevabile alla fonte (ora è il 60%), mentre il Paese di residenza applicherà l’imposta sul reddito vigente, tenendo però conto delle imposte già prelevate dall’altro Stato.

– A tal proposito Padoan ha spiegato che “Il carico fiscale sui transfrontalieri non sarà inferiore a quello attuale ma inizialmente non superiore e sarà portato gradualmente in linea con quello degli altri lavoratori transfrontalieri”.

 

I BENEFICI ECONOMICI PER L’ITALIA – Ironizzando a chi gli chiedeva della portata economica dell’accordo, Pier Carlo Padoan ha risposto così: “Questo accordo ci è costato un euro, posso dire con certezza che porterà a entrate per più di un euro ma oltre non vado”.

– L’entrata economica per l’Italia derivante da questo provvedimento non è facilmente stimabile. L’ultimo scudo Tremonti portò nel nostro Paese 5 miliardi di euro, ma c’è chi si spinge oltre affermando che la fine del segreto bancario dovrebbe riportare nelle casse di Roma anche 6-6,5 miliardi di euro.

– L’obiettivo, poi, è quello di dare un impulso notevole alla “voluntary disclosure”, ossia l’adesione volontaria al piano di rientro da parte del contribuente, che così facendo eviterà di pagare sanzioni molto salate.

 

OBIETTIVO: ELIMINARE I PARADISI FISCALI – L’obiettivo di quest’accordo è quello di dare un’accelerazione sull’eliminazione dei paradisi fiscali europei. Una road map, come spiegato da Padoan, che si arricchirà presto di un altro Paese.

– Giovedì, infatti, il ministro dell’Economia firmerà un accordo molto simile con il Liechtenstein.

 

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 Matteo Torti

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