Futuro Milan, Fassone vuole Maldini nella nuova società. In lizza anche Albertini e Costacurta
Finita l’epoca di Berlusconi e archiviato Galliani, il nuovo Milan made in China sta prendendo forma sotto l’egida di Marco Fassone, l’uomo forte della cordata cinese che sarà al comando della nuova compagine societaria. Il primo obiettivo? Soddisfare, e ingraziarsi, i tifosi con l’ingresso nella dirigenza di una bandiera: Maldini il primo candidato, Costacurta e Albertini più defilati.
FASSONE, UN UOMO SOLO AL COMANDO – Era l’11 agosto quando la Sino Europe, società formata dalla cordata cinese che ha acquistato il Milan, ufficializzava che la ricostruzione dei rossoneri era stata affidata a Marco Fassone, nuovo direttore generale dopo il closing.
– Piemontese, classe ’64, Marco Fassone è un dirigente sportivo italiano che ha avuto esperienze, breve e non certo entusiasmanti, in altre tre big del nostro calcio: Juventus, Napoli ed Inter.
– Dopo l’esperienza post-laurea alla Ferrero e alla Galbani, la carriera da dirigente sportivo di Fassone ha inizio nella Juventus, dove arriva nel 2003 in veste di Direttore Marketing per poi ricoprire la carica di Direttore Esecutivo Area Stadio, facendosi portavoce e autentico protagonista dello Stadium e dell’internalizzazione del marchio della società bianconera.
– Il lavoro svolto per la Vecchia Signora suscita l’interesse del Napoli e De Laurentiis lo vuole con sé: carica di direttore generale per il post-Marino dal 9 agosto del 2010 con deleghe alla crescita del brand Napoli sui mercati esteri.
– Il 30 maggio del 2012, dopo due anni in terra campana, è la volta del passaggio all’Inter; qui succede a Paolillo e occupa sempre la carica di direttore generale, ma il dualismo e la rivalità con Michael Bolingbroke, uomo forte di Thohir, porta al divorzio nel settembre dello scorso anno.
– Esperienza da vendere e un curriculum di tutto rispetto fanno di Fassone, oggi, uno dei principali dirigenti sportivi italiani; ma il suo continuo cambiare casacca non gli ha certo fatto bene in termini di immagine verso i tifosi che l’hanno troppo spesso criticato facendogli notare i discussi passaggi dai bianconeri ai partenopei fino ai neroazzurri e, ora, al Milan.
IERI L’ANNUNCIO: FASSONE HA INCONTRATO MALDINI -Come detto poco sopra, il passato di Fassone in casa Juventus ed Inter non agevola certo la sua immagine verso i tifosi; ecco perchè l’obiettivo numero uno di colui che prenderà il posto di Galliani è quello di riportare nella nuova compagine societaria rossonera una bandiera; e come non pensare a Paolo Maldini?
– L’addio tra Paolo e i rossoneri non è stato degno della carriera e delle gioie che il difensore ha regalato alla società del Diavolo e ai tifosi, ma Maldini ha sempre precisato di voler un giorno tornare al Milan in veste di dirigente.
– Fassone ha offerto a Maldini il ruolo di direttore tecnico e Paolo si è preso qualche giorno per riflettere sulla proposta; ma, a meno di cambi improvvisi, la “questione bandiera” in casa Milan si protrarrà visto che Maldini declinerà la proposta di Fassone.
– Il motivo? Semplice; Maldini ha da sempre confidato di avere un’idea propria sul Milan, sul futuro e sulla pianificazione che dovrebbe avere la società rossonera. E il ruolo di direttore tecnico è troppo limitante per ciò che Paolo vorrebbe fare. Insomma, Maldini vorrebbe avere un ruolo alla Galliani, con pieni poteri decisionali. Ma con Fassone come direttore generale i vincoli sarebbe molti, troppi per l’idea che ha in testa Maldini.
“QUESTIONE BANDIERA” O “QUESTIONE COMPETENZE”? – E l’eventuale rifiuto di Maldini alla carica da direttore tecnico potrebbe solo far del bene al Milan e ai tifosi. Il motivo? Forse più che parlare di “questione bandiera” in un ruolo così delicato come quello del direttore tecnico, sarebbe opportuno parlare di “questione competenze”.
– In termini di “bandiera”, i rossoneri hanno già all’interno del proprio organico un certo Franco Baresi, assunto dalla società rossonera a tempo indeterminato e primo testimonial in Italia e all’estero in occasione di eventi di Marketing e sponsorizzazioni.
– In termini di “competenze”, invece, non c’è una diretta e intrinseca trasposizione tra “bandiera” e “competenze”. Ossia: non tutti i grandi campioni possono essere automaticamente grandi dirigenti. C’è bisogno di esperienza, di studio, di applicazione.
IL CASO ALBERTINI E GLI ALTRI NOMI – Un’alternativa capace di coniugare “bandiera” e “competenza” potrebbe essere rappresentata da Demetrio Albertini, indimenticabile metronomo del centrocampo rossonero tra il 1991 e il 2002 capace di intraprendere la carriera dirigenziale con l’Associazione Italiana Calciatori e finendo per essere nominato vice commissario straordinario della Figc dopo lo scandalo Calciopoli. Esperienze poi proseguite come vicepresidente della Federcalcio nella gestione Abete.
– Oltre ad Albertini chi sono le bandiere rossonere in lizza? Costacurta ed Ambrosini paiono essere gli altri papabili. Ma in caso di rifiuto di Maldini è probabile che la “questione bandiera” venga messa in stand-by per qualche mese, onde evitare di deteriorare ancora di più l’immagine di Fassone presso i tifosi rossoneri.
Matteo Torti