Come investire sull’euro dopo la pubblicazione dei verbali BCE
I verbali della riunione BCE di giugno, recentemente pubblicati, hanno evidenziato come il Consiglio abbia discusso delle modifiche riguardante l’orientamento sugli acquisti (al ribasso), ma che alla fine la valutazione è stata quella di conservare un atteggiamento prudente, in assenza di cambiamenti di rilievo per la dinamica inflazionistica ed in particolare per l’inflazione core.
Complessivamente, emerge altresì un tenore più positivo, probabilmente giustificato dal miglioramento del quadro macroeconomico e dalla valutazione di rischi bilanciati per la crescita, così come emerge la considerazione che le variazioni nei volumi e nella durata del programma rimangono lo strumento principale di intervento, anche se non il solo. Contemporaneamente, appare chiaro che il Consiglio sia pienamente consapevole che anche piccole ulteriori modifiche alla comunicazione potrebbero essere interpretate come segnali di un cambiamento più radicale, innescando così delle conseguenze importanti (un’anteprima di quello che potrebbe capitare lo si è già visto in relazione alle ultime parole di Draghi).
Ma come investire sull’euro in questo contesto?
Occhi aperti sulle mosse BCE
La prima cosa che occorrerebbe annotare, è che nei prossimi mesi la spinta rialzista dell’euro potrà essere più o meno favorita dalle mosse BCE. Le dichiarazioni dell’istituto monetario, anticipatorie delle azioni che Draghi effettuerà in ottica quantitative easing, potrebbero pertanto favorire o meno il recupero di posizioni della valuta unica europea contro dollaro, in relazione al rispetto (o al mancato tale) dei presupposti che fino ad oggi si stanno determinando.
È certo – sottolineava il sito internet mrfinanza.com – come molto, nel principale cross contro dollaro, dipenderà anche dalle mosse dell’altra grande banca centrale: la Federal Reserve ha in mente di agire sul fronte degli stimoli a settembre, per poi rialzare i tassi ancora una volta a dicembre. Una mancata aderenza a tale scenario potrebbe tuttavia accelerare il rafforzamento dell’euro.
Che cosa farà la BCE
A questo punto, potrebbe essere cercare di comprendere che cosa farà la BCE nei prossimi mesi. In primo luogo, appare probabile che prima di alterare la guidance sugli acquisti la banca vorrà reintrodurre in modo più esplicito la valutazione dei rischi per la dinamica inflazionistica: considerato che nel meeting di giugno, cui si riferiscono i verbali, venivano citati sia rischi verso il basso che rischi verso l’alto, è ben possibile che la BCE ritorni ad una valutazione esplicita dei rischi per la dinamica inflazionistica già a luglio.
L’attenzione principale si sposta quindi a settembre, quando gli analisti si attendono che la BCE riveda in modo più simmetrico la guidance sul volume di acquisti, sebbene non sia da escludere che elimini semplicemente il riferimento ad un aumento dei volumi, dal momento che una discussione in questa direzione si è già avuta a giugno.
Infine, è possibile che a ottobre il mercato possa essere interessato da nuove indicazioni di massima sull’estensione del programma nel 2018. È però altrettanto possibile che la BCE preferisca riservarsi tali annunci a dicembre, probabilmente prolungando il QE (con quali volumi?) per altri 6-9 mesi (ma difficilmente per l’intero 2018).