Animali e Ambiente

Tempo di soluzioni! E’ online l’ultimo numero di CREAfuturo

Il Ministro Lollobrigida, ospite della testata, sottolinea la centralità del CREA per trovare soluzioni innovative per rispondere alle sfide globali

L’ultimo numero di CREAFuturo, cogliendo l’occasione del G7 agricolo di Siracusa, è dedicato alle soluzioni che la Ricerca CREA sta studiando per incidere sul cambiamento del sistema agroalimentare e forestale, a 360 gradi, per rispondere alle sfide del cambiamento climatico, dell’aumento demografico, della tutela delle risorse naturali e dell’accesso ad un cibo sano e di qualità per tutti.

A tale riguardo, il Ministro  dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida nel suo editoriale sottolinea il ruolo del CREA in questo processo: “Il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA) sarà in prima linea. Se è vero che la ricerca è il faro capace di illuminare la strada verso soluzioni innovative, allora l’impegno che abbiamo assunto nel sostenere la ricerca agroalimentare equivale al più grande investimento nel futuro dell’agricoltura italiana e non solo. Il CREA, vigilato dal Masaf, è una fondamentale sentinella dello stato del nostro settore primario e rappresenta anche l’avanguardia necessaria per sviluppare, in collaborazione con i produttori, nuove soluzioni da poter concretamente implementare sui territori”. 

Come scrive il Ministro il nostro è davvero tempo “di soluzioni che ci permettano di riprendere le redini del nostro futuro”. Per fare ciò servono idee coraggiose, serve soprattutto innovazione che, come scrive il presidente CREA Andrea Rocchi“significa ripensare profondamente il modo in cui produciamo, distribuiamo e consumiamo il cibo”. E, tanto per rimanere sul cibo, la stessa dieta mediterranea, il modello per eccellenza della sana alimentazione italiana, è oggetto di ridisegno da parte dei nostri ricercatori, in chiave di qualità, sostenibilità e longevità.

Certamente un contributo importantissimo alla partita lo danno tecnologia e genetica. Iniziamo con la tecnologia: si stenta davvero a credere quante cose si possano fare grazie al digitale in campo, (ma anche nel vigneto e in serra) e perfino nella stalla… per non parlare delle gamma di possibilità allo studio sul fronte energetico. Anche la genetica – sia quella classica sia con le TEA – non è da meno: infatti, sfruttando la straordinaria ricchezza della biodiversità – in particolare di quella custodita dalle preziose collezioni CREA, si sta già lavorando oggi sulle piante di domani, più resilienti e produttive.

Sulla difesa da malattie e patogeni è in fase di apertura il cantiere dell’avveniristico laboratorio nazionale al servizio dell’agricoltura italiana, mentre sui semi – senza i quali non si coltiva nulla – è partito il progetto che permetterà ai Paesi africani il migliore sviluppo dei loro sistemi agricoli.

La tanto agognata sostenibilità passa per una interazione sinergica tra agricoltura e ambiente e su questo versante i ricercatori sono al lavoro per studi e approcci innovativi su suolo, acqua, forestee molto altro ancora.

E infine, l’economia – soprattutto quella circolare- e le politiche, per conoscere e valutare scenari, nazionali e globali e prospettive, soprattutto in funzione del cambiamento climatico, se, come afferma lo scienziato Andrea Rinaldo (Stockholm Water Prize 2023), non è più tempo di mitigazione, ma occorre iniziare a pensare (e ad agire) per l’adattamento.

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