No agli inceneritori: la raccolta differenziata è il metodo più economico per eliminare i rifiuti
Sfatato l’antico mito per cui mandare i rifiuti agli inceneritori conviene alla tasche dei cittadini: riciclare costa meno e fa risparmiare.
A confermarlo, i dati di uno studio della Regione Lombardia: nei territori che fanno maggior ricorso all’incenerimento, questa scelta si traduce in un maggior costo a carico dei cittadini.
Questo è vero in particolare nei capoluoghi, come ad esempio Cremona, città al 44% di raccolta differenziata, dove il costo medio per abitante è di 128 euro, a dispetto di Pavia, dove, potendo contare sul mega-inceneritore di Parona, la raccolta differenziata raggiunge a malapena il 28%, e la spesa media “vola” a 161 euro, ben 33 euro in più.
Più in generale il risparmio appare chiaro anche confrontando i dati medi provinciali: le province che superano il 50% di raccolta differenziata e che mandano all’inceneritore solo piccole quote dei propri rifiuti, spendono meno di quelle in cui si trovano la gran parte degli inceneritori lombardi: nelle province di Milano, Brescia e Pavia si spende infatti di più che in quelle di Bergamo, Cremona e Varese.
E’ quanto emerge da uno studio commissionato da Regione Lombardia sui costi del conferimento e smaltimento dei rifiuti, che mette a confronto il sistema dei sacchetti colorati con il tradizionale utilizzo dell’inceneritore. E, dal paragone, gli impianti di incenerimento ne escono decisamente sconfitti, mentre la raccolta differenziata si dimostra il sistema più conveniente per la gestione dei rifiuti lombardi.
“La Lombardia non ha più bisogno di nuovi inceneritori, deve invece investire sulle tecnologie per il trattamento delle frazioni da riciclare, a partire dagli impianti che lavorano la frazione organica per trasformarla in metano”. Ha dichiarato Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia.
I dati dello studio, che Legambiente ha reso pubblico a poche ore di distanza dalla manifestazione contro l’inceneritore di Trezzo d’Adda, parlano chiaro: nel bresciano, dove nel 2008 sono state accolte ben 801.000 tonnellate di rifiuti, la raccolta differenziata non supera il 39% e la spesa media per ogni cittadino è pari a 104 euro. Ben diverso il costo medio per abitante nella provincia di Lodi che, invece, differenzia il 54% dei suoi rifiuti e fa spendere solo 83 euro pro capite.
E se la provincia di Lodi risparmia oltre 20 euro rispetto a quella di Brescia, tra le province di Cremona e quella di Milano (comprendente Monza), il risparmio è di 11 euro a cittadino.
Dal dossier, scaricabile dal sito della Regione Lombardia, emerge anche un altro dato: tra la raccolta porta a porta e i cassonetti, costa meno la raccolta domiciliare rispetto a quella stradale. In media infatti si spendono 69,31 euro per abitante con il porta a porta, e 74,45 euro per i cassonetti.
“A far la differenza, anche in questo caso, è l’efficienza e l’efficacia dei sistemi di gestione – rileva Lidia Crivellaro, responsabile dell’Ecosportello di Legambiente Lombardia. – A incidere sui costi sono soprattutto aspetti come la qualità delle raccolte differenziate, che permettono di ridurre la quota di scarto e ottenere il massimo di riciclaggio e valorizzazione dei materiali. Determinante è dunque il ruolo di amministratori locali e aziende di gestione della raccolta, un aspetto che invece si perde quando si punta tutto sullo smaltimento indifferenziato attraverso gli inceneritori”.
Di Redazione