“La casa di Meneghino”, nuovo spazio culturale permanente
Ha inaugurato alla Cascina Cuccagna di Milano La casa di Meneghino, nuovo spazio permanente creato dal burattinaio milanese Valerio Saccà dedicato alla maschera simbolo della città: Meneghino.
La casa di Meneghino, bottega del burattinaio Valerio Saccà, accoglie dal giovedì alla domenica spettacoli di burattini e laboratori rivolti sia alle bambine e ai bambini che agli adulti, focalizzati ad apprendere l’arte dei burattini. Al suo interno, oltre agli attrezzi da lavoro e al teatrino di Valerio Saccà, è esposta la collezione permanente dei burattini della compagnia Burattini Aldrighi, composta di pezzi scolpiti da Valerio Saccà e da burattini realizzati dai grandi maestri della tradizione italiana. È inoltre esposta una parte del materiale storico del Fondo Aldrighi, dedicato al Meneghino: antichi copioni, stampe ottocentesche, fondali e illustrazioni.
La casa di Meneghino è così luogo d’incontro, bottega artigianale e spazio dedicato alle famiglie. È la casa dei burattini del presente e del passato, uno spazio da vivere nel quotidiano per rafforzare, attraverso spettacoli e laboratori, il legame tra Meneghino e l’identità della sua città in costante evoluzione.
Cascina Cuccagna attivando questa nuova collaborazione con Valerio Saccà si riconferma come realtà aperta alla città di Milano e alla sua storia. Attualizzando un luogo suggestivo come quello di un’antica cascina costruita nel 1695, è diventata polo di cultura e partecipazione per il quartiere di Porta Romana ma anche per l’intera città. La Casa di Meneghino ben si inserisce in questa cornice, sensibile alla promozione culturale e all’artigianalità. La casa di Meneghino permetterà a Milano di allinearsi alle altre principali città europee, arricchendosi di un luogo permanente dedicato alla maschera simbolo di Milano, ai burattini e al teatro di figura.
Creato dal poeta milanese Carlo Maria Maggi nel 1695 (lo stesso anno di nascita della Cascina Cuccagna), Meneghino Pecenna – o Domenichino Pettina – era il buon popolano venuto dalla campagna in città, coraggioso a parole, prudente nei fatti e pronto a fare giustizia col suo “pettine” il bastone.
Gran lavoratore e amante della buona cucina, Meneghino è la Maschera iconica e identitaria della città di Milano. La sua è una storia indissolubilmente legata alla città e al teatro dei burattini e molti sono stati i suoi interpreti fin dall’Ottocento. Una storia legata anche al mondo culturale e politico dell’epoca: lo vediamo infatti apparire quale simbolo di libertà e riscatto dall’oppressione austriaca durante le Cinque Giornate di Milano.
Naturalmente era sempre lui ad aprire le sfilate del Carnevalone ambrosiano, accompagnato dalla moglie Francesca, Cecca di birlighitt (perché amava adornare i suoi abiti con fronzoli e nastrini). Non poteva poi mancare il contributo di Carlo Porta, che lo raffigurò in varie sue poesie dialettali, come Brindes de Meneghin (1815). Dopo la Resistenza e la Liberazione, Meneghino si fa portatore di parole di conforto, sostegno e solidarietà nei confronti dei cittadini milanesi provati dalla guerra e dalle distruzioni della città.
La compagnia Burattini Aldrighi, fondata da Valerio Saccà, da oltre un decennio porta in scena Meneghino e spettacoli di burattini legati alla tradizione di scuola lombarda: il burattinaio, scultore e ricercatore Valerio Saccà dopo studi e ricerche ha riportato in vita la Maschera milanese, che rischiava di scomparire.
Prosegue così la tradizione dei burattini milanesi con un approccio in continua evoluzione, valorizzando questa trasmissione anche grazie alla collezione di materiali storici legati al Meneghino che comprende oltre 400 documenti storici tra locandine, copioni di scena, cartoline e cimeli teatrali: il prezioso fondo Aldrighi. Valerio Saccà porta anche il suo lavoro all’estero, facendo conoscere Meneghino in Europa e nel mondo.
Con i suoi spettacoli ha infatti viaggiato in Francia, Belgio, Dubai e Sharjah negli Emirati Arabi. Nel 2020 ha vinto il premio della Fondazione Benedetto e Giuseppina Ravasio per le nuove realtà e nel 2022 il premio Silvano D’Orba ai bravi burattinai d’Italia.
Ph: Alvise Crovato