La prima milanese di Cose molto cattive – Gaslighting
Da "Il giro di vite di Henry James" con la drammaturgia e regia di Matteo Tarasco
Prosegue la sezione NewClassic con la prima milanese di Cose molto cattive – Gaslighting, dal 17 al 19 dicembre al PACTA Salone: uno spettacolo tratto da Il giro di vite di Henry James con la drammaturgia e regia di Matteo Tarasco.
La riscrittura teatrale del romanzo Il giro di Vite di Henry James, capolavoro della letteratura, che alla sua prima apparizione sconvolse l’immaginario collettivo.
Una giovane istitutrice accetta l’offerta di lavoro di un ricco uomo di affari. Il suo compito è semplice: occuparsi di due bambini. Presto, però, la quiete viene turbata. Attorno alla casa appaiono delle figure inquietanti che poi svaniscono senza essere viste da altri. Le paure dell’istitutrice, alimentate dalle ambigue e manipolatorie confidenze di Mrs Grose, diventano ossessioni che condurranno l’istitutrice alla follia e a un finale inatteso.
Cose molto cattive è indagine sul tema della manipolazione psicologica malevola (gaslighting in inglese), dietro alla quale si cela il desiderio dell’abisso coercitivo dell’altro. Come si creano i rapporti tossici di distorsione della realtà che portano all’annichilimento dell’identità e dell’autostima personale? Come si scivola nella dipendenza emotiva che può generare conseguenze estreme? Quali sono le armi del gaslighting?
“Chi non si è sentito a disagio in una relazione? – dice il regista Matteo Tarasco – Chi non ha mai percepito un senso di inadeguatezza? Chi ha mai sentito la necessità di fuggire dalla realtà, di rifugiarsi in un mondo inventato? Chi non ha mai fatto cose cattive, anche molto cattive?
Cose molto cattive è la riscrittura teatrale del romanzo Il Giro di Vite di Henry James. Questa messa in scena ne mantiene la struttura e le peculiarità smembrando l’allure ottocentesco, ricollocando la vicenda ai giorni nostri, in una grande villa in cui le protagoniste, una governante e una istitutrice, si scontrano in un duello ove le armi sono le reciproche fragilità, un perverso gioco di ombre, riflessi, di infinite scatole cinesi. Come in un thriller ci dobbiamo porre tre domande elementari e fondamentali: Quale è il crimine e come ha avuto luogo? Quale è il movente? Chi è il colpevole?”