Amianto dentro uffici Comune Milano via Pirelli 39, dipendenti chiedono sgombero immediato
Non c’è pace per il palazzo di via Pirelli 39, il più ampio immobile tra quelli di proprietà del Comune di Milano. Indagini e richieste di accesso agli atti promosse da alcuni lavoratori hanno messo a nudo una situazione di grave rischio: il palazzo è pieno di amianto deteriorato in decine di uffici.
IL PROBLEMA DEL RISCALDAMENTO: I DIPENDENTI GELANO – Inoltre da mesi gli sportelli di edilizia, urbanistica e case popolari, dove ha sede il cuore dell’edilizia milanese, sono alle prese con grossi problemi all’impianto di riscaldamento, già causa di inusuali blocchi spontanei del lavoro nelle prime due settimane di dicembre.
– Ad essere riscaldati con le sole stufette elettriche sono diversi piani dell’edificio che scavalca con la sua imponente mole il trafficato viale Melchiorre Gioia.
LA ROTTURA DEI TUBI DELL’ACQUA, CONTENENTI AMIANTO E A CONTATTO CON LAVORATORI E CITTADINI – Altre stanze del primo e del secondo piano invece, sono state interessate da allagamenti dovuti all’ennesima rottura dei tubi dell’impianto termico, ricoperti da materiali contenenti amianto che passano a pochi centimetri dalle scrivanie.
– Sostanza killer presente in molti uffici aperti al pubblico, come all’11mo piano dove il protocollo delle opere pubbliche è stato sgomberato per precauzione nelle scorse settimane.
– Attualmente sono circa 6 gli uffici chiusi al pubblico: i dipendenti sono stati costretti a traslocare in altre stanze.
LA SITUAZIONE E’ “MOLTO PERICOLOSA” – Nonostante il dato delle fibre aerodisperse, rilevato più volte dall’Amministrazione, sia inferiore ai limiti previsti dalla legge, esperti interpellati dai dipendenti e intervenuti nelle assemblee informative indette dai sindacati sono unanimi nel considerare la situazione degli uffici ‘molto pericolosa’.
IL CAMBIO DI TESTIMONE A PALAZZO MARINO: CHI AVEVA ALMENO PROMESSO, ORA E’ ANCHE ANDATO VIA – Il prossimo venerdì 6 febbraio tutti gli 850 dipendenti sono stati convocati per un incontro al teatro di via Ampere, al Politecnico, per sapere quali scelte verranno intraprese da una Giunta dimezzata da numerose dimissioni.
– La metà di assessori e dirigenti che avevano fatto molteplici promessi, lo scorso 9 gennaio, ai sindacalisti attivi sulla questione, durante il primo incontro sulla questione, hanno ‘cambiato aria’. L’ex direttore generale Davide Corritore e l’ex assessore alla Casa, Lucia Castellano, hanno lasciato la patata bollente nelle mani dell’assessore al personale e al ‘benessere’ Chiara Bisconti, e soprattutto alla neovicesindaco Ada De Cesaris.
PIU’ DI MILLE LE PERSONE CHE FREQUENTANO ABITUALMENTE QUEGLI UFFICI – Ma la preoccupazione per i più di mille dipendenti e cittadini che frequentano abitualmente l’edificio ogni settimana non si è placata. Anzi.
LE RICIESTE DI SGOMBERO E BONIFICA IMMEDIATE – L’ammissione ‘ufficiale’ della presenza di amianto in uffici e sportelli aperti al pubblico, confermata in quella sede da Asl e Amministrazione, e oggetto di una recente nota informativa (non firmata) giunta alle mail dei comunali, ha portato da tempo i sindacati comunali a chiedere chi solo lo sgombero (Cgil) chi anche la bonifica dell’edificio (Cisl, Usb, Slai Cobas e Csa).
NEI SOTTERRANIEI AD USO DEI DIPENDENTI, L’AMIANTO E’ SPARSO SUL PAVIMENTO – Ai lavoratori non sono bastati gli esiti negativi di recenti analisi: tubi deteriorati si trovano in quasi tutti gli armadi del riscaldamento degli uffici, ma, nonostante le ripetute richieste, non sono state ancora esaminate le polveri al loro interno.
– In un caso, nei sotterranei frequentati da lavoratori, l’amianto è addirittura sparso sul pavimento: i rapporti stilati dalla ditta incaricata dal Comune chiedono una bonifica immediata.
– Inoltre le frequenti perdite d’acqua dai tubi che attraversano tutto il palazzo, secondo lo stesso documento di valutazione dei rischi in possesso dell’amministrazione, sono fonti di deterioramento ed esposizione estremamente pericolose.
LA PRESENZA DI SOSTANZA POTENZILMENTE CANCEROGENE ERA NOTA DAL 2002 – Lo scorso febbraio 2011 e poi ancora ad ottobre, centinaia di dipendenti avevano promosso richieste di accesso agli atti indirizzate per conoscenza a dirigenti e assessori, per avere copia di analisi chimiche di aria e sostanze presenti negli uffici.
– I documenti parlano chiaro: la presenza di sostanze potenzialmente cancerogene era nota all’amministrazione già nel 2002, data dei primi sopralluoghi effettuati da Asl e Comune di Milano, senza che venisse mai approntata la pur minima bonifica parziale.
– Nocività che sono ancor oggi incredibilmente ignorate, non solo da molti dipendenti, ma soprattutto da professionisti e cittadini che si recano presso gli sportelli, una media di circa 300 ogni settimana.
I LAVORATORI NON MOLLANO – Dopo le molteplici promesse dell’Amministrazione di “risolvere il problema in tempi brevi”, chiedendo la collaborazione dei sindacati, diversi lavoratori si sono detti comunque decisi ad andare fino in fondo alla vicenda, visti i rischi ai quali sono stati sposti per decenni. Sia attraverso proposte concrete che dimostrino come sia possibile reperire risorse per lo spostamento dei lavoratori e la bonifica dei luoghi, sia attraverso azioni legali.
IL DOSSIER REALIZZATO DAI DIPENDENTI – A tale scopo diverse decine di lavoratori hanno realizzato un dossier corredato da numerose testimonianze anonime e fotografie, al fine di evidenziare possibili violazioni del Testo unico sulla Sicurezza (L. 81/2008) e responsabilità dirigenziali presenti e passate.
– A preoccupare i lavoratori soprattutto il fatto che fino alla data del loro intervento, un mese fa, i lavori di manutenzione venissero svolti senza adottare le minime misure previste dalla legge, da operai privi di guanti, maschere e tute, che hanno lavorato su materiali contenenti amianto senza sgomberare le stanze occupate da cittadini e dipendenti.
– Una mancanza grave che potrebbe portare l’intera vicenda a sviluppi imprevisti.
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Di Redazione