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Musei ecclesiastici italiani aperti gratis 1-2 ottobre 2016 Milano, elenco iniziative in tutta Italia

sala-signorelliIl 5 ottobre del 1996 veniva fondata AMEI, l’Associazione Musei Ecclesiastici Italiani che oggi riunisce e coordina oltre 200 musei ecclesiastici. Diffusi su tutto il territorio nazionale, ospitati in luoghi e monumenti tra i più belli della nostra Penisola, custodiscono straordinarie (ma ancora poco conosciute) collezioni di arte sacra, raccolte di arte contemporanea, beni archeologici e demoetnoantropologici.
In quanto ecclesiastici, questi musei si riconoscono in una specifica mission: come musei “locali”, con un forte radicamento territoriale, sono sedi di tutela attiva e valorizzazione del territorio; come musei “accessibili”, focalizzano l’attenzione alle problematiche sociali e a pubblici speciali; come musei “del dialogo”, intendono costruire ponti tra culture e fedi differenti; come musei “laboratorio del contemporaneo”, sono aperti alla ricerca artistica contemporanea.
Per celebrare questo importante anniversario, Amei ha ideato un programma, fitto di iniziative, che prenderà avvio nel primo week and di ottobre con la quarta edizione delle Giornate dei Musei ecclesiastici.
Sabato 1 e domenica 2 ottobre i musei soci accoglieranno gratuitamente (o con biglietto ridotto) i visitatori, proponendo ai propri pubblici mostre, visite guidate, conferenze, musica, teatro …
Per rendere ancora più interessante e stimolante la visita durante le tradizionali giornate aperte, AMEI ha ideato l’iniziativa, e i musei sono stati invitati da Amei a riflettere sul concetto di ‘scambio’, offrendo la propria disponibilità ad effettuare uno scambio (di opere, di immagini, di pubblici, di idee …) con analoghe realtà museali, ma anche con altri musei o istituti culturali del territorio. Lo scambio indica apertura, capacità di confronto, produce cambiamento. In una società sempre più chiusa nelle proprie paure, incapace di stabilire relazioni, il messaggio lanciato da Amei va nella direzione opposta!
Il risultato? Scambi curiosi, e in qualche caso inaspettati, capaci di mettere in luce il valore del patrimonio AMEI e la propensione al dialogo e la volontà di fare rete con altre istituzioni culturali.
Ecco solo qualche esempio tra i musei che stanno inviando la loro adesione:
· Il Museo Diocesano Tridentino offrirà al MUSE, il Museo delle Scienze di Trento, La creazione di Eva di Tullio Garbari. Il dipinto, realizzato dal grande artista trentino nel 1929, sarà esposto nella sezione del MUSE dedicata all’evoluzione così da mettere in relazione le due teorie, evoluzionismo e creazionismo. Il MUSE presterà un airone cinerino impagliato, con le ali aperte in volo, che verrà utilizzato per un’installazione di arte contemporanea ideata dall’artista Annamaria Gelmi, allestita nella sezione espositiva dei Flügelaltar, i cosiddetti “altari con le ali”, ovvero con portelle mobili destinate a restare chiuse durante i giorni feriali, per aprirsi in occasione delle festività.
· Il Museo Diocesano di Catania ha appositamente selezionato un’opera d’arte delle proprie collezioni che i visitatori del Museo Tattile Multimediale della città sicula potranno toccare; in cambio esporrà una delle riproduzioni tridimensionali di opere illustri realizzate dal Polo Tattile per i non vedenti. Per far vivere al pubblico un’esperienza sensoriale, i visitatori verranno bendati, scoprendo così un diverso approccio all’opera.
· La Raccolta Lercaro di Bologna esporrà opere grafiche di Federico Moroni, “frammenti” di vita che recuperano la memoria e la rielaborano attraverso la leggerezza di immagini che appartengono all’universo dei racconti. Il pubblico è invitato a scambiare con la galleria “qualcosa” di intimo, lasciando su post-it e fogli colorati appositamente predisposti ricordi, racconti, impressioni.
· Il Museo e Galleria San Fedele di Milano, nell’ambito della mostra Maria Lai. Sul filo del mistero, propone uno ‘scambio’ tra passato e presente: le opere di una delle interpreti più intense della ricerca estetica contemporanea saranno messe in dialogo con gli antifonari settecenteschi nei quali, come su fili sottili, si inseguono le note dei tetragrammi.
· Kronos, il museo della cattedrale di Piacenza, propone uno scambio nel nome di Francesco con altre realtà espositive del territorio: il Museo della Collegiata di Castell’Arquato e la Pinacoteca del Seminario di Bedonia. Lo scambio avverrà tra opere antiche raffiguranti San Francesco e due dipinti della collezione Mazzolini di Bobbio: cavalli con cavaliere di Giorgio De Chirico e cupolone con campanile di ottone Rosai.
· I musei associati ad Amei del Friuli esporranno oreficerie provenienti da ciascuna delle altre sedi museali: si tratta di arredi (la pace, le cartegloria …) del cui uso liturgico si è persa memoria, in quanto non più utilizzati nell’ambito delle funzioni sacre. Uno scambio, ma anche un ‘cambio’ di prospettiva e un recupero di memoria per i visitatori.
· I musei diocesani di Jesi e Camerino scambieranno un laboratorio per bambini e ragazzi, che
organizzeranno in uno dei musei delle zone interessate dal terremoto, con l’illustrazione delle raccolte di quei musei da parte dei rispettivi direttori e/o conservatori.
In altri musei verranno proposti ‘scambi di pubblici’ oppure ‘scambi di sguardi’ sul patrimonio museale: attraverso visite guidate rivolte a gruppi di profughi di varia provenienza, dunque a persone di cultura e fede diversa.
Una forma di scambio che tutti i musei condivideranno consiste in un’offerta alimentare, ovvero nel chiedere ai visitatori di portare un pacco di pasta, una scatola di biscotti, un kg di zucchero ecc. in cambio dell’ingresso gratuito o di un piccolo dono (una cartolina, una guida, un gadget …).
I prodotti alimentari raccolti verranno destinati ad un’organizzazione certificata (Caritas o altro) che si occuperà di destinarli.
“Se scambio cambio” si rivolge a tutti quei visitatori che accetteranno di farsi coinvolgere in questa simbolica iniziativa di condivisione, con la quale Amei vuole ricordare che compito di un museo è saper cogliere i bisogni sociali e culturali della propria comunità, favorire la costruzione di una società più coesa e responsabile, sostenere l’integrazione, il dialogo, la relazione. Perché confrontarsi con ‘l’altro’ significa crescere.

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