Prevenire l’ictus, la scoperta innovativa. Nomi dei medici e info
La scoperta, innovativa, è stata fatta da un gruppo di ricercatori dell’Università “La Sapienza” di Roma: ora potrebbe essere possibile prevenire l’ictus. Una équipe di esperti infatti, diretti da Francesco Violi, direttore della Prima Clinica medica del Policlinico Umberto I di Roma, ha identificato un enzima, chiamato Nox2, che favorisce l’arteriosclerosi e quindi l’occlusione dell’arteria carotide, la principale ‘autostrada’ che porta il sangue al cervello. La ricerca è attualmente online su Atherosclerosis Thrombosis Vascular Biology, la rivista scientifica ufficiale dell’American Heart Association. Lo studio è stato condotto su pazienti affetti da carenza ereditaria di attività di questo enzima.
LO SPESSORE DELLA CAROTIDE – “Su questi malati è stato dimostrato che lo spessore della carotide – sottolinea Violi – era minore rispetto a chi aveva una normale attività dell’enzima al centro della ricerca. Questo Nox2 era noto essere utile per difendersi dalle infezioni”. Infatti è presente nei leucociti dove svolge un’azione battericida. Studi recenti hanno, però, dimostrato che è presente anche nelle arterie. “Io mi sono chiesto perché e, per tale motivo, ho studiato pazienti con deficit ereditario dell’enzima, cioè pazienti con malattia granulomatosa cronica – precisa Violi -. Questa malattia, che apparentemente non ha nulla a che vedere con l’arterosclerosi, in quanto si complica con infezioni spesso letali, ci ha permesso di dimostrare che quando manca questo enzima le arterie si dilatano di più e la carotide è meno spessa rispetto ai soggetti sani”.
LO STUDIO – La ricerca è durata 5 anni perché gli studiosi hanno esaminato pazienti affetti dalla malattia granulomatosa cronica con deficit completo (che attacca i bambini), ma le indagini sono state estese anche alle mamme (che non sono malate, ma hanno un deficit parziale con un’attività del 50% di questo enzima). La raccolta di dati è avvenuta nei centri italiani che studiano questa malattia molto rara (un caso su un milione di persone). Il risultato dello studio, che è stato recentemente confermato da un gruppo di ricercatori dell’NIH (l’agenzia del Dipartimento della Salute degli Stati Uniti), apre la strada per prevenire l’occlusione della carotide e quindi l’ictus, attraverso l’inibizione della Nox2.
“Attualmente ci sono molecole sperimentate negli animali che hanno dimostrato che inibendo l’enzima si riduce la placca aterosclerotica – sottolinea il direttore della Prima Clinica medica del Policlinico Umberto I di Roma – . Adesso bisognerebbe passare allo studio nell’uomo”.
L’ICTUS, ECCO COSA SUCCEDE – L’ictus, tra le principali cause di morbilità e mortalità nel nostro Paese, è un danno cerebrale che si verifica quando l’afflusso di sangue diretto al cervello si interrompe improvvisamente per la chiusura o la rottura di un’arteria. L’occlusione di una arteria avviane proprio a causa della formazione e dell’accumulo dentro un’arteria della placca aterosclerotica. Capire perché le arterie cerebrali si occludono e prevenirne la cause è un importante obiettivo per ridurre l’incidenza di questa malattia. La prevenzione rappresenta, pertanto, uno strumento fondamentale per ridurre incidenza e complicanze dell’ictus. Considerando le gravi conseguenze fisiche e neurologiche dovute a un ictus, l’impatto sociale di questa malattia è piuttosto serio: ogni anno il numero di pazienti affetti da ictus in Italia è molto alto (oltre 200.000 casi). “La disponibilità dei bambini malati e quella delle loro famiglie è stata fondamentale per arrivare a questa importante scoperta – aggiunge Violi -. Per questo vorrei ringraziarli per la loro preziosa collaborazione, come vorrei ringraziare il gruppo IPINET che ci ha permesso di studiare i bambini con malattia granulomatosa cronica”.