Glaucoma, nemico silenzioso della vista
Glaucoma, nemico silenzioso della vista. In Lombardia ne soffrono 150mila persone ma 1 su 2 non lo sa. L’appello degli oculisti dell’Ospedale Santi Paolo e Carlo di Milano: dopo i 40 anni controlli oculistici regolari per salvare la vista.
- In Lombardia più di 150 mila persone soffrono di glaucoma, prima causa di cecità irreversibile al mondo, ma una su due non lo sa.
- L’appello degli specialisti: “A partire dai 40 anni occorre sottoporsi regolarmente a controlli oculistici che includano la misurazione della pressione interna dell’occhio”.
- Diagnosi precoce e nuove tecniche chirurgiche mininvasive possono salvare la vista anche nei casi più avanzati di glaucoma.
Milano, … – Il glaucoma, nemico silenzioso della vista, è una malattia degli occhi che colpisce più di 1 milione di persone in Italia, di cui circa 150 mila in Lombardia, ma la metà di esse non ne sarebbero a conoscenza perché non effettuano visite oculistiche periodiche complete.
“La maggior parte dei pazienti non sa di avere il glaucoma perché nelle sue fasi iniziali è totalmente asintomatico e ciò rende la diagnosi precoce molto difficile. – dichiara il prof. Luca Rossetti, Direttore della Clinica Oculistica della ASST Santi Paolo e Carlo di Milano – È una patologia degenerativa che generalmente coinvolge entrambi gli occhi determinando danni permanenti al nervo ottico che nel tempo possono portare a ipovisione e cecità. Basti pensare che nel 25% dei casi un occhio va incontro alla perdita della vista mentre nel 10% dei casi entrambi gli occhi sono esposti al rischio concreto di perdere la vista. A partire dai 40 anni è buona norma sottoporsi regolarmente a controlli oculistici che includano la misurazione della pressione intraoculare così da poter scoprire la malattia nelle fasi iniziali quando ancora non presenta sintomi evidenti.”
Il glaucoma è una patologia cronica, progressiva ed irreversibile, caratterizzata da un danno alle cellule nervose dell’occhio, con conseguente danno del campo visivo, correlata a una pressione dell’occhio troppo elevata. Diagnosi precoce e trattamenti efficaci e tempestivi possono salvare la vista e preservare la qualità di vita nella maggior parte dei casi di glaucoma.
“Presso il nostro centro cerchiamo di gestire al meglio il percorso di cura del paziente. – spiega il prof. Rossetti – Partendo dalla diagnosi, abbiamo a disposizione le più moderne tecnologie che permettono di individuare le più precoci alterazioni patologiche, senza tralasciare le metodiche di diagnostica tradizionali, tuttora di primaria importanza. Al momento della diagnosi e durante il follow-up vengono valutate tutte le opzioni terapeutiche disponibili, mediche, parachirurgiche e chirurgiche, nel caso di pazienti in uno stato avanzato della patologia, e scelte le più adatte per il singolo caso. Partecipando a numerosi trial clinici, i nostri pazienti hanno la possibilità di esser messi al corrente di tutte le novità disponibili, sia in ambito diagnostico che terapeutico, e di poter utilizzare nuovi e promettenti farmaci o device, prima che siano disponibili in commercio. Abbiamo potenziato i servizi di clinica del glaucoma e introdotto nuove tecniche chirurgiche mininvasive all’avanguardia che permettono di ridurre la pressione intraoculare diminuendo i disturbi post-operatori e permettendo di solito di interrompere la terapia cronica con colliri. Si tratta di nuovi dispositivi che vengono impiantati senza bisogno di ricorrere alla chirurgia tradizionale e che non richiedono punti di sutura. Il paziente, inoltre, recupera la vista subito dopo l’intervento.”
Nel 2020, durante la pandemia di COVID-19 si è verificata una svolta epocale nell’ utilizzo delle innovazioni digitali, grazie ad un sempre maggiore utilizzo dell’intelligenza artificiale. Nel campo della diagnosi e del monitoraggio del glaucoma, l’IA ha rivoluzionato il settore attraverso due principali approcci nell’ambito dell’apprendimento automatico: l’apprendimento supervisionato e l’apprendimento non supervisionato delle macchine. L’apprendimento supervisionato implica che il modello venga addestrato utilizzando dati etichettati come “patologici” o “non patologici” (informazioni fornite), mentre l’apprendimento non supervisionato si riferisce a una modalità in cui il modello cerca di identificare pattern o strutture nei dati senza avere queste etichette iniziali.
L’integrazione dei modelli basati sull’ IA nella pratica clinica è ancora afflitta da diverse sfide significative. Molte ricerche si basano su dati di addestramento provenienti da popolazioni omogenee, mentre nella realtà clinica ci sono numerose variabili, tra cui la qualità delle immagini e le differenze etniche dei pazienti. Nonostante queste problematiche, l’intelligenza artificiale rappresenta una speranza concreta per affrontare le sfide legate all’invecchiamento della popolazione e all’aumento dei costi sanitari, con l’obiettivo di migliorare la salute generale, contenere le spese e garantire una migliore percezione dell’assistenza da parte dei pazienti.