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Furti Politecnico Milano, il racconto shock di uno studente

politecnicoDi seguito la segnalazione shock inviata alla nostra Redazione (redazione@cronacamilano.it) da uno studente del Politecnico di Milano, esasperato dai tanti furti compiuti dentro l’Ateneo.
Riportiamo la mail interamente e invitiamo tutti i lettori a continuare a scriverci: mandateci segnalazioni, foto e video. Noi continueremo a darvi voce.
“Buonasera, sono uno studente del politecnico di Milano (come saprete fiore all’occhiello delle classifiche universitarie e bla bla bla). Vi racconto dalla sede di Bovisa dell’università, l’accaduto di questa mattina (11 settembre 2017, nda):
Mi reco in biblioteca bl28: ultimo edificio costruito e moderno, nonché privo di tornelli (chiunque quindi può entrare senza esser sottoposto a un controllo, se non quello visivo dei bibliotecari). Mentre studio, verso le 12:30 noto due ragazzi che fanno avanti e indietro e poi prendono un libro a caso, tra quelli disponibili alla consultazione, e si siedono in un posto ovviamente non casuale.
Tempo 20 secondi e si rialzano, sistemano il libro e se ne vanno di tutta fretta.
Insospettito dalla rapida consultazione e dai movimenti inusuali che hanno fatto quando erano seduti, li rincorro mentre passano indisturbati davanti il controllo dei bibliotecari (capisco la loro impossibilità nel controllare tutte le persone che entrano ed escono, però penso che un occhio attento come lo è stato il mio, che nemmeno è il mio lavoro, possano averlo). Quindi corrono giù per le scale, li raggiungo e chiedo loro di aprire lo zaino. Estraggono un Mac, allora domando loro di inserire la password di accesso.
Ovviamente non la sapevano, uno dei due corre via invece l’altro rimane; chiamo le forze dell’ordine e insieme ad altri ragazzi lo “assicuriamo alla giustizia”. Restituiamo il pc al malcapitato e chiudiamo la cosa.
Purtroppo di avvenimenti di questo tipo se ne verificano molti (nell’edificio di fronte BL27 è ormai buona norma, da parte dei ragazzi che portano i volantini delle pizze, tornare indietro più carichi di prima di cose tecnologiche), e tutto questo accade anche nel parcheggio (a me personalmente hanno aperto la macchina qualche mese fa; un mio amico lascia ormai, stanco della rottura della serratura dell’automobile, la lascia direttamente aperta, legata solo internamente con il catenaccio; inoltre, vetri rotti per rubare oggetti sono ormai all’ordine del giorno).
Si fa sempre fatica a dirlo e riconoscerlo, ma purtroppo gli autori dei furti sopraelencati sono persone di origine straniera.
Detto ciò mi domando se nelle classifiche mondiali, o europee, o italiane, siano presenti anche dei parametri di sicurezza o tranquillità dello studente, perché vedo che si preferisce piantare alberi per scalare le classifiche (nulla contro l’elemento in sé, ma fatico a capire il collegamento con la qualità dell’insegnamento), piuttosto che salvaguardare chi vive l’università da un’insicurezza ormai dilagante.
Scrivo a voi perché ho letto l’articolo inerente alla questione dei braccialetti nelle zone nevralgiche di Milano e l’ho molto apprezzato.
Nel caso vogliate dare un po’ di importanza a questi avvenimenti, non voglio comparire come paladino della giustizia (anonimo quindi), ma vorrei solo portare all’attenzione pubblica degli episodi molto gravi, che non vengono considerati dagli alti gradi dell’università. Grazie, A.N.”

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