Cronaca

Sgombero rom Rubattino Milano, offerto inserimento lavorativo per i nomadi sgomberati

Erano 142 i rom stanziati sotto il cavalcavia della tangenziale , in Via Rubattino (tra le vie Caduti di Marcinelle e Missione di Pace), alla periferia Est di Milano, a due passi da Lambrate. Una brulicante baraccopoli composta da 58 camper e svariate tende aveva preso possesso di quest’area ormai degradata, più volte sgomberata da precedenti accampamenti abusivi e un tempo occupata dagli edifici dell’Enel.

 

“Si lavano nelle fontane, lavano e stendono i panni sui giochi nei giardinetti dei nostri bimbi, girano ubriachi per i viali – raccontava una nostra lettrice lo scorso 3 settembre -. Abbiamo paura a portare i nostri bambini nei parchetti sotto casa, per poi non parlare della sporcizia, rifiuti ovunque e bisogni che vengono espletati a cielo aperto…”. Le numerose segnalazioni che, negli ultimi mesi, i residenti avevano inoltrato ai rappresentanti del Comune parevano fossero cadute nel vuoto.

 

Qualche giorno fa, invece, la decisione della giunta arancione di provvedere allo sgombero dei rom tanto agognato da parte degli abitanti della zona. Più che un atto dovuto, probabilmente, una vera e propria emergenza da fronteggiare, in considerazione del fatto che nell’area vivessero anche 55 tra bambini e minorenni.

 

D’accordo con alcune associazioni attive nel campo – Sant’Egidio e Mamme di via Rubattino -, l’assessorato alla Sicurezza di Milano ha provveduto ad organizzare e coordinare l’operazione. Così ieri mattina, vigili urbani, polizia locale, rappresentanti dei servizi sociali e Protezione Civile hanno sgomberato gli occupanti dell’insediamento abusivo. L’evacuazione, anche in considerazione del fatto che i nomadi fossero stati precedentemente avvisati , si è svolta pacificamente.

 

Perseguendo la sua politica di accoglienza, l’Amministrazione comunale ha offerto alle famiglie presenti nel campo la possibilità di aderire al percorso di inserimento nella comunità, proponendo soluzioni abitative alternative. E’ stata garantita anche la continuità scolastica a quel 90% dei minorenni (il 30% dei quali sotto i dieci anni) presenti nel campo già regolarmente iscritti a scuola.

 

Massiccia l’adesione all’offerta del Comune: in 110 usufruiranno dei fondi stanziati dalla giunta di Pisapia per favorire l’integrazione delle popolazioni rom del nostro territorio: “In questo modo viene garantita dignità alle persone, contrasto agli insediamenti abusivi e riqualificazione delle aree abbandonate – ha affermato Marco Granelli, assessore alla Sicurezza e coesione sociale -. Le famiglie che intendono aderire al progetto di inserimento non vengono divise e viene garantita loro una risposta per la situazione di prima emergenza”. “L’area viene immediatamente posta sotto sorveglianza e i privati sono coinvolti nella messa in sicurezza con il settore Urbanistica del Comune “, ha concluso l’assessore.

 

Più piccato, invece, il commento di Stefano Bolognini, assessore alla Sicurezza della Provincia di Milano, che più volte aveva denunciato le pericolose condizioni dell’area occupata dai nomadi in via Rubattino. “Meglio tardi che mai. La giunta Pisapia si sveglia e sgombera uno degli insediamenti abusivi più vecchi e pericolosi della città. Non si fermi qui e proceda a liberare tutte le aree occupate illegalmente. Soprattutto, si decida ad attuare gli sgomberi in maniera più sistematica e frequente – ha fatto sapere Bolognini -. Lo sgombero non sia un episodio sporadico (…). Fare uno sgombero una volta ogni sei mesi non è risolutivo e non serve ad allontanare in maniera definitiva i rom che avranno così, come si è visto in numerose occasioni, la possibilità di tornare a occupare i posti da cui sono stati mandati via. Ci sono numerose altre aree della città e interi edifici occupati illegalmente, la giunta li liberi per la tutela e la sicurezza dei cittadini di Milano”.

 

Intanto, i minori presenti nel campo, insieme ai loro genitori, sono stati accolti in una struttura di via Barzaghi e affidati ai servizi socio-sanitari per accertarne le condizioni di salute e “avviare le pratiche per l’inserimento scolastico per quelli che ancora non vanno a scuola e lavorativo per gli adulti, al fine di dar loro gli strumenti per raggiungere una condizione di autonomia che vada oltre l’emergenza”, ha ribadito il 38enne assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino.

 

Quello che ora ci si attende è che il Comune ponga la sua attenzione anche su altre aree milanesi periferiche interessate dall’emergenza rom, i cui esasperati cittadini  hanno più volte segnalato  le relative problematiche di quartiere alla nostra testata. Solo per fare qualche esempio:

 

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S.P.

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