Sushi bar con anatre sgozzate e piumaggio sporco di fango e feci in via Calusca, zona Ticinese. Il titolare è un cinese
Un sushi bar di via Calusca, zona Ticinese, è stato chiuso da Asl Milano (Dipartimento di Prevenzione Medico e Dipartimento di Prevenzione Veterinario) a seguito di un’operazione congiunta con gli agenti del servizio Annonaria e commerciale della Polizia Locale, che hanno prestato ausilio alla Polizia di Stato.
L’attività è stata temporaneamente sospesa fino alla regolarizzazione delle violazioni alle norme igienico-sanitarie, in particolare per imbrattamento da sangue e presenza di animali con piumaggio sporco di fango e feci.
Gli agenti hanno infatti trovato nella cucina 6 anatre appena sgozzate dal titolare, un cinese, che è stato multato per 1.000 euro per apparecchiature sporche.
L’orientale è stato denunciato per presunto maltrattamento animali e per sfruttamento all’immigrazione clandestina, poiché alle sue dipendenze c’era un connazionale irregolare e complessivamente sono stati trovati nel locale tredici clandestini, poi accompagnati in Questura per le identificazioni
“Ringrazio Questura e Asl per la collaborazione – commenta il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato. – Molti cinesi continuano a farsi beffe di ogni tipo di regola e mettere a repentaglio la salute e la sicurezza dei cittadini. E nella cucina, trasformata in un macello clandestino, è stato utilizzata anche manodopera irregolare. Ecco perché continua incessante l’attività dei vigili dell’Annonaria con Asl o Forze dell’ordine a tutela della salute del cittadino.
“Basti pensare che nei primi 6 mesi dell’anno”, ha precisato De Corato, “la Polizia Locale, in autonomia e in collaborazione, ha effettuato 2340 controlli presso pubblici esercizi che hanno portato ad accertare 659 violazioni a leggi o regolamenti, di cui 407 di tipo amministrativo e 242 di tipo sanitario. Controlli che hanno determinato 6 denunce (3 a carico di cinesi) per cattiva conservazione di alimenti e 20 denunce (7 a carico di cinesi) per tentata frode in commercio”.
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