Marito pentito segnala centro massaggi via Unione e lo fa chiudere, dentro praticavano massaggi non solo “tradizionali”
Un vecchio adagio recitava “tra moglie e marito non mettere il dito”. Ma ben altra mettevano “alcune dipendenti” del centro massaggi “Fashion Body” di via dell’Unione, zona Piazza Missori.
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E se qualcuno avesse avuto ancora qualche dubbio, quando gli stessi agenti del Commissariato Centro hanno fatto irruzione in quella che doveva essere una piccola “oasi di relax e benessere”, in prima persona hanno sorpreso una “dipendente” mentre si profondeva a “rilassare” un cliente 27enne con tecniche decisamente “anticonvenzionali”.
Le donne, tutte regolari, venivano pagate circa 100 euro per un massaggio tradizionale, più altri 100 che, per un “trattamento extra”, sparivano magicamente nelle tasche della titolare.
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“Con la liberalizzazione del commercio avviata dal Decreto Bersani – commenta il vicesindaco e Assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato, – il Comune non può far nulla per impedire le aperture dei centri massaggi che sono equiparati ai centri benessere e pertanto privi di vincoli orari. Tali luoghi stanno avendo un anomalo boom, grazie soprattutto a cinesi.
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“Basti dire che a Milano – sottolinea De Corato, – ne risultano in attività 368 (dato aggiornato al luglio 2010), ma nel 1995 erano solo 4. E nel 2010 si sono registrate 96 nuove aperture, circa una ogni due giorni.
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“Su questa proliferazione aleggiano sospetti che si tratti di investimenti di denaro riciclato, – conclude il vicesindaco, – e sono convinto che la Guardia di Finanza abbia già puntato una lente di ingrandimento. Ma più spesso questi locali sono il paravento di attività di prostituzione”.
Claudio Agorni