Incontro Area C Milano Zona 5 con l’assessore D’Alfonso, tra favorevoli e contrari
Il secondo incontro su Area C si è svolto ieri sera nella sala consiliare di viale Tibaldi. Questa volta (per il calendario completo di tutti gli incontri, CLICCA QUI), i partecipanti sono per la maggior parte i residenti di Zona 5; nonostante alcuni momenti di tensione non si sono raggiunti i livelli di esasperazione che hanno reso indelebile la riunione dello scorso lunedì con i residenti di Zona 1, vale a dire le quali 100mila persone che più verranno danneggiate dal provvedimento al via da lunedì 16 gennaio 2012.
LO STAFF DEL COMUNE – In rappresentanza del Comune di Milano vi è l’assessore al Commercio Franco D’Alfonso, ma non manca anche l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli. Tra lo staff anche Paolo Limonta, coordinatore dei Comitati per Pisapia e responsabile dei rapporti con la città, nonché vari consiglieri comunali e di zona.
- La serata inizia alle 20,45 precise: questa volta, a differenza di quanto accaduto in Zona 1, la sala è ampia e tutti i cittadini trovano collocazione, se non seduti rimanendo in piedi, ma comunque mantenendo una situazione di dignitosa accoglienza.
LA LUNGA INTRODUZIONE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI ZONA 5 DELL’ASSESSORE AL COMMERCIO – Introduce la tematica che si andrà ad affrontare il presidente del Consiglio comunale di zona 5, Aldo Ugliano (PD): parla di PM10, salute pubblica e numero di giornate di sforamento, aggiungendo che i cittadini di Milano devono diventare più “moderni”:
- “La nostra città, data la sua struttura, riesce difficilmente a contenere le grandi quantità di traffico”. “Con il provvedimento Area C si stima di portare sui mezzi pubblici circa 30mila persone, per vivere meglio e muoverci più liberamente”. E in tal senso, vengono elencati tutti i potenziamenti della rete ATM, aggiungendo anche la necessità di scoraggiare la sosta, in Zona 5, dai Comuni del Milanese più prossimi, come Opera, Rozzano, Abbiategrasso: “Oggi l’assessore Maran mi ha fatto sapere che nelle prossime settimane partiranno le strisce blu da via Tibaldi fino oltre al quartiere Chiesa Rossa.
- La parola passa quindi all’assessore al Commercio Franco d’Alfonso, che si sofferma ampiamente sulla qualità di vita che vuole apportare la nuova giunta: “Alle elezioni le scelte sono state presentate in difesa dei diritti fondamentali, come il diritto alla salute e il diritto alla mobilità. La nostra giunta, fin da subito, ha iniziato a realizzare interventi sulla qualità della vita”.
AREA C, PERCHE’ SOLO NELLA ZONA DEI BASTIONI? – L’assessore D’Alfonso prosegue spiegando come mai Area C sia stata attivata soltanto all’interno della Cerchia, e non in tutta la città: “Semplice – esclama l’assessore. – Il motivo è che solo questa zona era già dotata di telecamere e strutture grazie ad Ecopass, che non solo scadeva il 31 dicembre 2011, ma aveva anche esaurito il suo valore economico (economicamente i dati ci dicono che oramai ci si perdeva), ma anche in termini di risultati.
GLI OBIETTIVI DEL PROVVEDIMENTO – “L’obiettivo di Area C – prosegue D’Alfonso – non è quello di azzerare il traffico: bastano anche pochi risultati. Gli obiettivi sono comunque tre:
- decongestionare il traffico del centro del 20%, rendendo di velocità competitiva il servizio dei mezzi pubblici;
- contribuire all’abbattimento delle polveri sottili nel centro;
- trovare velocemente del danaro da utilizzare per il trasporto pubblico, “Poiché – sottolinea l’assessore – le nozze non si fanno con i fichi secchi”.
IL PORCELLINO – Gli introiti annui che porterà Area C al Comune sono stimati a 34 milioni di euro circa, contro i 5,8 milioni di euro portati da Ecopass.
- “Oggi l’on. Tabacci (assessore al Bilancio, Patrimonio, Tributi, ndr), ha dichiarato che non 1 euro verrà destinato ad altro oltre che al trasporto pubblico.
- Sul nostro sito metteremo un’icona con un porcellino, che avrà una manina e indicherà dove ogni soldino verrà messo”.
- Poiché siamo il paese dei debiti, già abbiamo destinato 10 milioni di euro a rafforzare le corse di metropolitana e superficie.
I COMMERCIANTI? DEVONO ESSERE PIU’ MODERNI! – Rifacendosi al concetto esposto poco prima da Aldo Ugliano, D’Alfonso parla quindi dei commercianti, categorie particolarmente danneggiate dal nuovo pedaggio, e spiega: “Cominceremo anche a contare quanti sono i loro veicoli, e se c’è solo un furgoncino che porta una cravatta, beh, dovranno trovare mezzi più moderni. I cambiamenti fanno sempre paura, ma bisogna affrontare con meno tensione ciò che succederà a partire dal prossimo 16 gennaio. In tanti mi chiedono cosa accadrà, e, tendenzialmente, io rispondo che dopo il 16 viene il 17 e così via”
IL PARERE DEI CITTADINI – Dopo un’ora circa riempita dagli interventi di Ugliano e D’Alfonso, il consigliere di Zona 5 Enzo Scuglia (PDL), insorge chiedendo che la parola venga data ai cittadini giunti per esporre il proprio punto di vista, e non per ascoltare uno spot elettorale. A seguito dell’esortazione del presidente Ugliano, rivolta al consigliere, di moderare i toni, prende quindi avvio lo spazio dedicato ai residenti, che parlano per circa un’ora e mezza sulle 3 ore dell’incontro.
I CONTRARI AD AREA C – Tra le tematiche sollevate dai cittadini contrari ad area C:
- Licenziamento dei dipendenti dei garage di confine con la Cerchia: La prima grave conseguenza di Area C viene esposta da un cittadino che, a causa di Area C, ha perso il lavoro. “Lavoro in un garage vicinissimo all’ingresso della Cerchia. La gente finora veniva lì al mattino e lasciava l’auto parcheggiata fino a sera, quando la riprendeva dopo il lavoro per tornare a casa. Non si creava traffico, non c’era inquinamento. Da lunedì 16, però, mi hanno detto che dovrò restare a casa. Ho perso il lavoro”. Dalle ultime file della sala, altre 8 persone dicono di trovarsi nella medesima situazione. Ugliano dice che, proprio in merito a questa situazione che si è andata a creare, si stanno tenendo riunioni, ed esorta a “fare più avanti la gazzarra”. La sala insorge: “la gente è disperata, quale gazzarra??” e il diretto interessato aggiunge: “Le riunioni dovevate farle prima di attuare il provvedimento! Non ci compro il pane con le vostre riunioni, e da lunedì dovrò stare a casa!”. Ugliano mantiene salda la propria autorità e, poiché in lista sono iscritti 25 interventi, propone un tempo massimo di 2 minuti testa. Accordandosi, si conviene siano 4;
- Totale inadeguatezza della rete ATM a proporsi come alternativa valida al traffico privato: “Prima di far partire il provvedimento avrebbe dovuto essere predisposto un servizio efficiente. Inoltre, Atm non è in grado di sostenere l’aumento dei tanti passeggeri che lasceranno l’auto ai margini dell’area;
- Congestione del traffico che si creerà nelle zone limitrofe alla Cerchia: all’aumento del traffico che verrà a crearsi nelle zone limitrofe ai varchi, dove gli automobilisti creeranno per forza un ulteriore congestionamento, aumentando la produzione dello smog “che non si fermerà ai varchi, ma entrerà comunque nel centro cittadino”;
- Penalizzazione dei residenti, anche discriminati in base tra l’altro all’art 3 della Costituzione: “poiché risulta che il traffico a Milano è maggiore proprio nel centro, non solo sono i più danneggiati alla salute ma, invece di vedersi attribuiti bonus di svariato genere, si trovano a dover pagare per tornare a casa!”
- Danneggiamento dei cittadini che hanno investito in veicoli eco-sostenibili: “Il provvedimento colpisce indistintamente tutti i cittadini, compresi i tanti che hanno acquistato con non pochi sacrifici mezzi eco-sostenibili. Perché non agire sulle caldaie, e tornare a far pagare solo chi utilizza mezzi inquinanti?”
I SOSTENITORI DELL’AREA C: A differenza di quanto accaduto in Zona 1, dove i presenti erano nella quasi totalità inferociti contro Area C in quanto costretti a pagare una tassa per tornare ogni giorno nella propria casa, in Zona 5 la posizione dei presenti è più eterogenea. Nel dettaglio i sostenitori hanno parlato di:
- Salute per i cittadini: “Bisogna ragionare in termini d cittadinanza, non privatistica. A Londra, dove la congestion charge è nata nel 2003, il calo del traffico è stato del 12%.
- Riscoperta della socializzazione: “Durante il blocco totale di dicembre, ho potuto incontrare per strada tante persone, molte delle quali non vedevo più da moltissimo tempo, sempre chiuse nelle loro auto!”
- E’ una battaglia di civiltà: “Sono favorevole all’Area C”, dice il rappresentante del Centro Culturale Conca Fallata, come ad esempio anche l’architetto Aulenti che abita in Brera. Anzi, da quando vado in tram non mi arrabbio più e riesco anche a leggere”.
- Benefici per la salute: “Lo smog provoca patologie respiratorie”.
I CASI DI VIA VOLVINO E DELLE VIE DOVE E’ ABITUDINE ENTRARE IN CONTROMANO: DOPO LE 19,30 NON SI INQUINA PIU’? –
- Un residente spiega esasperato la situazione di via Volvino, dove mancano i parcheggi: “Non mi importa se la giunta è di destra o di sinistra: noi non abbiamo parcheggio e in 3 giorni ci sono state fatte 300 multe! Se un vigili vuole può farcene anche 1000 al giorno!”
- Ugliano risponde che “proprio oggi” si sono tenute alcune riunioni e il problema verrà risolto.
- Un secondo residente spiega che la conformazione di alcune vie porterà la formazione di vie chilometriche, come nel caso di via D’Annunzo, alessi, Scaldatole, Arena e molte altre, dove già quando il tram va in fermata si crea il traffico: “Sono zone vicine ai navigli e alla movida, che alla sera si riempiono all’inverosimile al punto che i residenti devono parcheggiare a chilometri da casa. Non c’è più l’inquinamento, dopo le 19,30? E per chi entra regolarmente in contromano?”
- D’Alfonso risponde che in tali zone è prevista l’istallazione di telecamere (e qualcuno grida “buffoni!”).
LONDRA, L’ETERNO PARAGONE – Sia tra i sostenitori che tra i contrari ad Area C, il paragone con Londra non manca mai.
- Tra i sostenitori, si sottolinea la diminuzione del traffico che ha portato la congestion charge londinese, ma da fronte opposto si ribatte con la totale ineguatezza delle linee ATM rispetto la struttura britannica, composta da ben 20 linee tra superficie e metro, tutte di massima efficienza.
- Un cittadino osserva che prima di istituire la congenstion, a Londra sono stati condotte analisi estremamente approfondite e precise al fine di verificare numericamente il concetto di “congestione”, e raffrontarlo poi alle singole strade: “che senso ha bloccare il traffico dalle 7,30 alle 19,30 quando dopo gli orari di punta molte strade sono mediamente scorribilissime? Perché il Comune non ha considerato l’effettivo rapporto di ‘congestione’ nelle diverse aree del contro?”
- “A Londra il 90% dei residenti è esentato dal pagamento”.
FACCIAMO LA VOLONTA’ DEL REFERENDUM – Non mancano polemiche sul Referendum:
- il Sì è stato votato da poco più del 30% dei milanesi: c’è ancora molta confusione sui numeri del referendum che, come scritto anche nella lettera che ha inviato il sindaco Pisapia a 700 famiglie, avrebbe “accolto la volontà del 79% dei milanesi”.
- In realtà, come sottolineato da un consigliere, si tratta del 79% di chi ha votato, cioè del 49% dei milanesi aventi diritto. Da qui la percentuale reale del 38%, pari a circa 380mila persone rispetto alle 990mila con diritto di voto e 1.300.000 totali: “Non state facendo la volontà dei milanesi”, si surriscalda il consigliere; dalla sala pareri contrastanti.
- “Il referendum è stato votato da 480mila persone”, esclama alzando i toni un consigliere della maggioranza, “non dai 300 che hanno fatto la gazzarra lunedì. Inoltre, Londra ha 7 milioni di abitanti!”, conclude il consigliere Maionchi, mentre dalle file qualcuno puntualizza che “i 300 della gazzarra erano cittadini infuriati poiché costretti a dover pagare per tornare a casa propria!” e “Londra di abitanti nel ha 7mila, leggi almeno Wikipedia prima riparlare!”.
- Ancora polemiche sul referendum in merito al suo contenuto: “La pronuncia richiesta era sull’Ecopass, non su una congestion charge che avrebbe colpito anche chi non inquina e ha speso per investire nei mezzi eco-sostenibili!”
L’INTERVENTO DELL’EX ASSESSORE AL TERRITORIO, ALESSANDRO MORELLI – Qualche momento di tensione, ma anche di provocatoria e tutto sommato innocente leggerezza, si riscontra durante l’intervento di Alessandro Morelli, ore consigliere comunale ed ex assessore al Territorio.
- Morelli, con tanto di Maglietta “Pisapia C hai rotto”, porta l’attenzione dal faceto al serio e si focalizza sul referendum, ribadendo la differenza tra quanto votato e quanto ora è stato fatto attuando il provvedimento Area C. “Questa è soltanto una tassa, non serve a migliorare la salute pubblica! Non c’è rispetto per i cittadini che hanno investito nell’eco-sostenibile!”
- Della stessa opinione un cittadino che dice quanto Area C sia considerata soltanto “una tassa applicata indistintamente da una giunta di sinistra che avrebbe dovuto darne un carico progressivo. Questa giunta, invece, ha messo in campo una tassa uguale per tutti, indipendentemente da situazioni e redditi. E questo non è giusto”.
IL TRAFFICO NON E’ LA CAUSA DETERMINANTE DEL PM10: DURANTE IL BLOCCO TOTALE DI DICEMBRE E’ AUMENTATO – Più di un cittadino pone l’accento su cos’è il Pm10 e sulla reale colpevolezza del traffico nel crearlo:
- “Se le auto sono la causa del PM10, perché durante il blocco totale durato ben due giorni, a dicembre, i valori non sono diminuiti ma, durante il primo dei due giorni, le centraline ne hanno registrato addirittura un aumento? La differenza – prosegue – è nella distinzione tra PM10, cioè le polveri sottili, e il biossido d’azoto. E’ quest’ultimo che, essendo principalmente contenuto proprio nei gas di scarico delle auto, diminuisce al diminuire della circolazione. Difatti per spazzare via il PM10, cioè le polveri sottili, è bastato un po’ di vento. E i cittadini sono stati liberi di svolgere normalmente la propria giornata”.
- Della stessa opinione un avvocato “che si vuole sfogare”, durante il cui intervento non manca di ironizzare e sghignazzare troppo evidentemente Paolo Limonta, ripreso dallo stesso avvocato: “La smetta di fare il maleducato, lei, ho diritto di esprimere la mia opinione!”
- L’assessore D’Alfonso spiega che anche i forni a legna delle pizzerie costituiscono un problema che non è passato inosservato, e qualcuno grida: “Ci toglierete anche la pizza?!”
IN CONCLUSIONE, LA STOCCATA AI VOLONTARI DELLA CROCE ROSSA – Nasce dalla domanda di una cittadina sul motivo per il quale non si escluda dall’Area C il polo ospedaliero di via Pace, la questione sulle esenzioni per i volontari. E la tensione si alza con l’inevitabile, subitaneo intervento del Commissario Regionale della Croce Rossa Lombardia, Maurizio Gussoni:
- “Per specifici pazienti del polo di via Pace verranno concesse esenzioni dal pagamento come nel caso del Policlinico – garantisce D’Alfonso. E aggiunge: “Proprio oggi è stata presa la decisione di concedere deroghe anche ai volontari: non avranno esenzioni, ma un rimborso”.
- Si alza in piedi a questo punto il Commissario Regionale della Croce Rossa Italiana, Maurizio Gussoni, seduto nella seconda metà della sala: “I volontari avranno un rimborso!? – chiede Gussoni stranito. – Ho ricevuto un comunicato poche ore fa dal sindaco Pisapia, che ha chiaramente detto che i miei volontari dovranno prendere il tram! Chiarisca, Se è vero lo spieghi bene!”
- Si intromette l’assessore alla Sicurezza e alla Coesione Sociale, Marco Granelli, che ribadisce in senso assertivo: “Le associazioni di volontariato avranno i rimborsi”.
- “La Croce Rossa è un ente pubblico, non un’associazione di volontariato! Quindi, i miei volontari dovranno pagare – replica Gussoni, stigmatizzando l’equivoco concettuale tra ‘rimborso’ ed ‘esenzione’: “D’Alfonso, lei voleva condire i cittadini con cose non vere! Quando diranno che la Croce Rossa ha le esenzioni andrà bene, non prima.”
- Al termine dell’incontro, è ancora Granelli a specificare che i volontari impegnati a svolgere attività socialmente utili (ad esempio l’accompagnamento degli anziani o la distribuzione dei buoni pasto) potranno accedere ad una richiesta di rimborso. Gli altri, compreso i dieci accessi settimanali, per il costo complessivo di 50 euro, chiesti da Maurizio Gussoni in favore dei volontari che si recano alla sede milanese della CRI in via Caradosso per seguire le lezioni sulle tecniche di soccorso da insegnare e applicare poi negli interventi verso i bisognosi, dovranno aprire il portafoglio.
- “I volontari possono prendere il tram come chi va al lavoro”, dice Granelli, forse tralasciando che la differenza è che un volontario si impegna per aiutare, non per prendere uno stipendio. “Inoltre – aggiunge – per poter avere il rimborso (e non l’esenzione, ndr) bisognerebbe giustificare perché si usa l’auto privata invece della rete di trasporto pubblico”.
- “Il trasporto dei manichini usati durante le esercitazioni, del peso di oltre 40 chili l’uno, potrebbe essere un valido motivo?”, viene ancora chiesto all’assessore. “Se la CRI fa un corso, deve fornire in sede la strumentazione,” risponde Granelli.
- “I volontari arrivano alla sede di Milano da tutta Lombardia, e portano il materiale dal proprio comitato. Come faccio a predisporre manichini per tutti, quando costano 4mila euro l’uno?” Osserva Gussoni.
- E a questa domanda, la risposta è solo l’evidenza: “Poiché mi rifiuto di far pagare i miei ragazzi – conclude Maurizio Gussoni – come già anticipato oggi, dal 16 gennaio 2012 sospenderò tutti i corsi della CRI di Milano. Poiché si tratta di un’offesa ad una delle istituzioni più antiche e gloriose d’Italia, che inoltre si è sempre mossa autonomamente per soccorrere i bisognosi, da oggi collaborare col Comune sarà molto difficile”.
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Di Redazione