Rom zona Forlanini Milano, ecco la situazione a un anno dallo sgombero di via Gatto – Cavriana
Ad un anno dal pubblicizzatissimo sgombero dei rom insidiati in via Cavriana-Gatto, di seguito il punto della situazione sul delicato problema dei rom, e della loro “convivenza” con i residenti della zona.
5 LUGLIO 2012: IL GRANDE SGOMBERO, TRIONFO DEL COMUNE – L’anno scorso, di questi tempi – era il 5 luglio -, sbandierando ai quattro venti la propria soddisfazione, la giunta Pisapia effettuava lo sgombero del contestatissimo campo rom abusivo tra via Gatto e via Cavriana, nel quartiere Forlanini. Erano anche i giorni in cui iniziava l’opera di cantierizzazione della fermata “Forlanini Fs”, in vista della nuova linea 4 della metropolitana. E i più maliziosi – o forse semplicemente più accorti – avevano visto nella concomitanza dei due eventi una correlazione non del tutto casuale. Proprio nell’area precedentemente occupata dai rom, infatti, stando al progetto presentato da Impregilo (l’azienda che si occupa dei lavori), sorgerà un parcheggio multipiano – guarda caso in via Gatto – destinato ad ospitare circa 800 auto.
– Il risultato di tutto questo? Parte dei rom sfrattati dal loro vecchio campo si era riversata in un’area poco distante, l’adiacente vecchia caserma dell’aeronautica del viale Forlanini, facendo sorgere, accanto a quello già esistente – solo tre o quattro baracche, a onor del vero -, altri due micro-insediamenti.
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LA REALTA’: SOLO POCHI GIORNI DI TREGUA – Con buona pace dei residenti, però, anche qui erano arrivate, tra il 9 e il 10 luglio, le ruspe del Comune. I bivacchi e le capanne di fortuna, allestiti in fretta e furia dai nomadi, erano stati smantellati e i camion dell’Amsa avevano ripulito il suolo dalle ultime masserizie.
– Il tutto lasciava intendere, quindi, che fosse finalmente vicina una bonifica, con relativa messa in sicurezza di tutta l’area, proprietà a metà tra il Demanio e un privato.
– Ma per i residenti del popoloso quartiere Forlanini, come il peggior incubo che si rispetti, la faccenda non era affatto finita lì.
GLI ACCAMPAMENTI, IRRIDUCIBILI: HA SENSO PARLARE DI “NOMADI”? – Come documentato da alcuni nostri lettori, infatti, la sera stessa dello sgombero i rom hanno ripreso possesso del “loro” territorio. E questa volta, con la ferma volontà di rimanerci, considerato l’intero anno trascorso.
– I nomadi, che poi tanto ‘nomadi’, evidentemente, non sono, sono infatti ancora lì, più irriducibili che mai.
– Le capanne, dietro il muro di cinta dell’ex polveriera che anni fa aveva anche ospitato 150 profughi provenienti dal Corno d’Africa, si sono moltiplicate.
– Quelli che allora sembravano alloggi di fortuna, costruiti tra gli alberi e le sterpaglie per trascorrervi una manciata di stagioni, si sono trasformati in simil-prefabbricati capaci di resistere al gelo dell’inverno, alle copiose piogge della primavera e al caldo, talvolta torrido, di questo inizio d‘estate. E per fortuna, se si considera che all’interno dell’area, oltre ad alcuni occupanti non proprio giovanissimi, sono presenti numerose donne e bambini, che meriterebbero quanto meno una soluzione abitativa più dignitosa, sicura e – vorremmo azzardare – legale.
FURTI, RAPINE AGGRESSIONI – Da quel lontano 5 luglio 2012, anche i problemi del quartiere sono rimasti sostanzialmente gli stessi: residenti e negozianti continuano a lamentare la presenza massiccia dei nomadi, troppe volte molesta, ai semafori (soprattutto tra le vie Negroli e Mezzofanti), in strada e nei parchi della zona.
– Numerosi sono stati gli episodi di rapina ai danni di privati ed esercenti denunciati alle autorità, così come i furti in appartamento che, in più di un’occasione, sono sfociati nell’aggressione fisica ai danni dei proprietari.
INTEGRAZIONE? NO GRAZIE – Ad aumentare la sensazione di impotenza dei cittadini, non ultimo, vi è la scoraggiante inerzia delle forze dell’ordine, lamentata a più riprese su queste pagine da molti lettori.
– L’impressione è quella di una situazione che sembra non voler ritrovare il bandolo della matassa e che va scontrandosi, sempre più, contro la cecità di Palazzo Marino, fautore di una politica di tolleranza e accoglienza “a tutti i costi” anche là dove, troppo spesso, l’integrazione non è gradita neanche dagli stessi interessati.
– A tal proposito, non va dimenticato che degli sfrattati del campo di via Gatto-Cavriana solo un ridottissimo numero di loro accettò le soluzioni abitative proposte dal Comune.
COME SE NON BASTASSE, IN ARRIVO ANCHE IL CENTRO DI ACCOGLIENZA IN VIA LOMBROSO – Come se la situazione non fosse già di per sé esplosiva, a giorni verrà inaugurato il centro di accoglienza di via Lombroso, nello spazio dell’ex campo sportivo Ausonia, vicino all’Ortomercato, in un’area i cui diritti di superficie sono detenuti dalla Sogemi.
– Si tratta di un campo attrezzato dal Comune per ospitare temporaneamente tutte quelle famiglie rom – ma anche senzatetto – sgombrate da insediamenti cittadini irregolari.
– A gestirlo sarà la Protezione civile che garantirà vitto e alloggio gratuiti per i primi 40 giorni, dopodiché, agli ospiti verrà richiesto un contributo economico.
– E’ un’operazione lodevole se inquadrata in un’ottica di gestione temporanea del problema. Non dimentichiamoci che all’interno dei campi rom sono presenti anche numerosi profughi, persone spesso in fuga da alcune zone dell’Europa povere e disastrate e che giungono in Italia alla ricerca di una vita migliore.
– Ma agli occhi di chi quotidianamente deve convivere e confrontarsi con la realtà – fatta di tanti episodi di microcriminalità e degrado – il tutto assume i connotati di una beffa. Non a caso, il 16 marzo, con una manifestazione, circa 200 abitanti del quartiere di viale Ungheria hanno voluto ribadire il proprio “no” alla creazione del centro in una zona che conta già 5 insediamenti abusivi rom (Via Pestagalli, Via Dione Cassio, viale Forlanini e via Fantoli), con i quali tocca convivere.
IL PRESIDIO DEI VIGILI 24 ORE SU 24 – Alla luce di queste problematiche, diventa quasi retorico domandarsi a chi possa giovare andare ad infittire i problemi di un quartiere già stremato con un ulteriore elemento di tensione come può essere il centro di via Lombroso.
– Tuttavia, l’assessorato alla Sicurezza pare abbia pensato anche a questo: proprio per evitare che gli esacerbati animi dei residenti si lascino andare ad intemperanze o che gruppi di estrema destra intraprendano pericolose azioni dimostrative, il centro sarà vigilato 24 ore su 24 dalla polizia locale.
IN PIU’, ANCHE I ROGHI “CAUSALI” – Intanto, lunedì sera, attorno alle 23.30, dopo gli innumerevoli appelli rivolti all’assessorato alla Sicurezza e Coesione sociale per la messa in sicurezza dell’area, come già accaduto molte volte nei campi abusivi della zona, una porzione del campo abusivo dell’ex polveriera di viale Forlanini ha preso fuoco.
– Sul luogo sono accorse una volante della polizia più due camionette dei vigili del fuoco che, immediatamente, hanno circoscritto l’incendio. Fortunatamente, non vi sarebbero vittime.
DOPO TUTTI QUESTI MESE, AI POSTERI, O MEGLIO, AI MILANESI, L’ARDUA SENTENZA – In tutto ciò, insomma, la posizione del Comune è chiara: indietro non si torna.
– Del resto, in fondo, come sancito il 16 novembre 2011 dal Consiglio di Stato – che bocciò il “Piano Rom” della precedente giunta comunale – quella dei rom a Milano “è una presenza ordinaria, non certo un’emergenza”.
– Ora, dopo un anno e otto mesi, non solo ai posteri, ma anche ai milanesi, l’ardua sentenza.
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S.P.