Degrado case Aler viale Molise Milano, intervista ad un ex inquilino, precario, con una bambina di 10 mesi: “Ecco cos’è successo”
Novemila case sfitte, abitazione più abitazione meno.
E’ lo sconvolgente bilancio della mala gestione di Aler, emerso nel corso dell’ultima puntata di “Ballarò”. Una cifra ben più alta delle 7000 mila unità abitative sfitte denunciate giorni fa dai sindacati e, soprattutto, delle 5000 mancate assegnazioni stimate a inizio anno dai principali organi di stampa. Tirando le somme, oltre il 22% del patrimonio immobiliare Aler (40.000 le case in mano alla controllata della Regione Lombardia) risulterebbe lasciato all’abbandono. La causa? Quell’ormai cronica carenza di fondi da destinare alle ristrutturazioni degli immobili – circa 15 mila euro ad abitazione – dovuta (anche) all’elevata morosità degli affittuari, insolventi nel 30% dei casi. Crediti che ammontano a circa 7 milioni e 600 mila euro ma che, a causa della disastrosa situazione economica di molte famiglie, sono già stati dichiarati inesigibili dai vertici di viale Romagna. Un’ulteriore mazzata al già pesantissimo rosso da 400 milioni di euro in cui Aler, com’è noto, versa ormai da qualche anno.
“COME E’ NOTO, LE CONDIZIONI FINANZIARIE DI ALER…” – Talmente noto che anche l’Azienda dell’edilizia popolare lombarda si sente in dovere di ribadirlo – molto candidamente – anche quando si tratta di gestire le numerose controversie con i propri inquilini.
– “Come noto, attualmente le condizioni finanziarie aziendali non consentono un puntuale pagamento di quanto dovuto”, si legge in una missiva di qualche settimana fa, a firma del responsabile amministrativo della filiale Nord-Est di Milano, e indirizzata ad un ex inquilino di viale Molise 47.
-T.M., questo il suo nome, vanterebbe un credito nei confronti dell’azienda che gestisce le case popolari per mancato adeguamento dell’affitto alle sue mutate condizioni di vita. “Aler mi deve una somma per alcuni magari irrisoria, ma per me estremamente rilevante, dato che continuo ad essere disoccupato ed ho una bambina di 10 mesi – ci racconta il nostro interlocutore – ma ad oggi non ho ancora ricevuto nulla”.
LA DENUNCIA DI DEGRADO CADUTA NEL DIMENTICATOIO… – Una conoscenza, quella con T.M., che risale a febbraio 2013, quando in seguito ad una sua segnalazione, affrontammo la questione-degrado delle case popolari di via Molise.
– Il civico 47, in particolare – allora residenza del nostro lettore – veniva definito in condizioni “igienico-sanitarie pessime, con scale, cantine e zona rifiuti che sembrano più una discarica a cielo aperto”. Per non parlare poi dei continui furti di biciclette sotto casa, nonostante “abbiamo cancelli di ingresso chiusi con catena e lucchetto, tipo centro smistamento profughi”.
– Un problema, a suo tempo, tempestivamente denunciato dal lettore all’Aler, ma che nessuno – compreso il Comune di Milano – si era mai preoccupato di prendere in considerazione e, tantomeno, di risolvere. Tutto ciò, nonostante il pagamento regolare del canone per l’affitto e “le spese per i servizi che non esistono”, da parte dei numerosi inquilini.
…E QUELLA RICHIESTA INASCOLTATA – “Dopo il vostro articolo – prosegue T.M. – i rapporti con Aler, per quanto mi riguarda, sono andati via via peggiorando”.
– Nel 2010, infatti, complice la crisi economica, il nostro lettore decide di chiedere, con tanto di certificazione comprovante le pervenute difficoltà lavorative, l’adeguamento del contratto d’affitto. “In pratica pagavo un affitto più alto del dovuto. E si figuri, da precario, che fatica!”.
– Aler, tuttavia, fa orecchie da mercante e, incurante della richiesta, va avanti ad incassare il vecchio affitto. Fino ad agosto 2014, per la precisione, quando T.M., esasperato dalla vicenda, ha deciso di rinunciare all’abitazione e trasferirsi in un altro Paese. “E nonostante ciò, mi hanno costretto a pagare tutto il mese di agosto e anche settembre, pur non vivendoci più”, sottolinea indispettito.
IN ATTESA DEL RIMBORSO PROMESSO – A settembre, finalmente, dopo mesi di attesa, da viale Romagna sono arrivati i primi segnali. E dai nuovi conteggi effettuati sulla pratica di T.M. è emerso che “tra deposito cauzionale e l’eccesso pagato sul canone d’affitto (per 3 anni), l’Aler mi deve una somma per me assolutamente rilevante, dato che continuo ad essere disoccupato e, da 10 mesi, ho anche una bambina”.
“MA PENSANO CHE GLI ITALIANI SIANO TUTTI SCEMI?” – Ma quel “come è noto” con cui Aler ha giustificato le pessime condizioni economiche in cui versa e, pertanto, il mancato pagamento del rimborso, a T.M. proprio non va giù.
– “Come era ‘noto’ – incalza facendo il verso ai suoi riferenti dell’Aler – anche io ero in difficoltà economica, ma non hanno certo avuto la stessa pazienza nei miei confronti, ed ho dovuto pagare tutto, anche se non vivevo più in quella discarica umana”.
– Perché qualche solerte funzionario, effettivamente, avrebbe potuto far scalare gli ultimi due mesi dal debito dell’ex inquilino. Una soluzione semplice e indolore. “Invece, hanno pensato bene di fare la classica truffa all’italiana, come faceva l’Enel con le bollette gonfiate: ‘Lei paghi, poi le verrà rimborsato lo storno al prossimo mese’ Ma dico, pensano che sino tutti scemi gli Italiani?”.
“GIULIANO PISAPIA, IL SINDACO PEGGIORE CHE ABBIAMO MAI AVUTO” – Vista la situazione, una magra consolazione, per il signor M., sarebbe che la vicenda venisse portata a conoscenza anche “di Giuliano Pisapia, a mio avviso, il sindaco peggiore che abbiamo mai avuto. Ma non meno di molti altri che non fanno nulla per la giustizia Sociale e l’ordine pubblico”.
– Ma prima di salutarci, la critica più grande la riserva proprio all’Aler: “Non sa gestire la situazione degli alloggi perché non vuole! Basterebbe interagire con i cittadini-inquilini come me, che si rivolgono loro per disguidi e problemi vari. Ma invece di prestare ascolto ha imparato bene a truffare le persone più deboli”.
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