Assedio ambulanti Castello Sforzesco Milano, foto e mail dettagliata inviata da un cittadino a Pisapia, Granelli e Mastrangelo
Ancora segnalazioni di ambulanti, abusivi e merce contraffatta ad infestare le zone simbolo della nostra città. Dopo la foto-passeggiata con cui un lettore ha documentato cosa accade nel quartiere Brera, di seguito la mail inviata alla nostra Redazione (redazione@cronacamilano.it) da un cittadino che ha fatto una passeggiata, questa volta, al Castello Sforzesco, rilevando ancora una volta una situazione paradossale. “Non stiamo parlando di due o tre casi isolati – specificato il nostro lettore –, ma di uno dei simboli della città posto sotto assedio”. E in quanto ai controlli nei cortili del Castello, “L’ agente mi ascolta, disponibile, poi scrolla le spalle e, sospirando, dice: «eh lo so… ma che ci possiamo fare ? sono troppi, appena ci giriamo tornano »”. Per questo, il signor D.P. ha deciso di scrivere direttamente al Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, all’Assessore alla Sicurezza, Marco Granelli, e al Comandante della Polizia locale, Tullio Mastrangelo:
“CARE ISTITUZIONI, VORREI PORVI UNA SEMPLICE DOMANDA” – Egr. Sindaco Pisapia, Egr. Assessore Granelli, Egr. Com. Polizia Municipale, e p.c. ai membri del Consiglio Comunale ,Egregi rappresentanti delle Istituzioni cittadine – esordisce il signor D.P. –, Vorrei porvi una semplice domanda: come può, una città che non riesce a tutelare i propri simboli, sperare di uscire vincitrice dalla sfida di Expo?
LO SPETTACOLO OFFERTO DA PIAZZA CASTELLO – “Oggi, come capita spesso nelle giornate di sole primaverile, ho deciso di trascorrere la mia pausa pranzo passeggiando per parco Sempione. Lasciato il mio ufficio di via Meravigli alle 13,00 – spiega il cittadino –, mi sono diretto verso Piazza Castello. Ebbene, lo spettacolo che mi si è aperto davanti è il seguente:
– gli abusivi attorno alla fontana– attorno alla fontana si aggirano decine di cingalesi e pakistani, venditori abusivi di occhiali, cappelli e dell’articolo che ultimamente va per la maggiore: le ambitissime ASTE PER I SELFIE. Può essere vostra con 5 €. Questo fino al tramonto, quando entrano in servizio i disturbatori seriali armati di rose, che vi lasciano parlare con la vostra ragazza in cambio di 1-2 €. Conosco gente che ormai esce con una manciata di euro in tasca, una vera e propria tassa sulla privacy;
– i mimi – sempre nelle vicinanze della fontana, operano da alcune settimane alcuni gruppetti di MIMI rumeni, emuli dei ben noti centurioni romani del Colosseo, che offrono a Milano la più pertinente rappresentazione di un austero Luigi XVI, con tanto di funzionari di corte. Il costo della foto (quasi sempre imposta) 10 €;
– borse e accessori di lusso contraffatti – proseguendo, a pochi metri dall’ingresso del Castello, sono distese per terra LENZUOLATE bianche con su esposte borse ed altri articoli contraffatti; del resto, siamo o no la capitale della moda ?! Ce n’è per tutte le tasche, dai 10 ai 30 €.
– l’assedio dei venditori di braccialetti all’ingresso principale – subito dopo l’ingresso, a 3-4 metri, il fenomeno a mio avviso più interessante e molesto… il “blocco umano” di venditori di braccialetti, tutti provenienti dall’Africa Orientale (Senegal, Togo, Mali, Ghana). I professionisti del settore ormai hanno sviluppato la straordinaria capacità di individuare il turista (gli asiatici sono i più gettonati), sui quali si lanciano in gruppi di 3-4 per eseguire il rito dell’ammanettamento tramite BRACCIALETTO DI STOFFA e quindi la riscossione del biglietto di ingresso da 1-2 euro. Ho assistito poche settimane fa ad una scena sconvolgente: un turista giapponese, ignaro e sopraffatto, ha avuto la stoltezza di estrarre dal portafogli 20€, che si sono smaterializzati tra le risate dei venditori soddisfatti. Oggi, invece, è toccato a una mamma con passeggino, essere oggetto della tassa di ingresso. Purtroppo ero lì, e non ho potuto fare a meno di minacciare il pronto arrivo delle forze dell’ordine, il che è stranamente bastato a farle rilasciare senza riscatto. A questo punto, tanto vale la pena di munirli di pettorina e tornello, tanto non sfugge nessuno!!!
– dall’ingresso all’uscita, circa100 gli ambulanti abusivi – proseguendo per il cortile del Castello, e fino all’uscita sul Parco Sempione, è possibile imbattersi nuovamente nelle varie tipologie di “animatori” sopra descritti, in ordine sparso e per un totale di circa 100 unità. Un numero semplicemente MOSTRUOSO.
LA RISPOSTA DEGLI AGENTI DELLA LOCALE, SUL POSTO CON UNA VOLANTE – “E proprio lì, nello sterrato antistante il Sempione – prosegue il nostro lettore –, campeggiava solitaria, triste e (poco) minacciosa una volante della municipale, con motore acceso e aria condizionata a palla. Decido di avvicinarmi per segnalare l’assedio in corso. L’agente mi ascolta, disponibile, poi scrolla le spalle e – sospirando – dice: “eh lo so… ma che ci possiamo fare ? sono troppi, appena ci giriamo tornano”.
DA QUANTO TEMPO NON VI FATE DUE PASSI IN CENTRO SENZA SCORTA? – Avrei qualche altra domanda per Voi, in ordine sparso – prosegue il nostro lettore:
– da quanto tempo non vi fate DUE PASSI IN CENTRO, in borghese e senza scorta ?
– sul serio pensate di presentarvi al mondo, durante EXPO, con questo livello di decoro ?
– non vi rendete conto che esporre i TURISTI ad una sistematica aggressione da parte di venditori vari, condannerà la città e l’Italia tutta ad un giudizio negativo ?
“HO VIAGGIATO MOLTO, QUI NON C’E’ LA VOLONTA’ DI FAR CAMBIARE LE COSE”– “Davvero volete farmi credere – osserva D.P. – che le responsabilità sono imputabili esclusivamente alla situazione socio-economica attuale, e che non si possa fare nulla per limitare il fenomeno neppure nei 6-7 PUNTI DELLA CITTA’ con maggiore afflusso di turisti (Piazza Duomo, Galleria Vittorio Emanuele, Piazza della Scala, Castello Sforzesco, Piazza del Cannone, Colonne di San Lorenzo, Navigli)? Basterebbe ripartire da qui, per dare un segnale forte di decoro e di legalità.
– “Ho viaggiato molto per lavoro, anche in Paesi del secondo e del terzo mondo – aggiunge – e sono giunto alla conclusione che ovunque esiste un “salotto buono”, al riparo da fenomeni di questo tipo. Perché VOI avete deciso che Milano non ne possa essere degna?
“IN 5 ANNI NON E’ STATA PORTATA A TERMINE ALCUNA ATTIVITA’ CONCRETA CONTRO L’ABUSIVISMO” – “Poi avrei una domanda per il COMANDANTE MASTRANGELO – prosegue ancora il cittadino – : si rende conto che, se questi signori arrivano al punto di operare indisturbati all’Interno del Castello, piazzando addirittura vedette in prossimità degli ingressi, significa che in 5 anni di attività non avete MAI pianificato e portato a termine una vera operazione di contrasto all’abusivismo?
– “Per bloccare gli ingressi, identificare tutti gli abusivi all’interno e sequestrare la merce – sottolinea il cittadino – non servono gli incursori del BATTAGLIONE SAN MARCO, bastano 20 agenti della Polizia Municipale. Avete voglia di farlo, o no? Se non mi sbaglio, ne avete i mezzi e le prerogative, se non addirittura il dovere.
– “Qui non stiamo parlando di due o tre casi isolati – aggiunge ancora –, ma di uno dei simboli della città posto sotto assedio, come non accadeva dal 1796 (l’esercito Napoleonico contro l’Arciduca Ferdinando d’Austria)!!! DI QUESTA RIVISITAZIONE STORICA, I MILANESI FAREBBERO VOLENTIERI A MENO.
“NOI CITTADINI SIAMO SCHIFATI E NAUSEATI” – “Io, e tanti altri come me, siamo schifati e nauseati – specifica ancora il lettore – nel vedere la città ridotta in questo stato.
“QUESTA IMMAGINE E’ UNA MACCHIA SUL VOSTRO OPERATO” – “L’immagine di quella illegalità – osserva il signor D.P –, tollerata a pochi metri da uno dei simboli della Città ed all’ Expo Gate, proprio sotto la bandiera Italiana e a quella di Milano, sono una macchia sul vostro operato. VI ALLEGO LA FOTO IN QUESTIONE, con l’invito a stamparla ed a tenerla sulle vostre scrivanie.
– “Domani torno al Castello – prosegue –. Siete liberi di ignorarmi o di rispondermi con frasi di circostanza, ma io proseguirò in questa attività di denuncia. Lo devo a Milano, che pur non essendo la mia città natale mi ha dato tanto.
BUON EXPO – “Buon Expo– conclude il nostro lettore. –, nella speranza che un barlume di buon senso illumini il vostro operato”.
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Di Redazione