Identificati 180 Black Bloc per la guerriglia di Milano, Alfano: “Sangue chiama sangue, l’abbiamo evitato”
“Tutti quelli che pontificano sulla gestione della piazza, devono pensare che qui poteva scapparci il morto. Poi, siccome sangue chiama sangue, avremmo esposto il nostro Paese al rischio di ritorsioni pesantissime per i prossimi sei mesi”. Queste le parole del ministro Angelino Alfano a chiudere le polemiche circa la gestione dell’emergenza Black Bloc del Primo maggio scorso, pronunciate a Palazzo Odescalchi durante l’incontro per ringraziare le Forze dell’Ordine per il lavoro svolto durante il corteo No Expo.
“Abbiamo evitato di avviare una catena di vendette – ha aggiunto il ministro –. Noi abbiamo delle grandi forze dell’ordine che sanno cosa fare”.
“Uno stato di diritto si fonda sulle regole – ha proseguito Alfano –: c’è il diritto di manifestare, ma c’è chi gioca sporco. Per questo dobbiamo dare ai prefetti il potere di vietare i cortei, dobbiamo alzare la pena per gli incappucciati per metter loro paura, dobbiamo introdurre l’arresto in flagranza differita di 48 ore anche per questi fatti“.
Secondo il ministro Alfano, al momento sono 180 i sospetti identificati per la devastazione dello scorso venerdì, anche se sui siti dell’area antagonista sarebbe apparsa una lettera aperta (non firmata) ai movimenti: «Vi abbiamo fatto assaggiare un po’ di quella devastazione con cui la maggior parte di noi è costretta a convivere ogni giorno. Vi abbiamo fatto vedere un po’ di quella rabbia che molto probabilmente anche molti e molte di voi covano sotto la coltre di una vita di miseria».
Durante l’incontro, al quale hanno partecipato i vertici della Questura, anche la promozione di Alessio Padovano, l’agente della Mobile ferito da una molotov durante la guerriglia.
«Ho firmato la sua promozione sul campo – ha specificato il capo della Polizia, Alessandro Pansa – a voler simboleggiare l’operato delle forze dell’ordine».
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Di Redazione