La situazione petrolifera in vista del prossimo incontro Opec
Per quanto riguarda il mercato del petrolio in correlazione a Piazza Affari, stiamo assistendo a una nuova fase di ribassi, che ha portato le stime sul greggio Wti molto vicino a quota 47 dollari al barile. Ricordiamo che il livello più basso si era registrato durante lo scorso novembre, a quota 45 dollari per barile. Questo rispetto al petrolio in correlazione all’economia Usa. In riferimento al Brent si registra invece dapprima un calo verso quota 47 dollari, salvo poi risalire sopra 49.
Il punto della situazione sui mercati
Per i mercati europei l’andamento dell’oro nero è recuperato nella seconda parte della seduta: Milano riesce a rafforzarsi nettamente grazie alla spinta di alcune blue chip e termina in positivo dell’1,48%, per un bilancio settimanale in attivo di oltre quattro punti percentuali. Più indietro le altre, seppur in miglioramento dai minimi della mattinata: Londra guadagna lo 0,68%, Parigi cresce dell’1,1% e Francoforte sale dello 0,55%.
Piazza Affari effettua delle buone vendite su Moncler dopo i conti diffusi ieri a mercati chiusi, che sono stati però accolti positivamente dagli analisti. Oggi Intesa Sanpaolo ha riunito il cda per approvare un primo trimestre da 901 milioni di utile, in attesa dei risultati di Tod’s. Anche Italgas ha comunicato numeri in crescita con ricavi a 281 milioni nel primo trimestre (+9,8%) e utile a 72 milioni (+16%). Tra i migliori si mette in evidenza anche Telecom Italia, dopo la riconferma di Recchi alla presidenza e Cattaneo come ad.
Quello che più interessa però in ottica energetica e petrolifera riguarda le promesse dei tagli di produzione in ottica di cartello Opec in ottica di trading petrolio greggio. L’intenzione è quella di portare verso l’alto i livelli di prezzo giunti a posizioni insostenibili per quel gruppo di Paesi che fa dell’oro nero la principale fonte di incasso, le quotazioni del barile sono dunque tornate al punto di partenza. Soltanto questa settimana, i contratti sul Wti hanno perso oltre 10 punti percentuali. Le preoccupazioni del mercato, che alcuni analisti avevano evidenziato fin dalla prima ora, riguardano l’espansione della produzione statunitense. Ed è quello che viene in genere definita un’azione di riapertura dei rubinetti, questa. Ora non resta altro da fare che attendere fine mese, quando il cartello dell’Arabia Saudita si riunirà per decidere il prolungamento sui tagli di estrazione. Ovviamente questo non tiene conto dell’azione che andrà a compiere la produzione statunitense.
Focus per il settore petrolifero Opec
Sui mercati, intanto, c’è “disappunto per il fatto che i tagli visti finora dall’Opec – e da alcuni Paesi vicini come la Russia, ndr – non hanno avuto alcun impatto sul livello globale delle scorte”, ha spiegato a Bloomberg Ric Spooner, analista di CMC Markets. Che vede addirittura la possibilità che il petrolio si avvicini alla soglia di 40 dollari. Sul crollo repentino delle ore passate ha avuto peso – secondo gli analisti – anche la rottura del supporto a 45 dollari, che avrebbe portato molti trader a dover liquidare le loro posizioni.
Per quanto riguarda il mercato del petrolio bisogna capire che tutti dipende da come alcuni eventi potrebbero mettere a rischio il trend registrato nel corso dell’esercizio. In particolare, Ole Hansen, Head of Commodities Strategy in Saxo Bank, ha segnalato che “il rallentamento della crescita della domanda da parte di Cina e India” sicuramente potrebbe comportare dei problemi e che nuovi rialzi per i listini dei carburanti delle principali compagnie dopo l’accordo Opec per il taglio delle quote di produzione nel corso degli scorsi mesi.