La babysitter non va in vacanza, per fortuna
Come è tradizione, la maggior parte delle famiglie italiane sono in questo momento in partenza per le vacanze. Secondo un’indagine sviluppata all’inizio dell’estate da Sitter Italia, piattaforma specializzata nella ricerca di babysitter online con 250mila iscritti, ben il 48,5% degli intervistati si è dimostrato interessato a portare la babysitter in vacanza con sé. Un modo per i genitori di vivere le ferie in totale relax?
Secondo la ricerca, alcune famiglie preferiscono portare la babysitter con cui collaborano durante l’inverno. Mettiamo che si abbia una babysitter a Milano: i bambini le sono già affezionati, non bisogna fare un periodo di prova, per il prezzo è sufficiente stabilire la cifra in base alla tariffa abituale. I contro? Bisogna pagarle il vitto, ma soprattutto trovarle alloggio, che sia una stanza all’interno dell’abitazione che un monolocale distaccato.
I costi quindi tendono a salire. Meglio prendere una babysitter in loco? Dipende dalla destinazione, spiegano da Sitter Italia che ha anche creato una mappa delle varie tariffe orarie medie. Nelle località turistiche più ‘in’ le quote sono come da aspettative elevate: Courmayeur 10,98 euro all’ora, Cortina d’Ampezzo 11 euro, Porto Cervo 9 euro. A Carloforte le babysitter chiedono ben 10,50 euro come tariffa oraria, mentre alla Maddalena, così come a Lampedusa, solo 7 euro. I luoghi per tradizione votati all’accoglienza dei bambini (Lignano, Riccione, e al sud Gallipoli, Forio sull’isola di Ischia, Senigallia sull’Adriatico) si aggirano tra i 7 euro e i 7,89 euro all’ora, con un picco a Lido delle Nazioni di 9 euro. E ovviamente è obbligo effettuare una ricerca in anticipo, un colloquio conoscitivo e un periodo di prova.
E se invece si resta in città? Non sorprenderà il fatto che, essendo Milano una delle città più care della penisola, le cifre richieste dalle babysitter milanesi siano piuttosto alte – indipendentemente dalla stagionalità – Ma non così ‘pretenziose’. Infatti 8,4 euro è la cifra all’ora media; ma a Roma si parla di 8,2 euro; a Bologna di 8,01 euro; a Venezia di 7,97; a Sassari di 7,78 euro. Variazioni minime dunque.
Non cambia molto nella periferia milanese: a Sesto San Giovanni 8,44 euro, a Carnate 8, a Rho 8,38, ad Assago 8,83, a San Donato 8,29 e Buccinasco 8,33, per fare alcuni esempi in zona.
D’altronde la babysitter italiane sono risultate le più care del gruppo a cui appartiene Sitter Italia, in un confronto con Finlandia, Danimarca, Olanda, Norvegia e Spagna. La motivazione risiede probabilmente nell’incongruenza diffusa tra impegni lavorativi dei genitori e vita famigliare. Sono tantissime le famiglie che necessitano di un aiuto esterno per assistere i bimbi nelle ore in cui papà e mamma sono al lavoro. Per non parlare dei periodi estivi: 12 settimane di chiusura delle scuole contro le 2/3 settimane di ferie classiche dei genitori. I prezzi salgono rispetto ad altri Paesi perché in Italia la domanda, cioè l’esigenza, è inevitabilmente maggiore per come sono strutturate le vacanze.
Certo molte famiglie optano per i campi estivi o le colonie, ma anche gli orari offerti da queste strutture potrebbero non corrispondere alle esigenze di lavoro e se si hanno più di due figli i costi potrebbero diventare insostenibili. La figura della babysitter invece risponde perfettamente alle esigenze di flessibilità e il costo, se suddiviso per più figli, garantisce un interessante risparmio economico se paragonati ad alcuni dei centri estivi più cari.