Giallo carbone, il nuovo romanzo di Paolo Saino. La presentazione il 27 giugno 2018
Sarà una presentazione aperta a tutti quella del 27 giugno alle 18:30, in una delle botteghe storiche che tanto hanno fatto parlare i media negli ultimi mesi: quella in via Mercanti 21, sede del Negozio Guenzati. Parteciperanno alla presentazione oltre all’autore, Paolo Saino, Giulio Alberoni, il prof. Giovanni Carosotti e altri personaggi del mondo intellettuale milanese.
C’è un motivo semplice dietro la scelta di questa location: Giuseppe Guenzati, nipote di colui che la bottega l’aveva fondata del 1768, è uno dei protagonisti della vicenda di “Giallo carbone”, insieme con il commissario Ulisse Zecchini, anch’egli realmente esistito a Milano nel 1833.
Il nuovo romanzo è una intricata vicenda costellata di eroi puri e personaggi quasi grotteschi che cedono alla tentazione dell’arricchimento illecito. “Giallo carbone” è caratterizzato ancora da un’accurata ambientazione in epoca risorgimentale, conferma di una passione per la ricerca storica che emergeva con prepotenza già nel precedente “Gli ultimi patrioti” dello stesso Autore. Siamo di fronte a un’indagine poliziesca, un genere letterario – il giallo – alquanto caratterizzato, rispetto al quale però la contestualizzazione storica, seppure non assente, costituisce in ogni caso un’eccezione. Una sfida non irrilevante, che presuppone un diverso atteggiarsi nei confronti della storia, oggetto d’interesse privilegiato dell’Autore, che mai oserebbe ridurla a semplice cornice narrativa.
Siamo sempre in pieno Risorgimento, tra Piemonte e Lombardia, i luoghi più cari a Saino, in un arco di tempo limitato, neanche tra i più decisivi del periodo. L’intreccio poliziesco è destinato ovviamente a rapire l’intera attenzione del lettore, ma sia pure in modo diverso, in queste pagine la Storia emerge con l’eguale protagonismo de “Gli ultimi patrioti”; e ciò assegna all’impegno intellettuale di Saino una coerenza, un continuità, un progetto collettivo che conferiscono allo scrittore una fisionomia autoriale.
Siamo in uno dei momenti di svolta significativi per la maturazione della coscienza politica risorgimentale, un passaggio cruciale per la strategia di lotta cui furono chiamati i patrioti: la consapevolezza di quanto inefficace fosse l’azione eversiva organizzata sul modello delle società segrete, e quanto fosse necessario un ripensamento complessivo dell’azione politica, capace di coinvolgere in modo più diretto la coscienza nazionale di tutti gli italiani.
I protagonisti della setta carbonara di Giallo carbone non difettano certo di coraggio, ma il loro eroismo si rivela inconcludente, difetta di comunicazione tra i membri, non sembra andare oltre un volontarismo individualistico. Nei carbonari di Giallo carbone, la dimensione della clandestinità impedisce – come aveva intuito Mazzini – un nuovo modo di concepire la lotta politica: il rapporto diretto con il popolo. Per cui l’idea di nazione e di unità rimane circoscritta, non diventa sensibilità collettiva. Qui i personaggi si ritrovano in luoghi chiusi, appaiono isolati dal contesto; simbolo di tale vicolo cieco è l’ultimo rifugio di Ambrogio, dove poi si consumerà il delitto.
In ultimo – una sottolineatura storica acutamente intuita da Saino – l’esercizio dell’attività politica in questa dimensione occulta, che esprime una tendenza elitaria e privatistica, finisce per favorire il compromesso morale, come dimostra la tendenza alla corruzione di alcuni dei personaggi.
Saino suggerisce qualcosa che è compito del lettore raccogliere: l’incapacità, di parte della futura classe dirigente del nostro Paese, di resistere alla tentazione dell’arricchimento illecito; una tendenza alla corruzione che avrebbe attraversato tutte le epoche della storia italiana, resistendo a qualsiasi cambio di regime. Affermare che tale tendenza fosse già presente nelle dinamiche del Risorgimento sarebbe ingenuo ed errato; individuare però in quel tipo di atteggiamento la ragione di un processo di disillusione – così ben descritto ne Gli ultimi patrioti – è una di quelle licenze storiche che la letteratura può permettersi, che non rappresenta affatto un falso, ma un modo per riflettere in modo profondo su alcuni aspetti della nostra storia nazionale.
Saino intende innanzitutto ribadire le ragioni morali e politiche del processo risorgimentale, prendendo le distanze dalle forme banali di revisionismo oggi diffuse. L’unità d’Italia non fu affatto un azzardo, bensì la condizione essenziale per rendere possibili processi di emancipazione politica, economica e sociale che non avrebbero mai potuto coinvolgere territori rimasti divisi e frammentati rispetto alle grandi nazioni europee.
Nello stesso tempo, Saino non si nasconde la criticità di quel processo. In Giallo carbone riprende e sviluppa in modo diverso e originale la tematica della “speranza delusa”, già presente nel precedente romanzo, non più colta nelle immediate vicende post unitarie, ma presagita attraverso i drammi che coinvolgono i personaggi del suo intreccio poliziesco e la non irreprensibilità etica che caratterizza il loro comportamento; in particolare, essi non sembrano saper conciliare la pulsione politico-ideale che li spinge all’azione patriottica con l’insieme di interessi individuali legati alla classe sociale di appartenenza.
Riuscire a individuare le cause di questo scadimento di un nobile ideale, saperlo giustificare con un convincente riferimento alla più ampia sfera delle esperienze umane, rappresenta una delle qualità più convincenti di Giallo carbone. Nonostante ciò, la necessità di mantenere viva la tensione ideale e patriottica del Risorgimento si fa tanto più necessaria quanto più di questo processo si possono cogliere le manchevolezze e i limiti.
A chiusura dell’incontro un brindisi con l’autore e tutti i partecipanti, gentilmente offerto da “Bacco Milano”.
Azienda Chiarieri
Tenuta Di Donna
Cantina Candido
Cantina Giogantin
Cantine Doso
Cantine Pitas
Fonti Prealpi nella persona di Marco Carretto
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