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I Solisti Veneti per il FAI

Dalla fine dell’estate all’equinozio d’autunno, il festival I Solisti Veneti per il FAI accompagna il pubblico in un itinerario musicale che unisce paesaggi sonori e paesaggi culturali, con una programmazione pensata per valorizzare dimore storiche, ville e castelli tra i più suggestivi del patrimonio italiano. Giunto alla sua sesta edizione, nel 2025 il ciclo concertistico più giovane nato dalla fantasia creativa de I Solisti Veneti è interamente dedicato alle celebrazioni del 50° anniversario del Fondo per l’Ambiente Italiano e conferma la vocazione di intrecciare musica, storia e ambiente, trasformando ogni concerto in un affresco vivo.

Sono due i concerti in programma nella splendida cornice di Villa Necchi Campiglio. Dimora tra le più rappresentative della Milano degli anni Trenta, raffinata sintesi tra tradizione e modernità e custode di prestigiose collezioni d’arte, la Villa del FAI domenica 14 settembre alle ore 21 accoglie uno degli appuntamenti più trasversali della tournée: il concerto dal titolo “Fotogrammi in musica” che fonde musica classica, cinema e memoria. Sul palco, insieme a I Solisti Veneti diretti da Giuliano Carella, la sassofonista Marina Cesari, interprete raffinata tra classico e contemporaneo. Ospiti d’eccezione tre tra i maggiori compositori di colonne sonore italiani: il Premio Oscar Nicola Piovani, Germano Mazzocchetti e Franco Piersanti, che, per l’occasione, hanno arrangiato per sassofono, archi e clavicembalo ben cinque brani, dedicandoli a I Solisti Veneti.

In programma, accanto alle loro musiche, il compositore ucraino Valentyn Syl’vestrov, maestro dell’intimismo post-sovietico e il Concerto in do minore per violoncello e archi di Giovanni Benedetto Platti che vede solista il talentuoso Giuseppe Barutti, definito da Lorin Maazel “uno dei più grandi talentuosi italiani.

In un continuo gioco di rimandi tra passato e presente, pellicola e partitura, memoria e invenzione Il concerto si apre con la Sinfonia in la maggiore per archi del compositore milanese Giovanni Battista Sammartini, nel 250.mo anniversario della morte e si chiude con il funambolico Concerto in re maggiore per violino “Grosso Mogul” RV 208 di Antonio Vivaldi interpretato dal virtuoso Lucio Degani, Primo violino dell’Orchestra.

La serata che unisce il linguaggio sinfonico e quello cinematografico abbattendo le barriere tra generi e tempi, vede protagonista il sassofono di Marina Cesari, interprete apprezzata per il suo magnifico suono dalle sembianze di una voce umana, musa ispiratrice di molte composizioni del Premio Oscar Nicola Piovani.

Villa Necchi Campiglio aprirà nuovamente le sue porte alle note domenica 28 settembre alle ore 21, in occasione del concerto “Omaggio a Luca Attanasio”, che unisce musica e coscienza civile e che conclude la sesta edizione del festival. La serata, con musiche di Hindemith e Šostakovič, è dedicata alla memoria di Luca Attanasio, ambasciatore italiano ucciso in Congo nel 2021.

Nel 130° anniversario della nascita di Paul Hindemith (1895–1963), vengono proposti i Cinque pezzi per orchestra d’archi op. 44/4 e la dolorosa Trauermusik per viola e archi interpretata da Mario Paladin, Prima viola dell’Orchestra. Con questa composizione I Solisti Veneti diretti dal Maestro Giuliano Carella intendono omaggiare anche quest’anno l’altissima figura dell’Ambasciatore Luca Attanasio, ucciso nella Repubblica Democratica del Congo mentre espletava, con coraggio e dedizione, il suo gravissimo compito di diffondere acqua, cibo, cultura e sostegno alla popolazione e, soprattutto, ai bambini di un paese martoriato dalla guerra civile.

Il concerto diventa occasione per riflettere sul potere della musica come forma di memoria anche con la straordinaria Chamber Symphony op. 110a di Dmitrij Šostakovič, versione orchestrale di Rudolf Borisovič Baršaj del Quartetto n. 8, dedicato “alle vittime del fascismo e della guerra” e che I Solisti Veneti eseguono in occasione dell’80° anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Una partitura che, come disse il compositore stesso, vuole essere una pietra tombale musicale per i morti senza nome, i caduti della storia che non hanno avuto un luogo in cui essere ricordati. Questa magnifica e struggente composizione, appena eseguita dall’Orchestra sui palchi di importantissime rassegne internazionali come il Festival di Lubiana, il Festival delle Nazioni di Città di Castello, l’Emilia Romagna Festival e il Veneto Festival, chiude la tournée con un messaggio forte e necessario: la musica non consola soltanto, ma può anche testimoniare, accendere coscienze, raccontare ciò che la cronaca non riesce più a dire.

I Solisti Veneti

Storica orchestra di Padova fondata nel 1959 da Claudio Scimone con l’obiettivo di diffondere la conoscenza della musica classica, divulgare nel mondo l’immenso patrimonio culturale veneto e italiano, offrire esperienze culturali d’eccellenza accessibili a tutti. Ascesa rapidamente ai vertici della fama internazionale, con più di 6.000 concerti in 90 diversi Paesi da oltre sessant’anni continua oggi a destare l’incondizionato entusiasmo del pubblico esplorando nuovi progetti e modalità di fruizione sotto la guida di Giuliano Carella, dal 2018 Direttore artistico e musicale e successore di Scimone.

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