Book Pride 2024 – Intervento Presidente Adei alla conferenza stampa
Milano, 28 febbraio 2024 – Oggi si è tenuta a Milano la conferenza stampa della nuova edizione di Book Pride, la fiera degli editori indipendenti che si terrà a Milano dall’8 al 10 marzo al Superstudio Maxi. In programma anche gli appuntamenti professionali di Adei, Associazione degli editori indipendenti, dedicati a temi importanti come la distribuzione (8 marzo), il sostegno alla lettura (9 marzo) e ai bandi del Cepell (10 marzo).
Andrea Palombi, Presidente di Adei, ha colto l’occasione per esprimere soddisfazione per questa nuova edizione, ma anche per un appello al governo su importanti tematiche che riguardano l’editoria e il mercato del libro in Italia.
“Adei è particolarmente contenta di promuovere Book Pride in un momento in cui c’è più che mai bisogno di risvegliare l’amore e persino l’orgoglio per i libri e la lettura. Book Pride è infatti un’occasione unica per rappresentare e valorizzare la differenza e la pluralità nella produzione editoriale italiana. Una ricchezza e una varietà che purtroppo difficilmente viene rappresentata in libreria a causa delle forti concentrazioni da cui è caratterizzato il mercato italiano.
Book Pride è la casa di tante piccole, medie e grandi case editrici che formano il tessuto connettivo di base dell’editoria italiana, portando avanti ricerca e scouting in difficilissime condizioni economiche e con margini esigui se non inesistenti. Per cui è proprio da qui che vorremmo chiedere al governo che intenzioni ha per il libro e la lettura. Stando ai fatti sembra di capire che non siano temi che stanno particolarmente a cuore. E bastano pochi dati a confermarlo:
– La bozza di legge sul libro messa a punto dalle associazioni di tutta la filiera (editori, librai, bibliotecari, traduttori), tecnicamente collegata alla legge di bilancio 2023, quindi teoricamente con un percorso parlamentare preferenziale, in realtà è scomparsa dai radar. Ne parleremo proprio all’interno di Book Pride con i rappresentanti delle associazioni della filiera del libro. Ricordiamo intanto che la opportuna e giusta legge a sostegno del cinema italiano stanzia circa 750 milioni l’anno. Per l’editoria libraria (che pure vale, sia in termini di fatturato che di addetti, assai più del cinema) neanche un euro. E non solo.
– L’App18, uno strumento che si è rivelato fondamentale per promuovere la lettura fra i più giovani e che ci è stato copiato anche all’estero, non c’è più. Al suo posto un Bonus per la cultura e il merito con un taglio netto di 40 milioni, e l’introduzione di nuovi ostacoli burocratici (la necessità dell’indicatore Isee) che crediamo renderanno ancora più pesante il taglio. Senza contare i molti dubbi sulla non universalità di una misura per la promozione della lettura (perché il figlio diciottenne di una famiglia di ceto medio non dovrebbe usufruirne?) e sulla nota variabilità dei criteri di valutazione nell’esame di maturità che rende il bonus per il merito (che raddoppia i 500 euro a chi prende 100) una misura assai arbitraria, se non iniqua.
– Il mancato finanziamento del cosiddetto “decreto biblioteche”, negli anni scorsi pari a 30 milioni, che aveva permesso alle biblioteche di dotarsi di libri e nello stesso tempo aveva innescato un meccanismo virtuoso per tutta la filiera prevedendo l’acquisto presso almeno tre librerie di prossimità. Un provvedimento che, semmai, sarebbe stato giusto rendere strutturale.
Dunque nessun sostegno all’editoria, ma anzi almeno 70 milioni in meno. Se si considera che i costi della carta, e quindi della stampa, negli ultimi anni sono aumentati anche del 40%, si capisce quali possano essere le difficoltà degli editori, e in particolare degli editori indipendenti che non possono fare ricorso a sinergie di gruppo.
Se non bastasse, c’è il paradosso, più volte sottolineato da Adei, che in Italia le spese per la carta vengono in parte rimborsate con le detrazioni fiscali solo agli editori di giornali, non a quelli di libri. Una delle misure previste nella bozza di legge sul libro di cui non abbiamo più notizie. E sul piano del sostegno alla domanda non solo non c’è nulla di nuovo, da anni chiediamo che sia introdotta una detrazione fiscale per l’acquisto dei libri, uno strumento molto concreto per la promozione della lettura. Ma anche in questo caso non capiamo perché ci siano detrazioni per chi si iscrive in palestra o in piscina, ma non per chi acquista libri.
A tutto questo si aggiunge l’anomalia tutta italiana dell’editoria indipendente sempre meno rappresentata, in una sistema fortemente influenzato dalle concentrazioni. E da quello che sappiamo fino a qui, anche a Francoforte 2024 l’editoria italiana rischia di non essere rappresentata in modo plurale, in tutta la sua varietà e ricchezza”.