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Arteractive Milano 2011, all’Urban Center va in scena l’arte 2.0

“ARTERACTIVE: ARTE, INTERATTIVITA’ E RETI SOCIALI” è questo il progetto presentato dall’Associazione Culturale Art Company nell’ambito dell’e-festival, Festival della Rete e Social Media Week inaugurato il 19 settembre all’Urban Center di Milano.

 

IL NUOVO MODO DI FARE ARTE – All’osservatorio posto nella Galleria Vittorio Emanuele II, Chiara Canali cura una mostra dedicata ad un nuovo modo di fare arte: un’iconografia parallelizzata alle tecnologie digitali ed elettroniche del tempo nel quale viviamo.

  • La mostra è stata pensata e realizzata in coerenza con quelle che sono le linee guida dell’e-festival ed è volta a ridurre il “digital divide” del nostro paese proponendo l’arte sotto una nuova forma: quella digitale.
  • L’interazione, lo scambio ed il feedback tra autore, opera e fruitore sono alla base  delle opere prodotte da una decina di artisti, alcuni dei quali giovani ed altri ben più affermati e conosciuti.
  • Nella mostra, il confine tra arte, tecnologia e socialità viene meno fornendo al pubblico una concezione del tutto nuova di arte grazie a delle installazioni frontali, dirette ma al contempo interattive e partecipative che consentono allo spettatore un apporto non più unicamente visualizzativo, ma attivo.
  • Il tutto realizzato grazie ad una logica, ad un linguaggio e a delle forme tecnologiche completamente nuove che sorprendono il pubblico e che mettono in luce un’evoluzione della forma dell’arte, una forma non conservativa quanto piuttosto aperta ed in grado di allinearsi, di modellarsi e di evolversi in base alle tecnologie esistenti.

 

BACK STAGE – Il Festival della Rete, l’e-festival, è la manifestazione più importante del settore; nasce dall’esperienza di Augmendy e dai successi raggiunti tramite la Social Media Week, il Social Media Tour, l’Internet Show e gli eventi Codice Internet.

  • Curata da Chiara Canali, la mostra vanta la partecipazione di artisti come Alessandro Brighetti, Mirko Canesi, Umberto Ciceri, Davide Coltro, Daniele Girardi, Vincenzo Marsiglia e Gabriele Pesci.
  • Special Guest “L’Uomo Elettronico” di Salvatore Iaconesi ed Oriana Persico: installazione interattiva in omaggio al centenario della nascita di Marshall McLuhan, sociologo canadese divenuto famoso per l’interpretazione visionaria data sugli effetti prodotti dalla comunicazione sia sulla società che sui comportamenti dei singoli.
  • La riflessione di McLuhan ruota intorno alla teoria secondo la quale il mezzo tecnologico che definisce i caratteri strutturali della comunicazione, produce effetti pervasivi sull’immaginario collettivo, a prescindere dai contenuti dell’informazione che viene veicolata; pensiero sintetizzato nella frase: “Il medium è il messaggio”.
  • Di seguito proporremo una breve descrizione delle opere presentate da ciascun artista.

 

ALESSANDRO BRIGHETTI: “THE STRUGGLE FOR PLEASURE” – L’artista viene da una famiglia di medici e la passione per materie scientifiche come la fisica e la chimica è decisamente evidente nelle sue opere.

  • Le sue “esperienze estetiche” derivano dalla sinergia tra l’artista ed un chimico per produrre in laboratorio un medium fuori dal comune: un liquido misto di polvere di ferro, tensioattivo ed olio che consente al ferro di disporsi lungo i campi di forza dei magneti.
  • L’olio nero e lucente, sottoposto alla forza di un campo magnetico, muta la propria forma producendo delle figure geometriche coniche regolari e tridimensionali che increspano la superficie.
  • Il suo obiettivo è quello di creare un’interazione tra questo liquido e la musica tramite i magneti e gli elettromagneti contenuti negli altoparlanti.

 

MIRKO CANESI: “VIRAL ART_FACEBOOK” – Un intervento sia attraverso la pittura tradizionale su carta, che mediante l’utilizzo di tecniche digitali, al fine di ricreare un mondo figurativo, immaginario, popolato da creature ibride.

  • L’opera dell’artista si basa su Facebook; Canesi entra nelle collezioni private di fotografie delle persone alle quali ha chiesto “l’amicizia”: soggetti conosciuti e non, provenienti da diverse parti del mondo e da plurimi ambiti sociali. Essi vengono trasfigurati per definire un nuovo tratto della loro identità, fino a quel momento non visibile e del tutto appannaggio dell’autore.
  • Il lavoro consiste nell’elaborare immagini selezionate e provenienti dalla vita quotidiana del soggetto, inserendo astrazioni che rendono ibrida tale raffigurazione: personaggi magici, fantastici, ironici e drammatici.
  • Il secondo punto dell’opera consiste nel prendere la foto di partenza, elaborata, cancellare l’immagine sottostante lasciando solamente il layer di Photoshop che raffigurerà un lavoro, secondo l’autore “totalmente astratto e violento”.

 

UMBERTO CICERI: “SQUARE MILLIMETRE N. 261” – Il suo obiettivo è quello di teatralizzare la condizione umana nei confronti dell’esistenza, ossia costringere l’osservatore dell’opera a compiere un piccolo sforzo: muoversi nello spazio per riuscire a leggere il materiale presentato nell’opera.

  • L’autore, attraverso il medium “lenticolare”, filma una scena con la telecamera, sceglie i fotogrammi e li “tesse” assieme come se fossero un tero e prorio tessuto unito da fili di fotogrammi al posto dei classici fili di seta, e vi sovrappone delle lenti.
  • Rispetto all’azione presa dalla scena girata, la luce, entrando nelle lenti, dona  colori non previsti e non esistenti che, di fatto, fanno si che l’opera si autorigeneri.
  • L’opera raffigura un millimetro quadrato, ingrandito, di una videoregistrazione girata a New York e che, quindi, contiene elementi materiali e concreti ma che, l’autore, pone al fruitore come astratti.
  • Attraverso queste forzature dell’ottica, materia studiata dall’artista, il pubblico può farsi una propria idea del disegno generale, non utilizzando l’occhio dal momento che l’opera risulta essere sfuocata, quanto piuttosto attraverso una reinterpretazione innescata e fondata sul proprio sistema nervoso.

 

DAVIDE COLTO: “RES_PUBLICA I” – La sua idea artistica è quella di fornire una “trasmissione del flusso artistico” attraverso una tecnologia da lui inventata: terminali artistici remoti, ossia dei veri e propri quadri potenzialmente infiniti.

  • Ad Arteractive fornisce un “assaggio” dell’opera presente alla 54esima Biennale d’arte di Venezia presentando sei quadri elettronici, degli originali 96 moduli.
  • Ogni quadro elettronico rappresenta un‘immagine, una suggestione della nostra Regione, la Lombardia, catturate dall’artista e create con processi di pittura digitale. Sono appositamente “silenziose, meditative e non aggressive”.
  • Questi paesaggi mutano da una visione cromatica caleidoscopica di colore medio ad un ordine cromatico che consente di percepire la bandiera italiana. La successione e l’aggiornamento, che avviene in remoto tramite wireless, dipende dall’algoritmo deciso dall’artista che, anche grazie alle “playlist randomizzate” create da ogni modulo, consente di non avere mai la stessa visione dell’opera.

 

DANIELE GIRARDI: “I ROAD” – Ha creato delle vere e  proprie “videopitture” con il tema “il viaggio” che cerca di fondere nel modo più omogeneo possibile le immagini video sequenziali ed il lavoro pittorico di immagini statiche.

  • L’opera raffigura una ripresa di una strada americana, filmata dall’autore, sulla quale intervengono miraggi pittorici ed un movimento sali-scendi dove lo spettatore si immerge nel viaggio al fine di cercare un compiacimento nel percorso.
  • I temi trattati sono fuoco, enigma e guerra, ossia quelli che l’autore considera come più attuali; ad esempio il fuoco viene trattato non nella sua valenza distruttrice, quanto piuttosto come simbolo di purificazione e di trasformazione fino ad incarnare allegoricamente la figura della fenice, ideale di rinascita.

 

VINCENZO MARSIGLIA: “LOVE STAR INTERACTIVE e MIRROR STAR” – L’obiettivo è quello di ricreare una sorta di “corto circuito” fra una vecchia pittura ed il rapporto con il digitale creando, a tutti gli effetti, un quadro interattivo.

  • Opera contornata da un tessuto in tela filata che prosegue a livello digitale, permettendo al fruitore di entrare in un nuovo modo nel quadro.
  • All’interno del quadro elettronico è posizionata una webcam collegata ad un programma di rielaborazione delle immagini, attraverso le quali il pubblico diventa il protagonista attivo dell’opera.
  • L’opera dell’artista cosentino consente al pubblico di “specchiarsi” e di ammirare la metamorfosi elettronica che ne varia l’aspetto e la versione cromatica portandolo, stando fermo, alla smaterializzazione alternata ad una raffigurazione più “pop” dello stesso.
  • Il marchio dell’autore, la stella a quattro punte, risulta essere ancor più in primo piano nella seconda opera, nella quale all’interazione visiva viene affiancata una rimodulazione sonora.

 

GABRIELE PESCI: “RADIO” – La “nascita” dell’opera è basata su uno studio sui media di Marhall McLuhan, Understanding Media, e dalla lettura della tesi della studentessa coreana, Hong Hee Kim-Cheon.

  • L’artista vuole invertire il rapporto radio-visione, lasciando il fruitore libero di interagire con l’immagine che, essendo un registratore ambientale, si rimodella tridimensionalmente in base ai rumori, intenzionali o volontari, prodotti dal fruitore o dalla sala nella quale l’opera è riposta.
  • È qui che si vede quindi la massima interazione con l’ambiente espositivo e con il rumore determinato dal fruitore attivo e da coloro che risultano essere passivi, non tralasciando in alcun modo l’aspetto della natura.
  • L’opera, come tiene a sottolineare l’autore, è presente in almeno sei versioni ma prevede una modifica continua, in tempo reale grazie al rapporto stretto che egli ha con il software utilizzato: “E’ fluida, si modifica a seconda del contesto e delle ricerche e sperimentazioni dell’artista parmense”.

 

“L’UOMO ELETTRONICO” – Salvatore Iaconesi ed Oriana Persico hanno previsto l’installazione di quest’opera interattiva per celebrare il Centenario della nascita di Marshall McLuhan.

  • La volontà è quella di creare un sistema nervoso nuovo, interattivo ed esternalizzato che si estende a tutto il mondo e viene aggiornato in realtime.
  • Sono tre gli elementi nei quali si articola la performance: un’interfaccia web che consente agli utenti di interagire con il corpo dell’uomo e di arricchirlo con uno stato emozionale scelto.
  • Degli sticker urbani, fotografati ed inviati all’apposito indirizzo mail, che consentono all’uomo di modificarsi da uno schermo ad una dimensione fisica (piazze, strade, bar, università, interstizi urbani).
  • Un’applicazione mobile che diventa il terminale di un nuovo sistema nervoso globale; un “senso” aggiunto ed esternalizzato che definisce al meglio quel termine di “connessione globale sensoriale”.
  • Dalla pagina http://electronicman.artisopensource.net/ è possibile scaricare gli stickers e l’applicazione disponibile per iPhone, iPad e iPod Touch.

 

L’ARTE 2.0 – Opere realmente interessanti ed innovative che meritano di essere promosse e conosciute in una civiltà, come quella attuale, nella quale la tecnologia si inserisce, domina ed imperversa nella vita quotidiana.

 

Interactive: arte, interattività e reti sociali

  • Urban Center, Galleria Vittorio Emanuele II, 11/12
  • Telefono: 02 88456370
  • Metro: Duomo – MM1 – MM3 – Bus: 21, 2, 3, 14, 27
  • Orario: dalle 9 – 18 orario continuato
  • Ingresso: libero

 

Matteo Torti

 

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