Cronaca

Sequestro falsi braccialetti Cruciani Gdf Milano, smantellate filiere in tutta Italia, importazioni dirette anche dalla Cina

Già protagonisti di numerosi sequestri da inizio anno, nel corso dell’estate sono tornati al centro delle indagini delle Fiamme Gialle, che ne hanno individuato ingenti quantità all’interno di alcuni magazzini di grossisti cinesi, sparsi non solo il territorio milanese, ma anche nazionale. Stipati a migliaia, infatti, erano pronti per essere rivenduti a basso costo, come si conviene ad ogni prodotto contraffatto. Solo tra corso Buenos Aires e Lambrate, ne erano stati sequestrati circa 25 mila.

 

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Stiamo parlando dei colorati braccialetti firmati Cruciani, nati da un’idea di Luca Caprai, “must have” dell’estate in pizzo macramè, dagli accattivanti motivi ricamati.

 

E’ di stamani la notizia del giro di vite dato dalla Guardia di Finanza di Milano che, con un’operazione contro i falsi, ha interessato diverse regioni italiane: Lombardia, Toscana, Marche, Lazio, Campania, Abruzzo e Sicilia. L’operazione, che è stata denominata “Pulsera” (braccialetto, in spagnolo), ha portato al sequestro di 120 mila pezzi contraffatti ma, soprattutto, “all’individuazione e alla successiva inibizione di più  filiere di produzione e distribuzione”.

 

Secondo quanto ricostruito dall’indagine, in taluni casi, l’importazione avveniva direttamente dalla Cina. Una volta giunto in Italia, il carico veniva stipato nei magazzini, pronto per essere rivenduto su larga scala a prezzi sensibilmente inferiori a quelli originali.

 

Gli accessori finivano non solo sulle bancherelle, ma anche in numerosi punti vendita, anche della grande distribuzione, andando ad alimentare una lotta al ribasso del prezzo di vendita che finiva col produrre inevitabili distorsioni del mercato.

 

A farne le spese, ovviamente, oltre all’azienda depositaria del marchio comunitario “Cruciani”, il cui patron ha collaborato all’indagine, anche il consumatore finale. Convinto di aver fatto un affare acquistando un prodotto sottocosto, finiva col ritrovarsi al polso un accessorio di scarsa qualità, realizzato il più delle volte con materiali sintetici e motivi decorativi spesso differenti da quelli originali.

 

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S.P.

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