Inaugurazione centro accoglienza profughi “Casa Surayà”, commenti di politici e istituzioni
Lo hanno chiamato “Surayà”, come la piccola siriana nata a Milano il 7 maggio scorso da una coppia di profughi. Il centro accoglienza di via Padre Salerio 51, voluto dalla cooperativa “Farsi prossimo” e aperto con il sostegno di Caritas, ha già un mese e mezzo di vita, ma è stato inaugurato, di fatto, solo venerdì pomeriggio. Ricavato all’interno di un’ala rimessa a nuovo di un edificio di proprietà delle suore della riparazione di Milano, la struttura ospita al suo interno circa cento siriani fuggiti dalla guerra civile.
IN FUGA DALLA GUERRA CIVILE: LA TESTIMONIANZA – Si tratta, perlopiù, di nuclei familiari con figli a carico (circa 40), in molti casi anche molto piccoli, bisognosi di assistenza e cure sanitarie. Hanno alle spalle numerosi giorni di viaggio, effettuati a bordo di mezzi di fortuna, spesso pagando cifre spropositate.
– “Siamo partiti dall’Egitto pagando 2.500 dollari a testa – ha raccontato una donna siriana durante l’inaugurazione -. Ci hanno detto che in gommone saremmo stati 150 invece eravamo 600”.
– Dima, 25 anni, è originaria di Damasco. A Milano è arrivata con il figlioletto di appena 1 anno ed è incinta di due mesi. “Tre persone sono morte nei dieci giorni di viaggio – prosegue – e anche io mi sono ammalata”. Dima, come molti suoi connazionali, è fuggita dalle bombe e dai numerosi sequestri che stanno mettendo a ferro e fuoco il Paese. E una volta giunta nella nostra città, “abbiamo sentito l’umanità delle persone”.
– Ma l’Italia, come abbiamo ad imparato da qualche tempo a questa parte, è solo uno scalo di passaggio, una tappa obbligata verso il ben più ricco e allettante Nord-Europa. Come conferma la stessa Dima: Adesso speriamo di poter andare in Olanda, Svezia o Norvegia per crescere i nostri figli in un Paese dove ci sono serenità e opportunità”.
“LA CITTA’ CE LA STA METTENDO TUTTA” – “La città ce la sta mettendo tutta, ma Comune e privato sociale sono ormai al limite“, ha commentato Annamaria Lodi, presidente della Cooperativa Farsi Prossimo.
– Secondo don Roberto Davanzo, direttore di Caritas ambrosiana, “l’emergenza siriani mette in luce un punto debole del nostro Paese: l’assenza di strutture in grado di dare una primissima accoglienza alle persone che scappano dalla guerra e dai conflitti, durante crisi internazionali impreviste”.
– “Non ci si illuda – ha avvertito poi – che alzando barriere, fisiche o legali, si possa impedire che vengano in qualche modo da noi persone che sono tanto disperate da rischiare di morire in mare con i propri bambini. Quelle barriere hanno il solo effetto di incrementare un mercato di uomini in mano a moderni schiavisti”.
LA GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO – Venerdì 20 giugno, tra l’altro, si celebrava anche la Giornata mondiale del rifugiato, ricorrenza istituita dall’Onu nel 2001 “per riaffermare i valori sui quali sono basati gli accordi internazionali in materia di protezione dei rifugiati”.
– “A Milano dallo scorso ottobre stiamo portando soccorso a migliaia di cittadini siriani – hanno fatto sapere gli assessori Pierfrancesco Majorino e Marco Granelli, rispettivamente responsabili delle Politiche sociali e della Sicurezza -. Il nostro è un impegno quotidiano che portiamo avanti nella totale assenza di ministero dell’Interno e Regione Lombardia, possibile solo grazie all’estenuante lavoro di operatori e volontari”.
“Dalle fine di agosto il Comune di Milano si è messo in moto creando un’unità di crisi che comprende insieme a noi Caritas e Terzo Settore. Abbiamo ripetutamente chiesto al ministero dell’Interno di organizzare un piano nazionale di accoglienza dei profughi e a Regione Lombardia di mettere a disposizione strutture e assistenza sanitaria. Ma fino ad oggi – hanno concluso gli assessori – non hanno dato alcuna risposta lasciando Milano a se stessa”.
LA STOCCATA DI DE CORATO – Qualche ora più tardi, però, è arrivata anche la puntuale stoccata di Riccardo De Corato, vice presidente del Consiglio comunale e capogruppo di Fi-An in Regione, secondo il quale “Majorino e Granelli si prendono meriti non loro”.
– “Per prima cosa – ha sottolineato De Corato – devono dire che i soldi con cui stanno affrontando l’emergenza rifugiati sono statali: da Roma infatti sono arrivati oltre 2 milioni e mezzo di euro per gestire questa arrivi di immigrati fino al 30 giugno p.v. (…) La Regione va coinvolta e invece pochi giorni fa è stata annullata all’ultimo momento una riunione Governo-Regioni proprio sulla questione dei fondi per gli i profughi siriani e ieri è saltata anche la conferenza unificata. Così come da Palazzo Marino non sono mai arrivate informative precise sui numeri dell’emergenza o richieste sulle decisioni da prendere. Il Comune non può pensare di usare la Regione come un bancomat”.
L’APPELLO DEI CITY ANGELS – Intanto, nei giorni scorsi, i City Angels hanno lanciato il loro appello ai milanesi affinché donino indumenti, coperte, sacchi a pelo e cibo da distribuire ai profughi. CLICCA QUI per ulteriori dettagli.
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S.P.